Monte Gradiccioli (1936 m) - anello da Arosio
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Raramente salgo sulla stessa cima due volte nel giro di pochi anni. Al Gradiccioli invece concedo addirittura l'onore di una terza volta, nel giro di due anni scarsi.
Mi mancava la "vera" salita al Gradiccioli, ossia quella dalla faticosa cresta est, e da tempo volevo colmare questa lacuna.
Da Arosio seguo la stradina per "i Monti", che parte dopo la chiesa sulla destra.
Da qui alla Bassa il percorso non mi è nuovo, l'avevo già fatto con le ciaspole l'inverno scorso per salire al Ferraro, ma l'ambiente è chiaramente del tutto diverso.
Dopo un lungo tratto sulla stradina, prima asfaltata, poi prevalentemente sterrata, incontro finalmente a sinistra il largo sentiero, ben marcato da un grosso segnavia bianco-rosso su un albero, ma non indicato dalle paline, che porta alla Bassa.
Un ripido strappo nella fitta faggeta, quindi un breve traverso (che con tantissima neve l'anno scorso ci era costato una fatica terribile) e sbuco alla Bassa (1 h 15).
Ora inizia la parte che più attendevo: la lunga cresta verso il Gradiccioli.
Finalmente fuori dal buio bosco si cammina ora su cresta erbosa, a margine del bosco che caratterizza l'altro versante. Un ambiente suggestivo, con panorama sempre più ampio.
Il sentiero nei primi momenti non è evidentissimo, ma la direzione è ovvia in quanto si deve solo seguire il crinale.
Arrancando parecchio supero il ripido tratto che conduce alla spalla quotata 1741 m, dopo la quale grazie a qualche metro pianeggiante (ma proprio pochi) posso tirare un pò il fiato.
A ritmo davvero blando, scattando foto ogni minuto (quasi come scusa per fermarmi...), affronto anche l'ultimo tratto di cresta, per fortuna meno ripido del precedente, e raggiungo la cima del Monte Gradiccioli (2 h 45).
Molta fatica sì, ma nessuna difficoltà tecnica: la cresta è sempre sufficientemente larga e prevalentemente erbosa. Certamente dev'essere molto più insidiosa con la neve.
Sosto in cima una mezzora scarsa, quindi scendo dal sentiero che già ben conosco, raggiungendo in successione Pianoni, il Monte Pola ed il Passo d'Agario (3 h 30).
Già mi pregustavo un'Orangina, invece trovo il tavolino del rifugetto self-service desolatamente vuoto e tutta la struttura sembra un pò abbandonata.
Spero non sia così e che debbano soltanto rimetterlo a posto prima della stagione estiva!
Dal Passo abbandono il noto sentiero della traversata e scendo verso l'Alpe Agario, dove proseguo dritto seguendo le indicazioni per Mugena.
Anche questa parte mi è del tutto nuova, e rimango sorpreso dalla bellezza degli ambienti attraversati. Distese di rododendri ed ampi pascoli nel primo tratto, una fitta, ma non opprimente, faggeta inframezzata da idilliache radure nel secondo tratto, fino a raggiungere l'Alpe Coransù (4 h 15).
Superata l'Alpe ancora un tratto nel bosco, quindi si esce in una zona di vegetazione più bassa, in cui la temperatura e l'afa aumentano a dismisura. Per fortuna diverse fontane costellano questo ultimo tratto!
Raggiunto un trivio, appena prima della strada asfaltata che già si intravede, svolto a sinistra, facendo quasi un'inversione a U, seguendo le indicazioni per Mugena (Sentiero del Castagno).
Supero una zona picnic con tanto di laghetto e il sentiero si trasforma in una sterrata che in breve mi porta sulla strada asfaltata.
Attraversato su asfalto l'abitato di Mugena (5 h 05), all'uscita del paesino si stacca nuovamente a sinistra il sentiero, con indicazione Arosio.
Qualche minuto di sentiero, quindi sbuco di nuovo sulla strada, a pochi metri da Arosio, che attraverso per raggiungere nuovamente la chiesa e tornare quindi alla macchina (5 h 20).
Nota, sorprendente, nessun escursionista incontrato in tutto il giorno!
Giro davvero bello, appagante e molto vario in quanto ad ambienti attraversati. Sono molto soddisfatto anche dell'idea di scendere su Mugena che mi è venuta quasi all'ultimo.
