Piz Rondadura 3016 m

Un altro sabato, un’altra escursione, un’altra cima da spuntare!
Partiamo dal Passo del Lucomagno poco dopo le 8 sotto un cielo azzurrissimo seguendo la strada sterrata chiusa al traffico che conduce al Passo dell’Uomo. In prossimità del bunker militare ci imbattiamo in alcuni addetti alla sicurezza della Securitas che si occupano di sorvegliare il provvisorio centro rifugiati, allestito durante il periodo estivo, che si trova per poche decine di metri in terra grigionese. Dopo circa 20’ di cammino dalla partenza raggiungiamo la diramazione a quota 1924 metri in Val Termine e imbocchiamo il sentiero che porta in Val Cadlimo. Il riscaldamento è ben presto finito: dopo aver guadato il Reno di Medel il sentiero comincia a salire con una serie di zig-zag fino alla curva di livello indicante quota 2000 metri, dove si fa più pianeggiante. In breve si arriva a un primo e, poco dopo, ad un secondo fiume. Pochi metri prima di guadare il secondo fiume, sulla destra, vi è un piccolo ometto di sassi: qui occorre abbandonare il sentiero marcato in bianco-rosso-bianco per salire su pendii ricoperti da rododendri in direzione dell’Alpe Scaione. La traccia, inizialmente abbastanza ben visibile, facilita di molto la progressione, che altrimenti sarebbe faticosa e metterebbe a dura prova ginocchia e caviglie, soprattutto in discesa. All’Alpe facciamo una breve pausa dissetante in quanto il caldo inizia a farsi sentire. Da qui in avanti ogni traccia sparisce e bisogna affidarsi solamente all’intuito e alle proprie capacità di orientamento. Risaliamo la lunga pietraia costituita da massi non troppo grandi ma comunque sempre stabili fino a giungere a un suggestivo pianoro a quota 2484 metri. Davanti a noi, in lontananza, comincia a profilarsi la cengia che collega il punto in cui ci troviamo con i Laghetti della Foppa della Rondadura e il Pass Nalps. Invece di proseguire in direzione di tale cengia pieghiamo a destra andando a risalire un pendio erboso piuttosto ripido fino ad arrivare ad un’altra evidente cengia che dal Laghetto del Piz Scai porta alla Costa del Termine. Ci troviamo ai piedi del Piz Scai, una cima da tutti snobbata (noi compresi) a causa della presenza del più “attraente” Piz Rondadura, alla nostra destra vediamo il bel Laghetto del Piz Scai. Pieghiamo quindi a sinistra risalendo la cengia fino ad arrivare alla Costa del Termine. Da qui la nostra meta è ben visibile, così come lo sono i tre Laghetti della Foppa della Rondadura. Non resta quindi che risalire fino in vetta il versante sud caratterizzato dalla presenza di rocce montonate e, più in alto, di massi e pietrame più o meno stabili. Il pendio si fa vieppiù ripido e nel tratto terminale occorre fare uso delle mani per la progressione. Decidiamo di raggiungere la cima seguendo l’ultimo tratto della cresta SW. Finalmente, dopo poco più di 4h30’ ci troviamo di fronte alla croce di vetta del Piz Rondadura, 3016 metri!! La soddisfazione per il raggiungimento di questa vetta così come il vastissimo panorama di cui si può godere ripagano ampiamente lo sforzo profuso durante la salita! Dopo circa un’oretta di permanenza in vetta ci prepariamo per la discesa. L’idea iniziale è quella di scendere direttamente ai Laghetti della Foppa della Rondadura ma, una volta giunti ai risalti rocciosi di quota 2850 metri circa, ci accorgiamo che superare tali salti di roccia non è evidente: i canali sono sì presenti ma appaiono piuttosto ripidi e non sembrano essere alla nostra portata. Decidiamo di abbassarci ulteriormente lungo la Costa del Termine fino a quando troviamo un passaggio che ci permette di accedere finalmente alla Foppa della Rondadura. Da qui scendiamo velocemente ai Laghetti della Foppa della Rondadura, tre stupendi specchi d’acqua adagiati su una cengia naturale situata a picco sopra la Val Cadlimo. Ci fermiamo per una breve pausa, durante la quale salutiamo a distanza un pastore che sta radunando le sue pecore per il rientro a valle (si tratta dell’unica persona vista in tutta la giornata dopo aver abbandonato il sentiero della Val Cadlimo!). Dopo aver scattato qualche foto a questa spettacolare cengia riprendiamo la discesa camminando proprio su di essa fino a giungere al punto quotato 2484 metri, dal quale eravamo già transitati in mattinata, e, successivamente, all’Alpe Scaione. Ritrovare la traccia che dall’Alpe scende al sentiero della Val Cadlimo è un’impresa. Non trovandola in un primo momento scendiamo a piacimento tra i rododendri, cercando di stare il più vicino possibile al fiume che scorre alla nostra destra. Dopo un centinaio di metri ritroviamo l’esile traccia che ci aveva facilitato la salita e in breve ci troviamo al punto in cui questa mattina avevamo abbandonato il sentiero marcato in bianco-rosso-bianco e, in un secondo momento, al Passo del Lucomagno. Qui termina questa stupenda escursione che, svolgendosi in ambienti selvaggi e privi di ogni traccia umana, richiede un buon senso dell’orientamento per la ricerca della via migliore così come una buona forma fisica. Alla prossima!