Rifugio Falc - Pizzo dei Tre Signori
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Stavo pensando ad un giro su sentieri attrezzati, quando Moira mi propone un giro organizzato da Antonio:
Premana, Rifugio Falc, Piani di Bobbio e discesa a Barzio in cabinovia.
Accetto volentieri, due giorni in compagnia sono sempre piacevoli; anche se la cabinovia non mi va molto, soprattutto la domenica quando c'è affollamento.
Arriviamo a Premana, dove l'autobus ci lascia alla zona industriale, poco sotto al paese, dove comincia la strada sterrata che risale la Val Varrone.
Il tempo è bello, con qualche nuvola, e l'aria fresca.
Saliamo con calma, rivedendo i progetti per il giorno dopo; non tutti sono d'accordo per arrivare ai Piani di Bobbio, per cui decidiamo di arrivare al Buzzoni e scendere ad Introbio.
Sosta per il pranzo in uno spiazzo attrezzato con tavolini e vista su una cascatella; riprendiamo il cammino con successiva sosta alla Casera Vecchia per torte e caffé.
Proseguiamo sempre con calma in territorio da qui sconosciuto per me, raggiungendo il Rifugio Falc in 4 ore e 30 minuti, escluse soste.
Qui c'è un bel vento freddo che costringe a vestirsi pesante; per riuscire a telefonare bisogna raggiungere una vicina altura su cui sventola la bandiera.
Al Falc non ero mai stato; piccolo e affollato, ma non si sta male, a parte il bagno esterno nel caso si abbia bisogno di notte.
Poco prima di cena si organizza una piccola spedizione di soccorso per aiutare un signore che scendendo dal Pizzo è rimasto senza energie; niente di serio, nel frattempo il signore si è ripreso e scende senza difficoltà.
Per il giorno dopo io e Antonio decidiamo di salire al Pizzo, poiché sarebbe un peccato passare poco sotto senza raggiungere la cima, mentre Moira e Rosanna ci sapettano alla Bocchetta di Piazzocco.
La cena è buona, quattro chiacchiere in compagnia e poi a dormire.
La mattina dopo partenza per il Pizzo; sono le 8,30, un po' tardi, ma incamminandoci di buon passo raggiungiamo la cima in 1 ora e 5 minuti, superando diverse persone partite prima di noi.
Due tratti innevati si superano facilmente senza ramponi; invece il caminetto dicono che è ancora ghiacciato e difficoltoso.
L'aria è fredda e devo mettere i guanti; breve sosta, qualche foto e scendiamo velocemente.
Ora si fa sentire la fatica accumulata, e devo rallentare; raggiungiamo la Bocchetta di Piazzocco dove ci stanno aspettando Rosanna e Moira, e decidiamo il percorso da fare.
È tardi per andare al Rif. Buzzoni; Antonio propone di raggiungere la Grassi e scendere ad Introbio, ma dopo qualche discussione prevale l'idea di scendere al Lago di Sasso.
Ci incamminiamo sul Sentiero del Cardinale; lasciamo perdere il primo sentiero che scende, stretto e ripido, e prendiamo il successivo, che scende più gradualmente collegandosi ad un sentiero che feci 4 anni fa arrivando dalla Grassi.
Questo sentiero non è però comodo come sembrava; è invaso dalla vegetazione, poi troviamo un canalino innevato dove si dovrebbe saltare atterrando su neve dura, troppo pericoloso; scendiamo brevemente un ripido pendio erboso dove Rosanna, che soffre un po' di vertigini, ha qualche difficoltà, ma riesce a passare.
Ripreso il sentiero, non sempre ben visibile, raggiungiamo quello che scende al Lago, dove facciamo la sosta per il pranzo.
Riprendiamo la discesa; qualche goccia di pioggia non ci preoccupa, non ci sono nubi temporalesche; raggiungiamo il Tavecchia per torte e caffé, poi veloce discesa lungo il sentiero che evita la strada arrivando finalmente ad Introbio, stanchi, io con le ginocchia un po' doloranti, ma soddisfatti della bella escursione.
Solo Antonio non sembra essere stanco.
Ritorno a Milano facendo qualche progetto per il futuro, meteo e contrattempi vari permettendo.
