Monte dei Pizzoni e Monte Bronzone... magia in Valsolda.
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Ero già stato pochi anni fa' in Valsolda compiendo un bell'anello intorno al Pizzo Ravò e al Monte Bronzone, ma senza raggiungere alcuna cima... tuttavia l'ambiente aspro e selvaggio mi aveva particolarmente colpito, ed aspettavo l'occasione giusta per tornarci. Occasione giunta oggi per l'odierna festività di Pasquetta, che presenta una giornata davvero magnifica e spettacolare ma anche altamente ventosa: pertanto meglio evitare quote troppo elevate specie dopo il vento già preso ieri sullo Stabbiello in Val Cavargna.
Memore del giro passato intendo ripeterlo, compiendolo tuttavia in senso opposto per poter inanellare le due cime più alte della Valsolda a picco sul Ceresio, cioè l'impressionante e dirupata cresta del Monte dei Pizzoni e il più "comodo" Monte Bronzone.
Partiamo da Dasio alle 9,20 potendo ammirare già da qui un panorama splendido sul Ceresio: il percorso prevede subito una breve discesa in una gola fredda che un bel ponte in legno permette d'attraversare, per poi risalire il bosco e raggiungere le baite sparse e i prati di Ranco, dove restiamo ammirati subito dall'impressionante cuspide del Pizzo Ravò e, sull'altro lato della valle, dal non meno elegante Sasso di Monte. Aldilà ancora s'intravvede la costiera dell'imponente Torrione di Valsolda.
Il sentiero, superata l'ultima cascina, si biforca, anche se l'importante bivio per la Forcola non è adeguatamente segnalato: fortunatamente ricordavo perfettamente dove ero sbucato in discesa la volta precedente e non è stato dunque difficile trovare il sentiero giusto, tra l'altro molto ben risistemato e bollato rispetto ad allora. Questo risale con pendenza non marcata costeggiando dapprima il versante sud del Pizzo Ravò, per poi impennarsi sempre di più verso la Forcola: raggiunta quest'ultima è ovvio che la prima meta sia il Monte dei Pizzoni, ben segnalati su piante e rocce. Un evidente punto esclamativo mette in guardia gli escursionisti delle difficoltà da affrontare, peraltro parzialmente evitabili nel caso non si volesse salire sulla cima più alta. Comunque in breve siamo sul primo spuntone panoramico, non segnato sulle carte ma intorno ai 1240 metri, quindi proseguiamo sulla cresta che presenta qualche facile passaggio esposto e in breve ci porta sulla punta orientale (m.1289). Già qui è un gran bel vedere... ma la grande pala della vetta principale, all'apparenza impossibile, ci richiama a gran voce... scendiamo dunque per una bella crestina alla selletta erbosa tra le due cime, dove individuiamo la bollatura che invita ad aggirare per cengia espostissima sul lato nord. L'aggiramento in sè non è difficile ma va compiuto con la dovuta attenzione e rispetto poichè prevede un paio di saliscendi su terreno un po' infido. S'incontra il bivio per Drano, che scende in un ripido vallone, e subito siamo all'intaglio per la vetta: ci sono due vie, una "alpinistica" a sinistra - che risale un caminetto ripidissimo su terreno prima misto poi roccioso - e una marcata EE a destra. Benchè la prima non sembri impossibile scegliamo la seconda, che è peraltro impegnativa. C'è da risalire un breve canalino franosissimo, che per sicurezza è stato