Pizzo del Diavolo di Tenda, 2914m
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Dopo questa estate piuttosto scarna di giri in montagna, oggi mi rifaccio salendo il Diavolo di Tenda, la più elevata cima brembana che avevo in lista da un po'. Partito con l'idea di farmela in solitaria, accetto poi l'invito di Nazzareno per salirlo assieme.
Dopo avero comprato il grattino, ci vestiamo e partiamo lungo la carrozzabile dell' Enel (sentiero invernale) sorpassati solo dalle jeep che fanno spola tra il paese ed il rifugio Calvi. Passiamo il pittoresco borgo di Pagliari poi, alla prima deviazione a sinistra per il Longo, abbandoniamo il sentiero principale e ci fiondiamo nel lariceto. Passiamo il baitone ed un paio di altre costruzioni private, raggiungiamo la carrozzabile e nell'arco di un'oretta e venti siamo al rifugio Longo dove sostiamo pochi minuti per fare il pieno d'acqua.
Riprendiamo il cammino verso il passo Selletta passando per la diga del Lago del Diavolo, seguendo poi un erto sentiero tra rocce e massi che adduce a una piccola bocchetta da cui si gode un bellissimo panorama, inclusa la nostra meta di oggi. Da questa modesta quota, 2372, la conca del Calvi è stupenda ed il rifugio è un piccolo punto rosa in mezzo al verde. Riprendiamo il cammino e dopo un centinaio di metri, guidati dall'esperienza di Lupin, tagliamo a sinistra a mezzacosta fino ad intercettare una traccia di sentiero (poi segnato da bolli e omini) che ci condurrà alla bocchetta di Podavit; in questo modo evitiamo di scendere nella Val Camisana e di perdere almeno 150m di dislivello.
Alla bocchetta fa un freddo cane, c'è vento, per cui ci vestiamo prima di intraprendere la salita alla cresta vera e propria. Mangiucchiamo uno snack poi via, sulla normale ben bollata e dalla roccia piuttosto buona. Seguendo i bolli arriviamo in vetta in mezz'ora da cui godiamo di un panorama davvero superlativo. Dal bernina fino alla vicina val Seriana, poi verso il lago d'Iseo col Golem, le Grigne ed il Resegone, il Rosa e la punta del Finsteraarhorn. Fantastico!
Siamo su giusto il tempo di una mela, poi riprendiamo la discesa mentre la vetta si fa sempre più affollata (circa quindici persone). Scegliamo di riprendere il sentiero dell'andata perchè vogliamo fermarci al Longo per pranzo. Alle 13:20 mettiamo piede nel rifugio ma ci viene negato persino un panino veloce (che si fa in 2'). Un po' rammaricati (ed incazzati) ci facciamo una birretta e pensiamo già di scendere a Branzi per pranzare. Quand'ecco che, sulla via del ritorno, sostiamo al Baitone per bere dalla fontanella... e... i signori che erano lì fuori ci invitano a pranzare! Pazzesco! Questa è ospitalità! cerchiamo di rifiutare, ma al nostro terzo "ma no dai!" c'erano già i piatti in tavola, con un risotto sopraffino, fette di brazi, un bianco fresco di cantina, arachidi e patatine per aperitivo.. eravamo esterefatti.
Passiamo così un paio d'ore chiacchierando come vecchi amici, dopodichè ci salutiamo e scendiamo a Carona assieme ad un ragazzo davvero forte, un alpinista di altri tempi, con cui condividiamo esperienze, giri ecc...
Ciliegina sulla torta... l'assenza di code al ritorno verso Bergamo. Che dire, una giornata da incorniciare!
Alla prossima!
Dopo avero comprato il grattino, ci vestiamo e partiamo lungo la carrozzabile dell' Enel (sentiero invernale) sorpassati solo dalle jeep che fanno spola tra il paese ed il rifugio Calvi. Passiamo il pittoresco borgo di Pagliari poi, alla prima deviazione a sinistra per il Longo, abbandoniamo il sentiero principale e ci fiondiamo nel lariceto. Passiamo il baitone ed un paio di altre costruzioni private, raggiungiamo la carrozzabile e nell'arco di un'oretta e venti siamo al rifugio Longo dove sostiamo pochi minuti per fare il pieno d'acqua.
Riprendiamo il cammino verso il passo Selletta passando per la diga del Lago del Diavolo, seguendo poi un erto sentiero tra rocce e massi che adduce a una piccola bocchetta da cui si gode un bellissimo panorama, inclusa la nostra meta di oggi. Da questa modesta quota, 2372, la conca del Calvi è stupenda ed il rifugio è un piccolo punto rosa in mezzo al verde. Riprendiamo il cammino e dopo un centinaio di metri, guidati dall'esperienza di Lupin, tagliamo a sinistra a mezzacosta fino ad intercettare una traccia di sentiero (poi segnato da bolli e omini) che ci condurrà alla bocchetta di Podavit; in questo modo evitiamo di scendere nella Val Camisana e di perdere almeno 150m di dislivello.
Alla bocchetta fa un freddo cane, c'è vento, per cui ci vestiamo prima di intraprendere la salita alla cresta vera e propria. Mangiucchiamo uno snack poi via, sulla normale ben bollata e dalla roccia piuttosto buona. Seguendo i bolli arriviamo in vetta in mezz'ora da cui godiamo di un panorama davvero superlativo. Dal bernina fino alla vicina val Seriana, poi verso il lago d'Iseo col Golem, le Grigne ed il Resegone, il Rosa e la punta del Finsteraarhorn. Fantastico!
Siamo su giusto il tempo di una mela, poi riprendiamo la discesa mentre la vetta si fa sempre più affollata (circa quindici persone). Scegliamo di riprendere il sentiero dell'andata perchè vogliamo fermarci al Longo per pranzo. Alle 13:20 mettiamo piede nel rifugio ma ci viene negato persino un panino veloce (che si fa in 2'). Un po' rammaricati (ed incazzati) ci facciamo una birretta e pensiamo già di scendere a Branzi per pranzare. Quand'ecco che, sulla via del ritorno, sostiamo al Baitone per bere dalla fontanella... e... i signori che erano lì fuori ci invitano a pranzare! Pazzesco! Questa è ospitalità! cerchiamo di rifiutare, ma al nostro terzo "ma no dai!" c'erano già i piatti in tavola, con un risotto sopraffino, fette di brazi, un bianco fresco di cantina, arachidi e patatine per aperitivo.. eravamo esterefatti.
Passiamo così un paio d'ore chiacchierando come vecchi amici, dopodichè ci salutiamo e scendiamo a Carona assieme ad un ragazzo davvero forte, un alpinista di altri tempi, con cui condividiamo esperienze, giri ecc...
Ciliegina sulla torta... l'assenza di code al ritorno verso Bergamo. Che dire, una giornata da incorniciare!
Alla prossima!
Tourengänger:
Barbacan

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