La Valvestino che non t'aspetti... M. Pallotto e M. Vesta.
|
||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Che giornata ragazzi! Oggi siamo quasi al gran completo per questa nuova escursione e non capitava da un po’ di tempo; Pino, Patrizia, Franco, Esilde, Mauro C.,Franca, Giusy, certo, mancherebbe ancora una persona, ma quella c’è o non c’è poco cambia………. a proposito, ciao Marica!
Guidati dal tempo che fa le bizze, lancio la proposta di farci un giro in Valvestino, in quella zona il tempo dovrebbe essere discreto fino al tardo pomeriggio, ed inoltre è un posto che come gruppo non abbiamo mai frequentato; visto che il vuoto pneumatico si annida nelle menti dei miei soci (controproposte zero) , prendo in mano la situazione in maniera stalinistica e decido io dove andare.
Lasciata l’auto nel comodo parcheggio all’ingresso del paese, prendiamo la sterrata che parte dall’ultimo tornante (palina Cai 474) prima di Bollone, fatti pochi passi in salita, sulla sinistra si stacca una mulattiera ben tenuta che costeggia la strada asfaltata, la percorriamo per cento metri, sino ad imboccare di nuovo una sterrata. La numerazione non c’è ma questo dovrebbe essere il sentiero 72 del Cai.
Si cammina in falsopiano per dieci minuti, forse meno, ed incrociato un bivio seguiamo la sterrata che a sinistra perde un po’ di quota, lasciamo sulla destra una bella casa, e continuiamo imperterriti il nostro cammino direzione est. Per lungo tempo percorriamo dei saliscendi senza prendere quota, sulla nostra sinistra vediamo sprazzi del Lago di Valvestino, e dopo ben quattro chilometri dalla partenza, la strada si restringe sino a diventare sentiero; prima però lasciate sulla vostra sinistra una stradina che porta al bivacco autogestito di proprietà Ersaf.
Da qua in poi la musica cambia in maniera decisa, da melodiose sinfonie classiche si passa ad un acrobatico rock’n’roll, ma visto che alcuni dei nostri fisici non sono proprio da ballerini di quel tipo, e non sto li a fare nomi per non risultare scortese, i nostri muscoli degli arti inferiori verranno messi a dura prova da qua in avanti.
Il sentiero sale ripido in quello che a prima vista, sembra un posto poco frequentato, guadagniamo metri con l’aiuto di diversi tornanti, cercando anche di scovare, la rara bollatura ormai sbiadita... e che cazzo, un'altra zona con la segnaletica problematica? In questo tratto il bosco è veramente bello ma un briciolo di manutenzione non guasterebbe.
Dopo poco più di un’ora di cammino in queste condizioni, a romperci ulteriormente i coglioni è l’incontro con i resti di una lontana nevicata, niente di tremendo, ma oltre al danno provocato dalla neve (alberi caduti ecc.), il sentiero si perde sotto lo strato di materia bianca, ed in più, c’è il tentativo di depistaggio da parte di un cinghiale che ci ha preceduto da poco. Controlliamo il tracciato Gps, affidandoci anche al nostro senso di orientamento, e la tecnica ovviamente è quella spannometrica.
Sbucati nei pressi del crinale, i segnali si perdono di nuovo, diamo un’occhiata alle nostre carte, e per fortuna capiamo che la cima del Monte Pallotto non è lontana, anzi. Una volta sul crinale vero e proprio, viriamo e sinistra (est), e percorsi cento metri ci ritroviamo sulla prima meta della giornata. Nonostante le nuvole, il panorama è di tutto rispetto; si vede il lago Valvestino, il M.Pizzoccolo, la Cresta delle Marmere, lo Zingla, il Caplone, più in lontananza il Garda ecc. ecc.
