Laghi Creil e Monte Giove
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Sempre più spesso quello che mi porta a scegliere un determinato percorso non è il desiderio di raggiungere una cima ma la voglia di esplorare un versante per me nuovo, alla ricerca di quella "vitalità del paesaggio" che caratterizza certi ambienti poco frequentati.
Con Ferruccio decido allora di andare a visitare la zona dei laghi Creil, situati sopra i 2500 m a SE della cima del Monte Giove, già salito in precedenza lungo il frequentato percorso (segnalato) della "via normale".
In questo caso la salita alla cima non ha rappresentato tanto la meta quanto l'opportunità di compiere un percorso ad anello molto vario e interessante.
L'andata
Lasciata la macchina a Fondovalle all'uscita del tunnel elicoidale della Val Formazza, ci si incammina lungo la vecchia strada asfaltata (ora vietata alle auto) e si imbocca la mulattiera per il villaggio walser di Altillone (questo è il nome secondo le carte consultate mentre la segnaletica riporta Antillone). Si prosegue quindi lungo il sentiero per l'alpe Vova fino ad un masso dove si trovano le indicazioni per l'Alpe Alla Scala (circa 1350 m; circa 10' da Altillone; 30' totali).
Dopo un tratto ripido nel bosco e un ombroso (e umido) canalino, il sentiero porta in un un felceto dove non abbiamo visto segnavia. Qui si traversa a sinistra in piano fino a quando si rientra nel bosco, dove si ritrovano i segni.
Arrivati ad una radura con una caratteristica balma molto ben conservata (circa 1700 m), la traccia sembra perdersi nuovamente ma la si ritrova salendo sulla sinistra. In breve si arriva all'Alpe Alla Scala 1788 m, bel punto panoramico dominato dalle pareti del Pizzo Martello e dei Pizzi di Foppiano.
Si risale il pendio alla spalle dell'alpe e si rientra nel bosco. Quando si esce nuovamente dal bosco, ai piedi della rocciosa quota 2148 CNS, si arriva ad una pietra nell'erba con un segno bianco e rosso (a gomito) che indica di svoltare a destra. In realtà qui si deve salire in diagonale a sinistra, senza più segni, fino ad attraversare l'alveo di un ruscello dove questo diventa roccioso (ometto, la quota è circa 2000 m), arrivando sotto una parete con una caratteristica striatura orizzontale bianca, visibile anche da lontano. Qui una cengia permette di aggirare la dorsale sulla sinistra (passaggio obbligato). Si risale quindi sui gradinamenti di un vecchio sentiero fino ad una zona erbosa dove si sale senza percorso obbligato per un centinaio di metri. Si traversa quindi sulla sinistra un imbuto erboso (traccia di animali nell'erba, appena accennata) fino ad un ometto. Continuando a traversare, si arriva in breve ad un grande masso tra il lavazz che nasconde parzialmente i ruderi di un baitello (circa 2160 m), non segnato sulle carte (da non confondersi con il rudere che la CNS segna sotto il risalto roccioso quotato 2148 m; rudere che noi non abbiamo visto). Si attraversa quindi il Rio di Foppiano a monte del rudere, si risale per pochi metri alla sinistra del torrente e lo si riattraversa subito dopo, alla base di una serie di bellissimi salti. Si risale quindi un erto pendio erboso (questo tratto è ripido e scivoloso e rende sconsigliabile la discesa lungo lo stesso percorso) a destra del torrente fino ad un pianoro a circa 2350 m. Da qui in avanti si trova stranamente una profusione di ometti, nonostante l'orientamento sia decisamente più facile e non ci siano più passaggi obbligati. Si risale così ad un ultimo pianoro che precede i Laghi Creil, immersi in un affascinante paesaggio minerale che mi ha ricordato un viaggio fatto in Islanda tanti anni fa... Da qui in avanti non ci sono più ometti. Attraversato l'emissario del lago superiore, ci siamo portati sulla dorsale che separa il primo lago dal secondo e siamo entrati nel canale, ingombro di pietrame, che termina sotto la piatta cima detritica del Monte Giove. Arrivati sotto il ripido pendio di sfasciumi finale, abbiamo puntato a Nord (destra) guadagnando la cresta Est a circa 2900 m di quota, a destra di un evidente risalto roccioso. Aggirato il risalto sulla sinistra, senza difficoltà si arriva in vetta (circa 5 ore da Fondovalle). Il panorama dalla cima del Giove è veramente di prim'ordine ma questo si sapeva...
Il ritorno
Siamo scesi al lago del Busin superiore percorrendo la via normale che si svolge su sentiero segnalato, per la prima parte su sfasciumi, poi su facili prati. Dalla diga del Busin (circa 1 ora dalla cima) abbiamo seguito le indicazioni per l'Alpe Vova, che si raggiunge su un buon sentiero, passando dall'Alpe Giove (2155 m; 35' dalla diga). Dall'Alpe Vova, nei pressi della chiesetta di San Antonio (1448 m; 50 ' dall'Alpe Giove), abbiamo preso la strada sterrata che scende a Chioso fino al bivio per Altillone. Da qui lungo un piacevole sentiero nel bosco siamo ritornati al punto di partenza (1:10 da Vova; circa 3:30 ore dalla cima).
