Anello al Monte Cusna 2120 m
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Come spesso succede solo all’ultimo decidiamo dove andare a passare questo lungo ponte. Al nord il tempo sembra un po’ bizzoso, più giù si va meglio diventa. Troppo giù non possiamo andare ma l’Emilia sembra offrire un buon compromesso. L’Appennino lo conosciamo pochissimo e non abbiamo nulla. Recuperiamo da Poge delle cartine, non il massimo ma meglio di niente! Giovedì sera studiamo qualche giro con l’intenzione di fare tre giorni per evitare il rientro del primo vero week end al mare. Però poi ci faremo prendere la mano e lo stomaco e le cose poi cambieranno.
Partiamo sabato mattina sotto un bel temporale ma a Case di Civago ci aspetta, come promesso un bel sole.
Posteggiamo all’inizio della sterrata per il Rifugio Battisti, torniamo indietro di qualche metro e troviamo il cartello Cai “Monte Cusna 6 h”, ah però!!!
Il sentiero anche se parecchio inerbato è ben segnato e visibile fino al raggiungimento di una franetta e successivo attraversamento di un torrentello. Qui la natura ha dato il meglio di sé, il sentiero è franato. Ci inerpichiamo tra sassi semoventi e ortiche ma non vediamo traccia del proseguimento del sentiero. Continuiamo a salire ripidi nel bosco di larici, a tratti spalmati a pelle di leopardo ma è solo l’unica difficoltà, il ripido. Grazie al GPS ritroviamo il sentiero sopra di noi da qui in poi nessuna altra difficoltà.
Attraversiamo una sterrata e andiamo a prendere la cresta per il Monte Cusna. Cresta che seguiremo, fino al Passone passando il Monte Ravino, P.so della Volpe, Cima di Vallestrina, P.so di Vallestrina e quindi Passone. Al colle è stato messo uno strano aggeggio formato da più flauti che grazie all’immancabile vento emettono una sorta di musichetta. Rimprendiamo la salita passiamo altre due cimette, una nemmeno ce ne accorgiamo e raggiungiamo la base del Cusna. Saliamo alla cima dalle facili roccette (c’è un’alternativa che le evita) e raggiunta la croce, panorama è quasi nullo! Eh sì nel frattempo il meteo si è guastato e il panorama ne risente un po’, pazienza!
Scendiamo verso Presa Alta e al bivio per il rifugio Battisti, pensiamo bene di andare dalla parte opposta, continuando per Presa Alta. Un bellissimo traverso e una discesa molto ripida nel bosco ci portano a una sterrata, dove dai cartelli ci rendiamo conto di aver allungato di parecchio ma non solo, ci tocca risalire di circa 400 m. A un certo punto ci era sembrato che il sentiero scendesse un po’ troppo!
Per fortuna la risalita è comoda e quasi tutta all’ombra. Giunti al rifugio facciamo una bella sosta e chiediamo lumi sul sentiero più veloce per tornare al posteggio. Quello più veloce purtroppo lo sconsigliano per via di guado che al momento potrebbe creare un po’ di difficoltà per cui non ci resta che salire al P.so Lama Lite, scendere al rifugio Segheria e quindi posteggio.
Arriviamo al posteggio un po’ più tardi del previsto. Ci aspettano ora 2 ore di macchina per raggiungere Fanano e il rifugio Taburri.
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