Bivacco Cai Macherio (2590 mt). Sul sentiero della Grande Guerra...
|
||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Se persino una Ferrari può vincere un Gran Premio, posso io non salire al Bivacco Cai Macherio??? Con questo incipit che è un po’ una cagata (ma non sapevo come iniziare questa ennesima relazione), cerco di buttar giù le solite “note stonate” sul giro che anche stavolta, sono riuscito a portare a casa senza colpo ferire. Siete pronti per il viaggio? E allora casco in testa, luci sempre accese e prudenza… Sempreee!
Lasciata la macchina lungo la stradina sterrata che sale alla Conca del Volano, m’incammino per una buona mezz’ora su questa forestale che è un po’ ‘na rottura di coglioni, non tanto per la bella paghera che termina al Rifugio De Marie, ma in quanto la sterrata è intramezzata da qualche colata di asfalto che toglie un poco la poesia; una volta giunto finalmente al Rifugio, seguo le indicazioni poste sulla palina e proseguo seguendo il segnavia N° 16.
Per un discreto lasso di tempo si cammina su un largo tratturo che via via si fa sempre più stretto e tortuoso, e una volta superata la Malga del Dosso, il sentiero si restringe in maniera decisa. La pendenza non mi mette mai alle corde col fiato, i lunghi tornanti che risalgono la grande conca, hanno il potere di farmi guadagnare metri con una certa gradevolezza, anche se comunque sono consapevole che con sta tiritera la strada per il bivacco si fa più lunga.
Lasciata la zona erbosa a quota 2000 circa, ora il sentiero prosegue tra roccette affioranti, guada 324 piccoli rivoli d’acqua e lambisce un paio di instabili bastionate, poi dopo alcuni facili “balzi”, finalmente si giunge nella parte più alpina del percorso.
Tecnicamente questo per me è il momento più bello del tragitto, perché nonostante si cammini tra le rocce, la traccia è sempre abbastanza intuitiva, e se il cielo è sgombero dalle nuvole tutto risulta più semplice del previsto. Io purtroppo, oggi mi sono imbattuto in alcune nuvole basse che mi hanno ostruito un po’ la visuale.
Gli ultimi 5 minuti di strada che conducono al Bivacco si fanno veramente in scioltezza, solo qualche salto sui massi in stile Paperinik danno brio ad una camminata tutto sommato abbastanza tranquilla.
Purtroppo come da pessima abitudine, il bivacco è chiuso e bisogna chiedere le chiavi al Cai Darfo per potere usufruire della struttura; peccato, col bel vent’uccello fresco che tirava oggi 5 minuti di relax al riparo li avrei fatti volentieri…
E mo??? Dopo essermi rifocillato mangiando un po’ di frutta ho pensato: se riesco ad essere al Rif. De Marie per un orario decente, mi faccio una bella polenta avec le fromage d’alpage… con questo clima ci sta a meraviglia. Zaino in spalla e via!
Come spesso accade, la discesa mi risulta essere più spacca gambe rispetto alla salita appena effettuata, e nonostante oggi la mia andatura di crociera non sia delle più veloci, arrivo comunque al sottostante rifugio che sono le 13,10. Mi guardo attorno, trovo il mio comodo posticino dove “parcheggiare” anche il fido Olmo e mi rilasso; tolgo gli scarponi e li appoggio proprio sotto il naso di una coppia “diversamente giovane”… Oooh che bello!
Ma il relax??? Dopo due minuti due, un tipo simpatico come un buco nella suola della scarpa, ha cominciato ad intrattenere gli astanti diffondendo a pieno volume una serie di canzoni interpretate da una tipa talmente stonata, che al confronto il mitico Enzo Jannacci sembra Pavarotti! Cazzo che due coglioni…
Tutto qui? No, no. Siccome che le disgrazie viaggiano sempre in coppia, insieme al filibustiere audio munito, la zona pullula di allegre famigliole con pargoli al seguito, e sino qua tutto normale, ma quando il binomio filibustiere/ marmocchi si fonde sino a diventare un tutt’uno, la cosa diventa devastante per il tuo Karma… In quel preciso momento vorresti essere un piccolo Nerone, il piromane per antonomasia che risolve i problemi a colpi di zolfo. Poi ci pensi un attimo fai un lungo respiro e giungi a più miti consigli: vabbè ci sono i bambini, non si può risolvere tutto in questa maniera… fai un altro bel respiro, t’illumini come il neon di un negozio di Chanel e trovi il quid: Eureka! Dopo Nerone posso sempre trasformarmi in Erode!
Purtroppo però è andata come è andata, e se non puoi battere i tuoi nemici, fatteli amici, diceva un vecchio detto. Disintegrato il disintegrabile, ho fatto un bel rutto a fauci spalancate, ho sorriso come un Clown mentre fa uno scherzo al bambino e vaffanculo a tutti… Adesso pago e me ne ritorno comunque felice alla mia macchina. Il Cielo è azzurro e i gradi sono 20. Stop.
Nota 1): La Conca del Volano la conoscevo bene, in passato c’ho girato spesso con Piero il Cinghiale, ma mai mi ero inoltrato nel selvaggio mondo del Tredenus, la montagna che sovrasta la Conca. A parte lo sviluppo altimetrico, il giro è fattibile e non ci sono grossi pericoli sul percorso. A mio modesto parere è meglio evitare la salita al bivacco quando la nebbia è bassa, sapete meglio di me che quando si cammina sulle rocce, il rischio di perdere la traccia non è poi così remoto. P.S. Scusate per la scarsa qualità delle foto, ma il tempo non mi ha permesso di fare meglio. P.P.S. L'appendice della traccia non prendetela in considerazione, mi ero dimenticato di disattivare il Gps!
P.P.P.S. Mi ha contattato Liliana del Cai Macherio, mi ha avvisato che il Bivacco è sempre APERTO, se qualcuno dovesse trovarlo chiuso, avvisi il suddetto Cai. Probabilmente sono io una schiappa e non sono stato capace di aprirlo, la porta è a prova di Capra... mi ha detto che hanno adottato questo sistema di chiusura perchè i simpatici animali trovavano la maniera di entrare nel Bivacco. Grazie per l'avviso.
Nota 2): Cose a caso & Dilemmi della vita.
Sex and the city: Coppia inglese fa sesso in una cabina telefonica. Ecco cosa intendeva dire la Telecom sulla “telefonata che ti allunga la vita”…..
Sport: Dopo il golazo di Mexes contro l’Inter , ora gli sportivi si augurano una “schiacciata” a canestro da parte di Brunetta!
Go drug in Milano: Nel quartiere Rogoredo denunciano gli abitanti, circola molta droga; noi incontriamo i tossicodipendenti che raccontano la loro vita fatta di espedienti e tragedie… l’intervista è del “Fatto Quotidiano”.
Nota 3): Ma una poesia sul Bivacco? Vai Eric…
BIVACCO.
La porta è chiusa a chiave e io ricevo un pacco,
il vento è freddo e teso e penso già al colbacco,
ma poi ci penso meglio e parto al contrattacco.
Bivacco,
Con tutta questa strada ho preso un grande smacco,
ma forte come un mulo avanzo da Cosacco,
fanculo a tutti quanti io salto in braccio a Bacco.
Bivacco,
Rimedio col Rifugio che è aperto dai perbacco,
ma il puttanaio è immenso e vado al centrattacco,
scusate per favore, cucina Carlo Cracco?
Annuso le pietanze come se fossi un Bracco e in fondo mi domando : che cazzo è sto Bivacco?
A la Prochaine! Menek und Olmo.

Kommentare (38)