Considerazioni finali
In un'ideale raccolta di escursioni da fare nelle valli ossolane, per quanto mi riguarda questa non dovrebbe mancare. A buon intenditor...
Con Ferruccio decido allora di andare a visitare la zona dei laghi Creil, situati sopra i 2500 m a SE della cima del Monte Giove, già salito in precedenza lungo il frequentato percorso (segnalato) della "via normale".
In questo caso la salita alla cima non ha rappresentato tanto la meta quanto l'opportunità di compiere un percorso ad anello molto vario e interessante.
L'andata
Lasciata la macchina a Fondovalle all'uscita del tunnel elicoidale della Val Formazza, ci si incammina lungo la vecchia strada asfaltata (ora vietata alle auto) e si imbocca la mulattiera per il villaggio walser di Altillone (questo è il nome secondo le carte consultate mentre la segnaletica riporta Antillone). Si prosegue quindi lungo il sentiero per l'alpe Vova fino ad un masso dove si trovano le indicazioni per l'Alpe Alla Scala (circa 1350 m; circa 10' da Altillone; 30' totali).
Dopo un tratto ripido nel bosco e un ombroso (e umido) canalino, il sentiero porta in un un felceto dove non abbiamo visto segnavia. Qui si traversa a sinistra in piano fino a quando si rientra nel bosco, dove si ritrovano i segni.
Arrivati ad una radura con una caratteristica balma molto ben conservata (circa 1700 m), la traccia sembra perdersi nuovamente ma la si ritrova salendo sulla sinistra. In breve si arriva all'Alpe Alla Scala 1788 m, bel punto panoramico dominato dalle pareti del Pizzo Martello e dei Pizzi di Foppiano.
Si risale il pendio alla spalle dell'alpe e si rientra nel bosco. Quando si esce nuovamente dal bosco, ai piedi della rocciosa quota 2148 CNS, si arriva ad una pietra nell'erba con un segno bianco e rosso (a gomito) che indica di svoltare a destra. In realtà qui si deve salire in diagonale a sinistra, senza più segni, fino ad attraversare l'alveo di un ruscello dove questo diventa roccioso (ometto, la quota è circa 2000 m), arrivando sotto una parete con una caratteristica striatura orizzontale bianca, visibile anche da lontano. Qui una cengia permette di aggirare la dorsale sulla sinistra (passaggio obbligato). Si risale quindi sui gradinamenti di un vecchio sentiero fino ad una zona erbosa dove si sale senza percorso obbligato per un centinaio di metri. Si traversa quindi sulla sinistra un imbuto erboso (traccia di animali nell'erba, appena accennata) fino ad un ometto. Continuando a traversare, si arriva in breve ad un grande masso tra il lavazz che nasconde parzialmente i ruderi di un baitello (circa 2160 m), non segnato sulle carte (da non confondersi con il rudere che la CNS segna sotto il risalto roccioso quotato 2148 m; rudere che noi non abbiamo visto). Si attraversa quindi il Rio di Foppiano a monte del rudere, si risale per pochi metri alla sinistra del torrente e lo si riattraversa subito dopo, alla base di una serie di bellissimi salti. Si risale quindi un erto pendio erboso (questo tratto è ripido e scivoloso e rende sconsigliabile la discesa lungo lo stesso percorso) a destra del torrente fino ad un pianoro a circa 2350 m. Da qui in avanti si trova stranamente una profusione di ometti, nonostante l'orientamento sia decisamente più facile e non ci siano più passaggi obbligati. Si risale così ad un ultimo pianoro che precede i Laghi Creil, immersi in un affascinante paesaggio minerale che mi ha ricordato un viaggio fatto in Islanda tanti anni fa... Da qui in avanti non ci sono più ometti. Attraversato l'emissario del lago superiore, ci siamo portati sulla dorsale che separa il primo lago dal secondo e siamo entrati nel canale, ingombro di pietrame, che termina sotto la piatta cima detritica del Monte Giove. Arrivati sotto il ripido pendio di sfasciumi finale, abbiamo puntato a Nord (destra) guadagnando la cresta Est a circa 2900 m di quota, a destra di un evidente risalto roccioso. Aggirato il risalto sulla sinistra, senza difficoltà si arriva in vetta (circa 5 ore da Fondovalle). Il panorama dalla cima del Giove è veramente di prim'ordine ma questo si sapeva...
Il ritorno
Siamo scesi al lago del Busin superiore percorrendo la via normale che si svolge su sentiero segnalato, per la prima parte su sfasciumi, poi su facili prati. Dalla diga del Busin (circa 1 ora dalla cima) abbiamo seguito le indicazioni per l'Alpe Vova, che si raggiunge su un buon sentiero, passando dall'Alpe Giove (2155 m; 35' dalla diga). Dall'Alpe Vova, nei pressi della chiesetta di San Antonio (1448 m; 50 ' dall'Alpe Giove), abbiamo preso la strada sterrata che scende a Chioso fino al bivio per Altillone. Da qui lungo un piacevole sentiero nel bosco siamo ritornati al punto di partenza (1:10 da Vova; circa 3:30 ore dalla cima).
Considerazioni finali
In un'ideale raccolta di escursioni da fare nelle valli ossolane, per quanto mi riguarda questa non dovrebbe mancare. A buon intenditor...
Tourengänger:
atal
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