Tutto infighettato sul Monte Camicia!
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Questo è l’ultimo giro che ho effettuato nel Parco del Gran Sasso, la meta, il Monte Camicia, è quel gigante che ogni giorno vedevo dalla finestra dell’agriturismo dove eravamo alloggiati, salire lì è stato “naturale”.
A differenza della parete Nord, la parte meridionale del Camicia non presenta particolari difficoltà, certo la salita è ripida, ma i tratti da fare con attenzione sono proprio pochi e di brevissima durata, quindi se siete in zona fateci un salto…
Lasciata l’auto nel grande parcheggio, abbiamo preso la sterrata che con evidenza conduce verso il già visibile M. Camicia, da qua, come da traccia, noi abbiamo girato come dei pirla intorno al Rif. Fonte Vetica alla ricerca misterioso sentiero 8b (fatto al ritorno) ; dopo aver vagato come barchette senza bussola in una vasca da bagno, siamo ritornati a più miti consigli e abbiamo preso il visibile sentiero 8a che costeggia un canale detritico, in una sorta di salita direttissima.
La traccia è evidente e bollata di giallo/rosso, il sentiero è in parte ghiaioso e con roccette affioranti; superato un dossetto, il sentiero prosegue costeggiando unì altro canalone ancora parzialmente innevato, ci si produce in un lungo traverso poco esposto, e dopo aver incrociato il bivio con l’8b che proviene dal M. Tremoggia, con una certa facilità ci si ritrova ad un colletto con visuale “a strapiombo”. Dopo una breve consultazione familiare, Nadia e Olmo mi hanno aspettato al colletto, mentre io ho affrontato gli ultimi 10/15 minuti di salita che mi restavano per arrivare sul M. Camicia. Il sentiero nella prima parte è detritico, poi si viaggia tranquilli.
Nonostante qualche nuvola, il panorama è veramente bello e spazia a 360°… la zona completamente dolomitica del parco del Gran Sasso, fa a schiaffi con il verde che circonda queste cime, in una sorta di contrasto incredibilmente possibile.
Ritornato al colletto per la ricongiunzione familiare, ci siamo ristorati in assoluta solitudine, ancor ché supportati da un gradevole venticello che poi lascerà il campo ad un caldo quasi anomalo. Si riparte, dobbiamo completare l’anello.
Ritornati al vicino bivio, abbiamo imboccato il sentiero 8b che prosegue sotto il filo di cresta, e con diversi saliscendi panoramici, siamo giunti sul M. Tremoggia accolti da qualche Stella Alpina e da una simpatica coppia alle prese con tenere ma alquanto spinte effusioni. Scusate ragazzi… e avanti con i “dettagli”, noi ce ne andiamo subito!
Il sentiero prosegue seguendo una sorta di dorsale, fa caldo da morire, e fatto tesoro delle “dritte” dateci dal duo “accaldato”, abbiamo evitato di proseguire sino al non distante Passo di Fonte Fredda, preferendo scendere al già visibile parcheggio costeggiando anche qua un ripido canale. La bollatura è sbiadita ma si naviga a vista su sentiero a volte ghiaioso. Fine del giro.
Nota 1): Bel giro ad anello con meta di tutto rispetto, il consiglio mio personale, se volete fare il giro ad anello, è quello di prendere la Direttissima 8a per l’andata, eviterete così di girare a casaccio per il boschetto ( dov’è la bollatura 8b?) , poi potete completare il vostro giro senza particolari problemi. Almeno che non subentri la nebbia in alta quota… la bollatura e la segnaletica (scarsa) fanno cacare. N.B. Il cibo fotografato è dedicato al quel buongustaio di danicomo.
Nota 2): Oggi niente Cose a Caso & Dilemmi della Vita + Poesia… la nota 2 è tutta per Piergiorgio De Paulis, giovane e promettente alpinista perito tragicamente in una prima invernale sulla parete Nord nel lontano 1974. Non ho potuto fare a meno di pensare a lui dopo la storia raccontatami da Vittorino, gran messere dell’Agriturismo il Bivacco del Parco.
Nota 3): Dopo la nota 2 potevo farmi prendere dalla tristezza? Manco morto… anche se qua non è il caso di dirlo! Sfrontato ed irriverente...Oui, c'est moi!
E vai... https://www.youtube.com/watch?v=HD0eb0tDjIk
A la Prochaine! Menek, Nadia und Olmo.

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