Dall' Ör da Costa alla Madonna del Sangue del Santuario di Re
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"Il mio cuore si gonfia per te, Terra,
come la zolla a primavera.
Io torno.
I miei occhi sono nuovi. Tutto quello
che vedo è come non veduto mai;
e le cose più vili e consuete,
tutto m' intenerisce e mi dà gioia.
In te mi lavo come dentro un acqua
dove si scordi tutto di se stesso.
La mia miseria lascio dietro a me
come la biscia la sua vecchia pelle.
Io non sono più io, io sono un altro.
Io sono liberato di me stesso."
Ogni mattina presto esco a salutare l' orto e la sua fertile bruna terra odorosa, vangata di fresco, e il prato col suo cerchio magico che nessun piede umano solcò, e i fiori, festa di colori e profumi.
Oggi tornerò a camminare, per la prima volta dopo tre mesi.
A piedi raggiungerò il Santuario di Re per raccogliermi davanti alla Madonna del Sangue.
Da Costa il sentiero taglia a più riprese la strada asfaltata che scende a valle.
Alla frontiera di Camedo - Ponte Ribellasca, un sentiero attraversa la ferrovia (qui ancora per pochi metri chiamata Centovallina) e scende sino al torrente Melezza (che, pochi passi ancora! perde la "a" finale e la scambia con una "o"). Sale poi il sentiero in una bellissima faggeta sino ai 900 m. di Piazzoi. Qui una strada porta a Monadello.
Canticchio le melodie spagnole che tra pochi giorni presento in pubblico.
Giù in valle canticchia il Melezzo.
A intervalli si odono cigolare le ruote della ferrovia Vigezzina: il trenino! il trenino bianco e blù canticchia!
Sale, scende, pianeggia il sentiero. Eccomi in Italia!
I faggi (conoscono le frontiere?) stranamente lasciano di colpo spazio ai pini, ai resinosi. Brillano gli splendidi beige rosati dei porfidi.
Abbraccio il primo pino che incontro. Gli canto una delle melodie che De Falla sembra aver composta per lui!
"Por ver si me consolaba, arrimeme a un pino verde. Por verme llorar, lloraba. Y el pino como era verde!"
Il sentiero è invaso da piante cadute, divertenti ostacoli per Gambelunghe!
Ora scende, diventa strada forestale, pista ripidissima.
Sbuco sul viadotto Melezzo III, e ora mi tocca camminare sull' asfalto della Statale 337. Poche le auto, le moto...ma certe sfrecciano velocissime, strombazzanti!
Santuario di Re.
La Madonna del Sangue mi guarda benevola.
Inginocchiata. Sono commossa.
Calde lacrime umane. Lacrime di rosso sangue, quelle della Madonna.
Silenziosamente canto una ninna nanna al Bambin Gesù.
"Duermete nino, duerme. Duerme mi alma, duérmete lucerito de la manana."
Ritorno a casa...
Due ore di ravanate e ricerche di sentieri tra Folsogno e Dissimo.
Ritrovo poi la Statale 337 e la seguo sino a Camedo.
"Terra, tu sei per me piena di grazia.
Finché vicino a te mi sentirò
così bambino, fin che la mia pena
in te si scioglierà come la nuvola
nel sole,
io non maledirò d' esser nato.
Io mi sono seduto qui per terra
con le due mani aperte sopra l' erba,
guardandomi amorosamente intorno.
E mentre così guardo, mi si bagna
di calde, dolci lacrime la faccia."
(Camillo Sbarbaro)
F., a te dedico questo mio racconto di oggi.
Senza di te, non c' era il camminare, non c' erano i concerti.
Grazie per la tua umanità.
come la zolla a primavera.
Io torno.
I miei occhi sono nuovi. Tutto quello
che vedo è come non veduto mai;
e le cose più vili e consuete,
tutto m' intenerisce e mi dà gioia.
In te mi lavo come dentro un acqua
dove si scordi tutto di se stesso.
La mia miseria lascio dietro a me
come la biscia la sua vecchia pelle.
Io non sono più io, io sono un altro.
Io sono liberato di me stesso."
Ogni mattina presto esco a salutare l' orto e la sua fertile bruna terra odorosa, vangata di fresco, e il prato col suo cerchio magico che nessun piede umano solcò, e i fiori, festa di colori e profumi.
Oggi tornerò a camminare, per la prima volta dopo tre mesi.
A piedi raggiungerò il Santuario di Re per raccogliermi davanti alla Madonna del Sangue.
Da Costa il sentiero taglia a più riprese la strada asfaltata che scende a valle.
Alla frontiera di Camedo - Ponte Ribellasca, un sentiero attraversa la ferrovia (qui ancora per pochi metri chiamata Centovallina) e scende sino al torrente Melezza (che, pochi passi ancora! perde la "a" finale e la scambia con una "o"). Sale poi il sentiero in una bellissima faggeta sino ai 900 m. di Piazzoi. Qui una strada porta a Monadello.
Canticchio le melodie spagnole che tra pochi giorni presento in pubblico.
Giù in valle canticchia il Melezzo.
A intervalli si odono cigolare le ruote della ferrovia Vigezzina: il trenino! il trenino bianco e blù canticchia!
Sale, scende, pianeggia il sentiero. Eccomi in Italia!
I faggi (conoscono le frontiere?) stranamente lasciano di colpo spazio ai pini, ai resinosi. Brillano gli splendidi beige rosati dei porfidi.
Abbraccio il primo pino che incontro. Gli canto una delle melodie che De Falla sembra aver composta per lui!
"Por ver si me consolaba, arrimeme a un pino verde. Por verme llorar, lloraba. Y el pino como era verde!"
Il sentiero è invaso da piante cadute, divertenti ostacoli per Gambelunghe!
Ora scende, diventa strada forestale, pista ripidissima.
Sbuco sul viadotto Melezzo III, e ora mi tocca camminare sull' asfalto della Statale 337. Poche le auto, le moto...ma certe sfrecciano velocissime, strombazzanti!
Santuario di Re.
La Madonna del Sangue mi guarda benevola.
Inginocchiata. Sono commossa.
Calde lacrime umane. Lacrime di rosso sangue, quelle della Madonna.
Silenziosamente canto una ninna nanna al Bambin Gesù.
"Duermete nino, duerme. Duerme mi alma, duérmete lucerito de la manana."
Ritorno a casa...
Due ore di ravanate e ricerche di sentieri tra Folsogno e Dissimo.
Ritrovo poi la Statale 337 e la seguo sino a Camedo.
"Terra, tu sei per me piena di grazia.
Finché vicino a te mi sentirò
così bambino, fin che la mia pena
in te si scioglierà come la nuvola
nel sole,
io non maledirò d' esser nato.
Io mi sono seduto qui per terra
con le due mani aperte sopra l' erba,
guardandomi amorosamente intorno.
E mentre così guardo, mi si bagna
di calde, dolci lacrime la faccia."
(Camillo Sbarbaro)
F., a te dedico questo mio racconto di oggi.
Senza di te, non c' era il camminare, non c' erano i concerti.
Grazie per la tua umanità.
Tourengänger:
micaela
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Kommentare (18)