Da Predarossa al Bivacco Kima
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L'escursione - con un tracciato molto "da alta montagna" - ricalca (con una piccola variante al ritorno) il tratto terminale del famoso Sentiero Roma, l'alta via che unisce in un unico percorso i rifugi del gruppo montuoso Masino-Disgrazia. Inizialmente si costeggia il SIC di Predarossa, una zona umida di particolari bellezza e fragilità, dominata lungo ogni orizzonte da rocce severe e geologicamente multiformi. Fino al Rifugio Ponti è una bella passeggiata di montagna, assai frequentata in estate, sia come meta a sé stante, sia come punto di partenza per l'ascensione al M.Disgrazia; proseguendo sul Sentiero Roma, si vanno ad affrontare lunghissime traversate su distese di rocce frantumate: l'andatura è molto variata fra le ghiaie e i massi di dimensioni metriche. Il punto tecnico dell'intero percorso è il passaggio della parete rocciosa rivolta a ovest sottostante la Bocchetta Roma (molto ben attrezzata di catene e appoggi metallici) e l'adiacente placca di neve.
NOTA. Attualmente il Bivacco Kima è inagibile a causa delle cospicue devastazioni provocate da un gregge di capre. Gli animali - trovata evidentemente aperta la porta - hanno spostato mobili, distrutto parecchi materassi e depositato deiezioni su qualunque superficie raggiungibile. Intatti solo i materassi del secondo e terzo livello dei letti a castello.
Lasciandosi alle spalle i pochi ruderi dei lavori idroelettrici, si imbocca la pista sassosa che sale al ripiano di Predarossa: negli ultimi anni è stato approntato un passaggio artificiale - qualche segno di cedimento - su passerelle che risparmia l'importante zona umida dal calpestio degli escursionisti. Si prosegue in un rado lariceto tra infidi scivolosi blocchi di serpentinite per raggiungere un secondo ripiano, in vista delle potenti morene del ghiacciaio del Disgrazia. Si volge a sinistra ignorando le indicazioni per il Basset (o Passo Romilla - passaggio verso l'adiacente Val di Mello) e imboccando una sorta di ampio ripidissimo canalone che rimonta il versante occidentale della valle: il sentiero è quasi completamente scalinato di grossi sassi malamente disposti, e, inanellando una serie di brevi tornantini, risale il lato destro di una frana di blocchi. Prima del termine del "canalone", appena possibile, se ne esce andando ad iniziare un lunghissimo traverso di magro pascolo (più sassi che erba), già in vista del rifugio. Percorrendo questo terrazzo morenico su sentiero sempre più roccioso, si scende brevemente in un canale (acque scorrenti sotto i blocchi, fare attenzione in presenza di neve residua), e se ne risale l'altra sponda in corrispondenza della piazzola per gli elicotteri: ormai il Rifugio Ponti è a pochi metri. Si prosegue tenendo di vista l'abbondante segnaletica a vernice alle spalle del rifugio, prendendo una direzione obliqua ascendente verso la costiera di guglie rocciose a confine con la Val di Mello; destreggiandosi fra massi sempre più grandi, si raggiunge l'alto ometto di pietre della Bocchetta Roma. Proprio in corrispondenza del passo è ancorata la prima di una lunga serie di catene di sicurezza che assistono nella ripida discesa in Val Cameraccio; si prosegue attraverso una placca di neve residua (pericolosa in caso di basse temperature) e si prosegue nella traversata discendente di vastissime gande in direzione del visibile bivacco. Raggiunto il fondo di una conca occupata da un laghetto, si risale il filo di una morena che si conclude contro l'edificio in pietra del Bivacco Kima.