dotato di una corda, e affrontare un breve passaggio di II°: superato l'ostacolo si rimonta un ripidissimo canale erboso (da cui è consigliabile non scivolare) che transitando in un ambiente davvero fantastico fatto di pareti strapiombanti ci porta su un'ampia sella erbosa, dal quale giunge un altro itinerario da Drano. Da qui si entra in un intaglio che risale verso i prati e le rocce sommitali, non prima d'aver superato un altro bel passaggio di II°, ben appigliato e sicuro come il precedente. Un ultimo pendio ripido ci porta infine sulla cima più alta del Monte dei Pizzoni, arredato da una traballante croce metallica. Il panorama da questa "pala" è davvero grandioso, e vedere da qui il Sasso Grande dei Denti della Vecchia è un autentico' "gioco di specchi" dato l'impegno della salita e certa similitudine dell'ambiente affrontato. Gustato il meritato pranzo da questo balcone d'eccezione sul Ceresio torniamo con molta attenzione sui nostri passi, rientrando alla Forcola consci che il più è fatto: da qui ora risaliamo il pendio opposto verso la vetta del Monte Bronzone, il quale pur essendo poco più di una traccia è ben marcato e non presenta alcuna difficoltà poichè risale ed attraversa ampi prati cespugliosi conducendo a una selletta nella faggeta. In breve risaliamo verso la boscosa vetta, che tuttavia ha un'infilata davvero magnifica sul Ceresio. Ridiscesi alle selletta proseguiamo ora in cresta verso E, dove vecchie tracce di sentiero ci permettono di raggiungere l'itinerario proveniente dalla Forcola proprio all'altezza dei ruderi dell'Alpe di Cima, dove sostiamo brevemente prima di affrontare l'ultima salita per la Bocchetta di Pessina. Da qui in breve siamo all'omonima Alpe, dove si trova un piccolo bivacco di fortuna, e all'osservatorio faunistico, ove ammiriamo ancora l'imponente mole del Pizzo Ravò. Da qui in poi si attraversano boschi e radure bellissimi fino ad incontrare la larghissima mulattiera che ci riporta a Ranco, dove chiudiamo l'anello, ed infine per sentiero a Dasio.
Salite ed ambienti davvero superbi e selvaggi... la Valsolda conquista e colpisce ancora.
Grazie ad Ale per la condivisione di queste emozioni.
froloccone
Valsolda:è quasi un obbligo tornarci!!!!!! Convinto di trovare sentieri monotoni e in cattivo stato; ora mi devo rimangiare quello che ho pensato........Ottima cura,valorizzazione del territorio e itinerari per tutti i gusti,gambe e difficoltà!!! Il tutto condito da una splendida giornata di sole!!!!!! Bella pasquetta!
Memore del giro passato intendo ripeterlo, compiendolo tuttavia in senso opposto per poter inanellare le due cime più alte della Valsolda a picco sul Ceresio, cioè l'impressionante e dirupata cresta del Monte dei Pizzoni e il più "comodo" Monte Bronzone.
Partiamo da Dasio alle 9,20 potendo ammirare già da qui un panorama splendido sul Ceresio: il percorso prevede subito una breve discesa in una gola fredda che un bel ponte in legno permette d'attraversare, per poi risalire il bosco e raggiungere le baite sparse e i prati di Ranco, dove restiamo ammirati subito dall'impressionante cuspide del Pizzo Ravò e, sull'altro lato della valle, dal non meno elegante Sasso di Monte. Aldilà ancora s'intravvede la costiera dell'imponente Torrione di Valsolda.
