Primo assaggio del Parco Pineta in MTB
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Non molto tempo fa mi sono imbattuto in un sito che descriveva le innumerevoli possibilità escursionistiche all’interno del Parco Pineta che abbraccia una grande area boschiva tra le province di Como e di Varese. Avevo apprezzato la sua bellezza solamente e vergognosamente percorrendo in automobile le strade asfaltate che lo attraversano ma nel bel sito dell’Ente Parco si descrivevano meraviglie alla portata di un turismo lento fatto a piedi, a cavallo o in MTB.
Così complice Fetonte con l’indotta canicola, pensando di batterla pedalando nel fresco dei boschi recupero tutte le info necessarie sia dal sito che da altre fonti e mi reco a Binago dove inizia il Sentiero delle Rane, un bel nome per esordire, nei pressi del Centro di Vita Associativa sito in via De Gasperi. Un comodo parcheggio mi attende lì e dopo frettolosi preparativi finalmente inizia una timida pedalata alla ricerca dell’inizio del sentiero. Per la verità, i sentieri del Parco hanno sì un bel nome di fantasia ma anche una sigla ufficiale di due lettere legate alla località più vicina più una cifra numerica. Così il poetico Sentiero delle Rane è segnalato da cartelli bianco-rossi recanti la asettica sigla VO1 (VO sta per Vedano Olona). Devo dire che nel mio GPS avevo inserito la traccia molto interessante relativa ad un percorso di ca. 30 km costruito cucendo assieme degli spezzoni dei sentieri elencati sul sito del Parco anche se avevo alcune incertezze sul ritorno da Tradate a Binago via Castelnuovo Bozzente che mi pareva un po’ complicato.
La gita è stata molto bella e divertente anche se non ho realizzato quanto mi ero prefisso; sono infatti arrivato sino a Tradate e lì ho deciso di rientrare per la via fatta all’andata anziché completare l’anello, che comunque intendevo seguire in senso contrario all’autore della pubblicazione. Devo fare alcune osservazioni: i sentieri sono mediamente ben segnalati ma, come spesso accade in questi casi, c’è forse abbondanza di segnali laddove si potrebbero evitare mentre non ne ho trovati, a volte, in corrispondenza di bivi anonimi. Inoltre molti sentieri sono percorsi a se stanti, spesso anulari o periferici rispetto alla dorsale principale per cui affidarsi alle sole segnalazioni potrebbe portare in direzioni diverse da quella voluta e a me è capitato. Un GPS con traccia preimpostata è consigliato anche se non indispensabile. Dissento dal dare una valutazione generale alle difficoltà: a mio avviso sentieri come VO1 e VO2 sono davvero difficili e impegnativi mentre VS1 e VI1 sono elementari, ampi e dal fondo fin troppo “stradale”. BI1 si colloca tra questi due livelli di difficoltà. Parlo naturalmente solo dei sentieri che ho percorso e aggiungo anche che le difficoltà, dove ci sono, vengono esasperate dalla vegetazione ormai nel momento in cui è più folta; una ripetizione in autunno/inverno offrirebbe un’apertura più ampia dei passaggi e libererebbe l’incauto trekker dall’assalto delle zanzare. Inoltre mi auguro che l’aspetto più che selvaggio e impenetrabile di alcuni percorsi, tale da far desistere dall’entrarvi, sia dovuto proprio alla vegetazione rigogliosa e non ad una incuria o cattiva manutenzione del Parco.
Nel complesso una gita di soddisfazione che invoglia ad esplorare altre parti di questa grande Pineta.
Pedalata….della giornata:
Dislivello 224m
Lunghezza totale 20,4 km
Tempo 2h53’ soste comprese

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