Mi mancava la "vera" salita al Gradiccioli, ossia quella dalla faticosa cresta est, e da tempo volevo colmare questa lacuna.
Da Arosio seguo la stradina per "i Monti", che parte dopo la chiesa sulla destra.
Da qui alla Bassa il percorso non mi è nuovo, l'avevo già fatto con le ciaspole l'inverno scorso per salire al Ferraro, ma l'ambiente è chiaramente del tutto diverso.
Dopo un lungo tratto sulla stradina, prima asfaltata, poi prevalentemente sterrata, incontro finalmente a sinistra il largo sentiero, ben marcato da un grosso segnavia bianco-rosso su un albero, ma non indicato dalle paline, che porta alla Bassa.
Un ripido strappo nella fitta faggeta, quindi un breve traverso (che con tantissima neve l'anno scorso ci era costato una fatica terribile) e sbuco alla Bassa (1 h 15).
Ora inizia la parte che più attendevo: la lunga cresta verso il Gradiccioli.
Finalmente fuori dal buio bosco si cammina ora su cresta erbosa, a margine del bosco che caratterizza l'altro versante. Un ambiente suggestivo, con panorama sempre più ampio.
Il sentiero nei primi momenti non è evidentissimo, ma la direzione è ovvia in quanto si deve solo seguire il crinale.
Arrancando parecchio supero il ripido tratto che conduce alla spalla quotata 1741 m, dopo la quale grazie a qualche metro pianeggiante (ma proprio pochi) posso tirare un pò il fiato.
A ritmo davvero blando, scattando foto ogni minuto (quasi come scusa per fermarmi...), affronto anche l'ultimo tratto di cresta, per fortuna meno ripido del precedente, e raggiungo la cima del Monte Gradiccioli (2 h 45).
Molta fatica sì, ma nessuna difficoltà tecnica: la cresta è sempre sufficientemente larga e prevalentemente erbosa. Certamente dev'essere molto più insidiosa con la neve.
Sosto in cima una mezzora scarsa, quindi scendo dal sentiero che già ben conosco, raggiungendo in successione Pianoni, il Monte Pola ed il Passo d'Agario (3 h 30).
Già mi pregustavo un'Orangina, invece trovo il tavolino del rifugetto self-service desolatamente vuoto e tutta la struttura sembra un pò abbandonata.
Spero non sia così e che debbano soltanto rimetterlo a posto prima della stagione estiva!
Dal Passo abbandono il noto sentiero della traversata e scendo verso l'Alpe Agario, dove proseguo dritto seguendo le indicazioni per Mugena.
Anche questa parte mi è del tutto nuova, e rimango sorpreso dalla bellezza degli ambienti attraversati. Distese di rododendri ed ampi pascoli nel primo tratto, una fitta, ma non opprimente, faggeta inframezzata da idilliache radure nel secondo tratto, fino a raggiungere l'Alpe Coransù (4 h 15).
Superata l'Alpe ancora un tratto nel bosco, quindi si esce in una zona di vegetazione più bassa, in cui la temperatura e l'afa aumentano a dismisura. Per fortuna diverse fontane costellano questo ultimo tratto!
Raggiunto un trivio, appena prima della strada asfaltata che già si intravede, svolto a sinistra, facendo quasi un'inversione a U, seguendo le indicazioni per Mugena (Sentiero del Castagno).
Supero una zona picnic con tanto di laghetto e il sentiero si trasforma in una sterrata che in breve mi porta sulla strada asfaltata.
Attraversato su asfalto l'abitato di Mugena (5 h 05), all'uscita del paesino si stacca nuovamente a sinistra il sentiero, con indicazione Arosio.
Qualche minuto di sentiero, quindi sbuco di nuovo sulla strada, a pochi metri da Arosio, che attraverso per raggiungere nuovamente la chiesa e tornare quindi alla macchina (5 h 20).
Nota, sorprendente, nessun escursionista incontrato in tutto il giorno!
Giro davvero bello, appagante e molto vario in quanto ad ambienti attraversati. Sono molto soddisfatto anche dell'idea di scendere su Mugena che mi è venuta quasi all'ultimo.
Tourengänger:
peter86

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Kommentare (7)