Schildkrötengrat al Chli Bielenhorn
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La scelta di una via da percorrere passa per tante vie...
-Ste...la prossima uscita si fa al Furka, che non è poi così lontano come sembra-
-Ok...come si chiama la via?-
-non importa, ti mando la foto del muro del pianto, il passaggio chiave della via (un 7b, azzerabile a 4+)-
-non sembra impossibile, saranno si e no 5 metri...si fa-
- in artificiale non ho mai scalato, passerò?-
-si...chissà se io riuscirò a fare il resto della cresta-
-si-
Dal parcheggio si vede la cresta e anche la neve che ancora occupa il sentiero che dovremo percorrere scendendo...le scarpe da avvicinamento hanno un buon grip, ma per sicurezza prendo i ramponi, poi vedremo se serviranno o no.
Fa caldo ma non troppo e intanto che saliamo ascolto Stefano raccontare del giro in bicicletta fatto anni fa da queste parti...oggi gioco in casa e sono rilassata, mentre lui è un pò più in agitazione
All'attacco c'è ancora neve, facciamo i numeri per non bagnare le scarpette e la corda e appena possibile parto, sopra c'è una sosta comoda, gli zaini li sistemeremo là.
Tra conserva e tiri veloci arriviamo al famigerato muro del pianto, a questo punto passo il testimone a Stefano, questo è il suo tiro!
Lo guardo approcciare la paretina e capisco subito che noi, qui, di lacrime non ne verseremo...in tre minuti il passaggio è superato...azzerato senza nessuna difficoltà! Bene, ora sta a me salire, la cosa complessa è recuperare il materiale, ma supportata dall'alto riesco bene...il mio compagno ha usato i cordini per i piedi, io li uso per tenermi con la mano libera mentre recupero.
Opsss...eccomi...eccoci...il muro del pianto è alle nostre spalle, da qui alla fine della via le difficoltà saranno più contenute; ai gendarmi, però, ci facciamo trarre in inganno da una sosta che fa bella mostra di se su un torrione e, un tiro di 3a si trasforma in un bel 6a..ufff...mentre son lì appesa valuto le alternative che ho...farmi calare e cercare di recuperare la via dal basso o cercare di salire...salgo mettendo un rinvio lungo, lunghissimo, azzero e son sul gendarme, poi tolgo il rinvio (in modo che Stefano non debba passar di lì) e arrivo in alla nostra sosta.
Da qui alla cima manca poco, dopo un passaggio aereo, cerchiamo un camino che alla fine si rivela un non camino, (ma data la chiodatura non abbiamo dubbi che la via sia questa) lo superiamo, poi per comodi blocchi, in pochi minuti siamo in vetta...dove il brindisi è d'obbligo.
Pochi minuti dopo il tramonto iniziamo la discesa, come previsto le scarpe tengono bene e i ramponi restano nello zaino, insieme alla frontale e ad un paio di nuovi progetti.
-Ste...la prossima uscita si fa al Furka, che non è poi così lontano come sembra-
-Ok...come si chiama la via?-
-non importa, ti mando la foto del muro del pianto, il passaggio chiave della via (un 7b, azzerabile a 4+)-
-non sembra impossibile, saranno si e no 5 metri...si fa-
- in artificiale non ho mai scalato, passerò?-
-si...chissà se io riuscirò a fare il resto della cresta-
-si-
Dal parcheggio si vede la cresta e anche la neve che ancora occupa il sentiero che dovremo percorrere scendendo...le scarpe da avvicinamento hanno un buon grip, ma per sicurezza prendo i ramponi, poi vedremo se serviranno o no.
Fa caldo ma non troppo e intanto che saliamo ascolto Stefano raccontare del giro in bicicletta fatto anni fa da queste parti...oggi gioco in casa e sono rilassata, mentre lui è un pò più in agitazione
All'attacco c'è ancora neve, facciamo i numeri per non bagnare le scarpette e la corda e appena possibile parto, sopra c'è una sosta comoda, gli zaini li sistemeremo là.
Tra conserva e tiri veloci arriviamo al famigerato muro del pianto, a questo punto passo il testimone a Stefano, questo è il suo tiro!
Lo guardo approcciare la paretina e capisco subito che noi, qui, di lacrime non ne verseremo...in tre minuti il passaggio è superato...azzerato senza nessuna difficoltà! Bene, ora sta a me salire, la cosa complessa è recuperare il materiale, ma supportata dall'alto riesco bene...il mio compagno ha usato i cordini per i piedi, io li uso per tenermi con la mano libera mentre recupero.
Opsss...eccomi...eccoci...il muro del pianto è alle nostre spalle, da qui alla fine della via le difficoltà saranno più contenute; ai gendarmi, però, ci facciamo trarre in inganno da una sosta che fa bella mostra di se su un torrione e, un tiro di 3a si trasforma in un bel 6a..ufff...mentre son lì appesa valuto le alternative che ho...farmi calare e cercare di recuperare la via dal basso o cercare di salire...salgo mettendo un rinvio lungo, lunghissimo, azzero e son sul gendarme, poi tolgo il rinvio (in modo che Stefano non debba passar di lì) e arrivo in alla nostra sosta.
Da qui alla cima manca poco, dopo un passaggio aereo, cerchiamo un camino che alla fine si rivela un non camino, (ma data la chiodatura non abbiamo dubbi che la via sia questa) lo superiamo, poi per comodi blocchi, in pochi minuti siamo in vetta...dove il brindisi è d'obbligo.
Pochi minuti dopo il tramonto iniziamo la discesa, come previsto le scarpe tengono bene e i ramponi restano nello zaino, insieme alla frontale e ad un paio di nuovi progetti.
Tourengänger:
Laura.
Communities: Hikr in italiano
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