Alphubel
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Alcune esigenze di salute e di lavoro mi fanno propendere per scegliere una gita relativamente tranquilla ma la consapevolezza che questa possa essere la mia ultima uscita con gli sci della stagione mi induce a scegliere qualcosa di "speciale".
L'Alphubel sembra rispondere a tutte queste piccole esigenze.
Qualche sms con Ciolly il giovedì e il venerdì mi mette il pallino in testa di farlo in giornata ... mumble .... mumble .... no, questo non è per me il weekend giusto per una salitona ... vorrà dire che ci incontreremo sul percorso.
Con la filosofia del "take it easy", partiamo nel pomeriggio da casa per arrivare al rifugio (sci in spalla) mentre gli altri stanno già cenando. Questo sembra volgere a nostra favore, permettendoci di avere piatti più abbondanti dei nostri vicini (almeno così sembrava dai loro racconti e dai loro sguardi).
Un po' meno "take it easy" è l'orario della sveglia imposto dai rifugisti: 4 a.m. ... ovviamente insindacabile.
Sicuramente più adatta per chi si reca al Rimpfischhorn piuttosto che per la sola salita all'Alphubel.
Sta di fatto che alle 4 ci alziamo e con il "take it easy", ci prepariamo e usciamo utilizzando la frontale soltanto per i primi minuti (e per centrare l'attacco con lo scarpone).
Il cielo è limpido e le temperature ottime. Durante tutta la prima parte della salita il nostro sguardo e la nostra attenzione sono rivolti alle nostre spalle piuttosto che alla cima che stiamo per salire: una stupenda alba sta illuminando maestose vette, sogni e ricordi si mescolano per creare una pozione "letale" per chi va in montagna: non hai ancora finito una gita che già fai programmi per quella successiva!
Arrivati all'Alphubeljoch il sole ci illumina e torniamo a concentrarci sulla cima di questa giornata. Vediamo che la cresta sud è percorribile e decidiamo quindi di salire da questo lato per poi scendere dalla normale.
Saliamo con gli sci fin dove è possibile e poi li mettiamo sullo zaino per proseguire a piedi con picozza e ramponi. Quella che sembra una cornice ci induce a stare sotto al filo di cresta, facendoci perdere un po' del fascino di questo itinerario ma recuperiamo sui pendii glaciali superiori, finchè "improvvisamente" non sbuchiamo sul plateau sommitale.
Siamo i primi a raggiungere la vetta e nessuno ci ha seguito lungo questa variante. Possiamo così prima goderci la magnificenza di questo posto in solitudine e poi avere anche il piacere di condividerla con altri scialpinisti che nel frattempo sono saliti dalla via normale.
E' presto, la giornata è magnifica, non c'è vento ... a lungo sostiamo sulla comoda e pianeggiante vetta a contemplare il mondo intorno a noi, mi sembra anche di scorgere il Mattwaldhorn, salito settimana scorsa. Alla fine si scende, il temuto passaggio sulla crepaccia terminale risulterà del tutto coperto e percorribile senza nessun problema.
Incontriamo Ciolly e Alessandra, come sempre in ottima forma, un saluto, due chiacchere e già una pagina di piccoli progetti per il futuro ... chissà magari la stagione skialp riserverà qualche colpo di coda a sorpresa!
L'Alphubel sembra rispondere a tutte queste piccole esigenze.
Qualche sms con Ciolly il giovedì e il venerdì mi mette il pallino in testa di farlo in giornata ... mumble .... mumble .... no, questo non è per me il weekend giusto per una salitona ... vorrà dire che ci incontreremo sul percorso.
Con la filosofia del "take it easy", partiamo nel pomeriggio da casa per arrivare al rifugio (sci in spalla) mentre gli altri stanno già cenando. Questo sembra volgere a nostra favore, permettendoci di avere piatti più abbondanti dei nostri vicini (almeno così sembrava dai loro racconti e dai loro sguardi).
Un po' meno "take it easy" è l'orario della sveglia imposto dai rifugisti: 4 a.m. ... ovviamente insindacabile.
Sicuramente più adatta per chi si reca al Rimpfischhorn piuttosto che per la sola salita all'Alphubel.
Sta di fatto che alle 4 ci alziamo e con il "take it easy", ci prepariamo e usciamo utilizzando la frontale soltanto per i primi minuti (e per centrare l'attacco con lo scarpone).
Il cielo è limpido e le temperature ottime. Durante tutta la prima parte della salita il nostro sguardo e la nostra attenzione sono rivolti alle nostre spalle piuttosto che alla cima che stiamo per salire: una stupenda alba sta illuminando maestose vette, sogni e ricordi si mescolano per creare una pozione "letale" per chi va in montagna: non hai ancora finito una gita che già fai programmi per quella successiva!
Arrivati all'Alphubeljoch il sole ci illumina e torniamo a concentrarci sulla cima di questa giornata. Vediamo che la cresta sud è percorribile e decidiamo quindi di salire da questo lato per poi scendere dalla normale.
Saliamo con gli sci fin dove è possibile e poi li mettiamo sullo zaino per proseguire a piedi con picozza e ramponi. Quella che sembra una cornice ci induce a stare sotto al filo di cresta, facendoci perdere un po' del fascino di questo itinerario ma recuperiamo sui pendii glaciali superiori, finchè "improvvisamente" non sbuchiamo sul plateau sommitale.
Siamo i primi a raggiungere la vetta e nessuno ci ha seguito lungo questa variante. Possiamo così prima goderci la magnificenza di questo posto in solitudine e poi avere anche il piacere di condividerla con altri scialpinisti che nel frattempo sono saliti dalla via normale.
E' presto, la giornata è magnifica, non c'è vento ... a lungo sostiamo sulla comoda e pianeggiante vetta a contemplare il mondo intorno a noi, mi sembra anche di scorgere il Mattwaldhorn, salito settimana scorsa. Alla fine si scende, il temuto passaggio sulla crepaccia terminale risulterà del tutto coperto e percorribile senza nessun problema.
Incontriamo Ciolly e Alessandra, come sempre in ottima forma, un saluto, due chiacchere e già una pagina di piccoli progetti per il futuro ... chissà magari la stagione skialp riserverà qualche colpo di coda a sorpresa!
Tourengänger:
Andrea!
Communities: Hikr in italiano, Skitouren
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