Corna delle Quattro matte
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allego commento del socio Pier
Una delle mete più ambite, che fino a poco tempo fa consideravo al di fuori della mia portata, finalmente conquistata! Chiedo all’amico fidato Sergio di accompagnarmi in questa nuova avventura e lui non si tira indietro anche se ha ancora nelle gambe l’ennesima maratona di due giorni prima. E avventura si rivela fin dall’inizio nel cercare i bolli rossi che ci condurranno alla cresta del Lazaret. Per raggiungere questa cresta bisogna superare un dedalo di ripidissimi canalini erbosi o ghiaiosi che senza bolli è matematico sbagliare! E’ una “ravanata” infinita continuamente aggrappati a ciuffi di erba! Una volta in cresta non è che la situazione cambi molto. E’ un continuo su e giù prevalentemente su erba e ghiaia e brevi tratti di cresta rocciosa, sempre a precipizio su entrambi i lati. Solo in prossimità della Corna delle Quattro Matte la cresta diventa un po’ più continua e costante. Alla base della Corna seguo le preziose informazioni di Alessio Pezzotta e individuo il canalino di salita. Stretto e incassato, 25 metri, con difficoltà di terzo grado. Fuori dal canalino c’è una sosta su friend incastrato. Da li si attacca lo spigolo che presenta delle placche inclinate. Gli appigli ci sono, ma bisogna fare molta attenzione a saggiare la presa prima di tirare! E’ il tratto più esposto ed è lungo una trentina di metri. Attenzione alle “pietre cadenti” soprattutto facendo la doppia! Doppia che abbiamo fatto su un vecchio chiodo ben fissato. Terminato lo spigolo si percorre ancora un breve tratto di articolata ed esposta cresta per raggiungere la croce di vetta. Stavolta l’urlo liberatorio è stato molto potente e si è schiantato sulle pareti della Presolana Orientale e del Visolo! Il ritorno di nuovo sulla “rognosa” Cresta del Lazaret. Ed ora sotto con l’ultima Corna…
Una delle mete più ambite, che fino a poco tempo fa consideravo al di fuori della mia portata, finalmente conquistata! Chiedo all’amico fidato Sergio di accompagnarmi in questa nuova avventura e lui non si tira indietro anche se ha ancora nelle gambe l’ennesima maratona di due giorni prima. E avventura si rivela fin dall’inizio nel cercare i bolli rossi che ci condurranno alla cresta del Lazaret. Per raggiungere questa cresta bisogna superare un dedalo di ripidissimi canalini erbosi o ghiaiosi che senza bolli è matematico sbagliare! E’ una “ravanata” infinita continuamente aggrappati a ciuffi di erba! Una volta in cresta non è che la situazione cambi molto. E’ un continuo su e giù prevalentemente su erba e ghiaia e brevi tratti di cresta rocciosa, sempre a precipizio su entrambi i lati. Solo in prossimità della Corna delle Quattro Matte la cresta diventa un po’ più continua e costante. Alla base della Corna seguo le preziose informazioni di Alessio Pezzotta e individuo il canalino di salita. Stretto e incassato, 25 metri, con difficoltà di terzo grado. Fuori dal canalino c’è una sosta su friend incastrato. Da li si attacca lo spigolo che presenta delle placche inclinate. Gli appigli ci sono, ma bisogna fare molta attenzione a saggiare la presa prima di tirare! E’ il tratto più esposto ed è lungo una trentina di metri. Attenzione alle “pietre cadenti” soprattutto facendo la doppia! Doppia che abbiamo fatto su un vecchio chiodo ben fissato. Terminato lo spigolo si percorre ancora un breve tratto di articolata ed esposta cresta per raggiungere la croce di vetta. Stavolta l’urlo liberatorio è stato molto potente e si è schiantato sulle pareti della Presolana Orientale e del Visolo! Il ritorno di nuovo sulla “rognosa” Cresta del Lazaret. Ed ora sotto con l’ultima Corna…
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ser59
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