Sul Pallotto ci restiamo giusto il tempo di pranzare, i metereologi danno piogge nel primo pomeriggio e noi vogliamo completare il giro come da nostra intenzione. Lasciata la cima alle nostre spalle, percorriamo a ritroso il crinale, giunti velocemente ad un bivio, abbiamo seguito l’evidente bollatura Cai che segue il sentiero in direzione ovest. Come da copione, ad un certo punto i segnali scompaiono, il sentiero è comunque bello marcato, e noi oltrepassiamo un sottostante pianoro con due baite, passiamo la Malga di Cima (ex Dogana) e dopo pochi passi giungiamo al Passo di Vesta. Anche qua la segnaletica è come il cervello di Gasparri, un puttanaio che non finisce più… a parte la chiara indicazione per Bollone, la vernice bianco / rossa sembra stata buttata giù a caso, tutto un fiorire di bolli ma circoscritti in 150 mq, non parliamo poi dell’indicazione per il M. Vesta… un cartello trasparente dove l’inchiostro simpatico ha trovato casa (non esiste)! E allora? Niente, diamo l'ennesima controllata al nostro Gps e ci accorgiamo che la traccia che abbiamo adocchiato va nella giusta direzione, risaliamo il ripido sentiero verso est e tempo pochi minuti siamo sul M. Vesta. Nessuna croce, ma un vecchio cippo che faceva da confine, segnala la nostra seconda meta. Foto e via…
Ridiscesi al Passo prendiamo per Bollone (Cai 474), e con ripido sentiero ben marcato , ci ritroviamo dopo 45 minuti in prossimità delle nostre macchine, dopo aver concluso il nostro giro ad anello. Fine.
Nota 1: Interessante giro in Valvestino, un posto remoto ma non molto lontano dal Lago di Garda, dove la Natura regna incontrastata ma il cervello di chi mantiene la segnaletica invece, s’è perso nei meandri del vuoto assoluto. I sentieri se non c’è la neve, sono evidenti, ma la segnaletica è di quelle che fanno cacare, anzi, è quasi inesistente. Scaricatevi la traccia se avete un Gps.
Nota 2: Cose a caso & Dilemmi della vita:
Se Helenio Herrera era un “mago”, Otelma è il suo profeta?
Gomme: La Pirelli è stata venduta ai cinesi, mentre le tette al silicone delle modelle che si mostrano sul calendario, non hanno ancora ricevuto l’OPA…
Nuovo ordine dalla Cina: d’ora in avanti le gomme si chiameranno Pilelli!
Infrastrutture: Formigoni non si “schioda” dalla sedia!
Autostrade: “Flop” ha denunciato la società Bre.Be.mi per uso improprio di copyright!
Storico: La coperta che avvolge completamente Linus compie 50 anni, mentre la “coperta corta” dello Stato Italiano non arriva nemmeno al buco del culo. Se ce la fate, evitate la posizione a 90°!
Fotografi nel panico: chiusa Botteghe Oscure!
Nota 3: Dopo il ritorno di Patrizia nella grande bolgia, Eric ha volute dedicargli una terzina in ricordo di questa mitica giornata… alla prossima Pat!
PATRIZIA.
Con questo nuovo giro rinasce l’amicizia,
il posto è assai carino direi una delizia,
è forse un po’ lunghino ma crepi l’avarizia.
Patrizia,
ti metti gli scarponi ma non per l’edilizia,
li leghi belli stretti è un fatto di furbizia,
e parti come un razzo in culo alla pigrizia.
Patrizia,
tu sei il nostro capo e noi la tua milizia,
e questo è già assodato che minchia di notizia,
ma se il peggio è già passato io scruto la sporcizia.
Se io sono poeta tu sei liquirizia, e senti un po’ che dico : che cazzo di Patrizia?
A La Prochaine! Menek und Olmo.

Aspettavo da tempo questa giornata.....e l'occasione arriva....improvvisa, inaspettata e....ghiotta!
Inizialmente l'idea è quella di fare un giro "soft", pensato dagli amici per coinvolgermi e testare le mie possibilità, ma poi alzo il tiro e Domenico arriva con il piano C....una proposta "perfetta"
Ci mettiamo d'accordo io e lui venerdì sera e sabato mattina condividiamo con i nostri soci questo nuovo progetto, che viene accolto da tutti favorevolmente.
Non c'è nulla da aggiungere alla relazione di Dome, che ha saputo descrivere minuziosamente l'itinerario da noi percorso in questo posto per me nuovo, ma che mi ha stupita e catturata per la sua bellezza, la sua solitudine e il suo isolamento.
Abbiamo camminato per ore senza incontrare anima viva, a parte i cinghiali, su tracce di sentieri poco battuti e poco segnalati, che hanno messo a dura prova il nostro senso di orientamento.
Ma la cosa più bella è stata ritrovare gli amici e camminare con loro, tra battute, risate, silenzi e affanni...
Un pensiero va anche a Marica.....che presto tornerà tra di noi....
E' stata una giornata allegra e leggera......da ricordare!
Kommentare (37)