Per il ritorno è naturalmente possibile ripercorrere interamente la via di andata, ma - risaliti alla Bocchetta Roma - può essere gradevole concedersi un diversivo. Dalla bocchetta è ben visibile l'imponente morena laterale destra dell'antico ghiacciaio di Predarossa, attualmente tracciata dal sentierino Rifugio Ponti-M.Disgrazia: con divertente percorso non obbligato fra i massi multicolori (passaggi di I grado), la si raggiunge e si inizia una prudente discesa lungo il sottilissimo vertice. Si oltrepassano i sentieri per il Rifugio Ponti e per il Passo di Corna Rossa e si continua con percorso sempre più ripido finchè la morena laterale si perde in quella frontale, andando ad esaurirsi nel terzo ripiano di Predarossa; il sentiero tappezzato di erba palustre serpeggia a fianco del torrente glaciale e - in breve - va a raccordarsi definitivamente con la via di salita nei pressi del bivio per il Basset. Da qui al parcheggio lungo la via di andata.
NOTA. Attualmente il Bivacco Kima è inagibile a causa delle cospicue devastazioni provocate da un gregge di capre. Gli animali - trovata evidentemente aperta la porta - hanno spostato mobili, distrutto parecchi materassi e depositato deiezioni su qualunque superficie raggiungibile. Intatti solo i materassi del secondo e terzo livello dei letti a castello.
Lasciandosi alle spalle i pochi ruderi dei lavori idroelettrici, si imbocca la pista sassosa che sale al ripiano di Predarossa: negli ultimi anni è stato approntato un passaggio artificiale - qualche segno di cedimento - su passerelle che risparmia l'importante zona umida dal calpestio degli escursionisti. Si prosegue in un rado lariceto tra infidi scivolosi blocchi di serpentinite per raggiungere un secondo ripiano, in vista delle potenti morene del ghiacciaio del Disgrazia. Si volge a sinistra ignorando le indicazioni per il Basset (o Passo Romilla - passaggio verso l'adiacente Val di Mello) e imboccando una sorta di ampio ripidissimo canalone che rimonta il versante occidentale della valle: il sentiero è quasi completamente scalinato di grossi sassi malamente disposti, e, inanellando una serie di brevi tornantini, risale il lato destro di una frana di blocchi. Prima del termine del "canalone", appena possibile, se ne esce andando ad iniziare un lunghissimo traverso di magro pascolo (più sassi che erba), già in vista del rifugio. Percorrendo questo terrazzo morenico su sentiero sempre più roccioso, si scende brevemente in un canale (acque scorrenti sotto i blocchi, fare attenzione in presenza di neve residua), e se ne risale l'altra sponda in corrispondenza della piazzola per gli elicotteri: ormai il Rifugio Ponti è a pochi metri. Si prosegue tenendo di vista l'abbondante segnaletica a vernice alle spalle del rifugio, prendendo una direzione obliqua ascendente verso la costiera di guglie rocciose a confine con la Val di Mello; destreggiandosi fra massi sempre più grandi, si raggiunge l'alto ometto di pietre della Bocchetta Roma. Proprio in corrispondenza del passo è ancorata la prima di una lunga serie di catene di sicurezza che assistono nella ripida discesa in Val Cameraccio; si prosegue attraverso una placca di neve residua (pericolosa in caso di basse temperature) e si prosegue nella traversata discendente di vastissime gande in direzione del visibile bivacco. Raggiunto il fondo di una conca occupata da un laghetto, si risale il filo di una morena che si conclude contro l'edificio in pietra del Bivacco Kima.
Per il ritorno è naturalmente possibile ripercorrere interamente la via di andata, ma - risaliti alla Bocchetta Roma - può essere gradevole concedersi un diversivo. Dalla bocchetta è ben visibile l'imponente morena laterale destra dell'antico ghiacciaio di Predarossa, attualmente tracciata dal sentierino Rifugio Ponti-M.Disgrazia: con divertente percorso non obbligato fra i massi multicolori (passaggi di I grado), la si raggiunge e si inizia una prudente discesa lungo il sottilissimo vertice. Si oltrepassano i sentieri per il Rifugio Ponti e per il Passo di Corna Rossa e si continua con percorso sempre più ripido finchè la morena laterale si perde in quella frontale, andando ad esaurirsi nel terzo ripiano di Predarossa; il sentiero tappezzato di erba palustre serpeggia a fianco del torrente glaciale e - in breve - va a raccordarsi definitivamente con la via di salita nei pressi del bivio per il Basset. Da qui al parcheggio lungo la via di andata.
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