Il sentiero, superata l'ultima cascina, si biforca, anche se l'importante bivio per la Forcola non è adeguatamente segnalato: fortunatamente ricordavo perfettamente dove ero sbucato in discesa la volta precedente e non è stato dunque difficile trovare il sentiero giusto, tra l'altro molto ben risistemato e bollato rispetto ad allora. Questo risale con pendenza non marcata costeggiando dapprima il versante sud del Pizzo Ravò, per poi impennarsi sempre di più verso la Forcola: raggiunta quest'ultima è ovvio che la prima meta sia il Monte dei Pizzoni, ben segnalati su piante e rocce. Un evidente punto esclamativo mette in guardia gli escursionisti delle difficoltà da affrontare, peraltro parzialmente evitabili nel caso non si volesse salire sulla cima più alta. Comunque in breve siamo sul primo spuntone panoramico, non segnato sulle carte ma intorno ai 1240 metri, quindi proseguiamo sulla cresta che presenta qualche facile passaggio esposto e in breve ci porta sulla punta orientale (m.1289). Già qui è un gran bel vedere... ma la grande pala della vetta principale, all'apparenza impossibile, ci richiama a gran voce... scendiamo dunque per una bella crestina alla selletta erbosa tra le due cime, dove individuiamo la bollatura che invita ad aggirare per cengia espostissima sul lato nord. L'aggiramento in sè non è difficile ma va compiuto con la dovuta attenzione e rispetto poichè prevede un paio di saliscendi su terreno un po' infido. S'incontra il bivio per Drano, che scende in un ripido vallone, e subito siamo all'intaglio per la vetta: ci sono due vie, una "alpinistica" a sinistra - che risale un caminetto ripidissimo su terreno prima misto poi roccioso - e una marcata EE a destra. Benchè la prima non sembri impossibile scegliamo la seconda, che è peraltro impegnativa. C'è da risalire un breve canalino franosissimo, che per sicurezza è stato dotato di una corda, e affrontare un breve passaggio di II°: superato l'ostacolo si rimonta un ripidissimo canale erboso (da cui è consigliabile non scivolare) che transitando in un ambiente davvero fantastico fatto di pareti strapiombanti ci porta su un'ampia sella erbosa, dal quale giunge un altro itinerario da Drano. Da qui si entra in un intaglio che risale verso i prati e le rocce sommitali, non prima d'aver superato un altro bel passaggio di II°, ben appigliato e sicuro come il precedente. Un ultimo pendio ripido ci porta infine sulla cima più alta del Monte dei Pizzoni, arredato da una traballante croce metallica. Il panorama da questa "pala" è davvero grandioso, e vedere da qui il Sasso Grande dei Denti della Vecchia è un autentico' "gioco di specchi" dato l'impegno della salita e certa similitudine dell'ambiente affrontato. Gustato il meritato pranzo da questo balcone d'eccezione sul Ceresio torniamo con molta attenzione sui nostri passi, rientrando alla Forcola consci che il più è fatto: da qui ora risaliamo il pendio opposto verso la vetta del Monte Bronzone, il quale pur essendo poco più di una traccia è ben marcato e non presenta alcuna difficoltà poichè risale ed attraversa ampi prati cespugliosi conducendo a una selletta nella faggeta. In breve risaliamo verso la boscosa vetta, che tuttavia ha un'infilata davvero magnifica sul Ceresio. Ridiscesi alle selletta proseguiamo ora in cresta verso E, dove vecchie tracce di sentiero ci permettono di raggiungere l'itinerario proveniente dalla Forcola proprio all'altezza dei ruderi dell'Alpe di Cima, dove sostiamo brevemente prima di affrontare l'ultima salita per la Bocchetta di Pessina. Da qui in breve siamo all'omonima Alpe, dove si trova un piccolo bivacco di fortuna, e all'osservatorio faunistico, ove ammiriamo ancora l'imponente mole del Pizzo Ravò. Da qui in poi si attraversano boschi e radure bellissimi fino ad incontrare la larghissima mulattiera che ci riporta a Ranco, dove chiudiamo l'anello, ed infine per sentiero a Dasio.
Salite ed ambienti davvero superbi e selvaggi... la Valsolda conquista e colpisce ancora.
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froloccone
Valsolda:è quasi un obbligo tornarci!!!!!! Convinto di trovare sentieri monotoni e in cattivo stato; ora mi devo rimangiare quello che ho pensato........Ottima cura,valorizzazione del territorio e itinerari per tutti i gusti,gambe e difficoltà!!! Il tutto condito da una splendida giornata di sole!!!!!! Bella pasquetta!
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Poncione,
froloccone
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