Alla prossima
Ciao
Stefano
Premana, Rifugio Falc, Piani di Bobbio e discesa a Barzio in cabinovia.
Accetto volentieri, due giorni in compagnia sono sempre piacevoli; anche se la cabinovia non mi va molto, soprattutto la domenica quando c'è affollamento.
Arriviamo a Premana, dove l'autobus ci lascia alla zona industriale, poco sotto al paese, dove comincia la strada sterrata che risale la Val Varrone.
Il tempo è bello, con qualche nuvola, e l'aria fresca.
Saliamo con calma, rivedendo i progetti per il giorno dopo; non tutti sono d'accordo per arrivare ai Piani di Bobbio, per cui decidiamo di arrivare al Buzzoni e scendere ad Introbio.
Sosta per il pranzo in uno spiazzo attrezzato con tavolini e vista su una cascatella; riprendiamo il cammino con successiva sosta alla Casera Vecchia per torte e caffé.
Proseguiamo sempre con calma in territorio da qui sconosciuto per me, raggiungendo il Rifugio Falc in 4 ore e 30 minuti, escluse soste.
Qui c'è un bel vento freddo che costringe a vestirsi pesante; per riuscire a telefonare bisogna raggiungere una vicina altura su cui sventola la bandiera.
Al Falc non ero mai stato; piccolo e affollato, ma non si sta male, a parte il bagno esterno nel caso si abbia bisogno di notte.
Poco prima di cena si organizza una piccola spedizione di soccorso per aiutare un signore che scendendo dal Pizzo è rimasto senza energie; niente di serio, nel frattempo il signore si è ripreso e scende senza difficoltà.
Per il giorno dopo io e Antonio decidiamo di salire al Pizzo, poiché sarebbe un peccato passare poco sotto senza raggiungere la cima, mentre Moira e Rosanna ci sapettano alla Bocchetta di Piazzocco.
La cena è buona, quattro chiacchiere in compagnia e poi a dormire.
La mattina dopo partenza per il Pizzo; sono le 8,30, un po' tardi, ma incamminandoci di buon passo raggiungiamo la cima in 1 ora e 5 minuti, superando diverse persone partite prima di noi.
Due tratti innevati si superano facilmente senza ramponi; invece il caminetto dicono che è ancora ghiacciato e difficoltoso.
L'aria è fredda e devo mettere i guanti; breve sosta, qualche foto e scendiamo velocemente.
Ora si fa sentire la fatica accumulata, e devo rallentare; raggiungiamo la Bocchetta di Piazzocco dove ci stanno aspettando Rosanna e Moira, e decidiamo il percorso da fare.
È tardi per andare al Rif. Buzzoni; Antonio propone di raggiungere la Grassi e scendere ad Introbio, ma dopo qualche discussione prevale l'idea di scendere al Lago di Sasso.
Ci incamminiamo sul Sentiero del Cardinale; lasciamo perdere il primo sentiero che scende, stretto e ripido, e prendiamo il successivo, che scende più gradualmente collegandosi ad un sentiero che feci 4 anni fa arrivando dalla Grassi.
Questo sentiero non è però comodo come sembrava; è invaso dalla vegetazione, poi troviamo un canalino innevato dove si dovrebbe saltare atterrando su neve dura, troppo pericoloso; scendiamo brevemente un ripido pendio erboso dove Rosanna, che soffre un po' di vertigini, ha qualche difficoltà, ma riesce a passare.
Ripreso il sentiero, non sempre ben visibile, raggiungiamo quello che scende al Lago, dove facciamo la sosta per il pranzo.
Riprendiamo la discesa; qualche goccia di pioggia non ci preoccupa, non ci sono nubi temporalesche; raggiungiamo il Tavecchia per torte e caffé, poi veloce discesa lungo il sentiero che evita la strada arrivando finalmente ad Introbio, stanchi, io con le ginocchia un po' doloranti, ma soddisfatti della bella escursione.
Solo Antonio non sembra essere stanco.
Ritorno a Milano facendo qualche progetto per il futuro, meteo e contrattempi vari permettendo.
Alla prossima
Ciao
Stefano
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