La mia personale "candelora" mi fa arrivare alla "Ceriola"! Monte Isola.
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Week end con tempo balordo? Bene, oggi mi fiondo sui sentieri, ho giusto una giornata “buca” e guai a chi prova a fermarmi! Il posto già sapete qual’ è, il titolo non lascia dubbi… ma chi mi conosce, magari si farà una domanda; che gli è successo al Menek? E’ diventato un devoto della Madonna?
Prima che qualcuno si lanci in stronzate catatoniche ( capito Amadeus?), avviso i parenti che non sono diventato matto, è solo un giro su una cima con annessa costruzione religiosa. Ora, sembra che il Santuario Madonna della Ceriola e la “candelora” siano in stretta correlazione, o perlomeno così si legge, in una delle due possibili varianti trovate su internet. Sembra che Ceriola derivi dalla “candelora”che una volta l’anno si svolge su questa isola lacustre, quindi facile l’accostamento candelora / ceri / Ceriola e l’arcano sembra svelato; mentre la seconda variante, indica nella roccia di Cerro la parola Ceriola, ergo, Santuario costruito sulla roccia. Fatto questo breve cenno storico, parto con la descrizione del giro…
Sbarcato a Peschiera Maraglio, ringrazio gli Scafisti Anonimi del gentile passaggio, e “alzo i tacchi” seguendo la strada asfaltata che costeggiando il lago direzione nord, mi porta al paese di Carzano, da qua, mi “suco” la scalinata che termina al soprastante borgo di Novale. Seguendo obbligatoriamente il comodo sentiero, giungo prima all’abitato di Olzano, e subito dopo, mi porto nel carinissimo borgo di Masse; seguo le viuzze che conducono alla chiesa di S. Rocco, e prendo il sentiero posto sul lato destro della chiesa stessa (palina).
Appena fuori paese, trovo l’unico appostamento da caccia, un capanno che lambisce il sentiero e lo rende in questo tratto un’attimino pericoloso … d’accordo la stagione della caccia è finita e io mi salvo le chiappe, ma le domande da farsi sono molteplici sul perché tali capanni, siano un tutt’uno con i sentieri, ancorchè battuti come questo; mi aggroviglio il cervello, cosa che mi succede spesso, e giungo alla conclusione tutta personale , che il padrone del capanno essendo un ateo convinto e rivoluzionario, non spara ai poveri uccellini, ma agli ignari pellegrini che armati di rosario, calpestano il sacro suolo! Bontà sua…
Passato il Check Point Charlie, il sentiero prosegue sempre in comoda pendenza costeggiando un muro a secco, una costante di questi luoghi, scanso l’abitato di Siviano, ed una palina mi indica “Loc. Cure”… seguo le indicazioni e in pochi minuti mi trovo in prossimità di Cure; come da ennesima palina, proseguo per l’ultimo tratto di sentiero lastricato ed in 15 minuti sono alla Madonna della Ceriola.
La porta in ferro è chiusa (foto 8), ma io non mi demoralizzo… manometto lo “scarnasso” in pochi secondi, ed eccomi sulla “balconata” del Santuario. Non c’è anima viva, ottimo! Qua di solito il panorama è bellissimo e spazia a 360°, ma oggi il cielo è coperto e la voglia di stare qua ai quattro venti, è uguale a zero… che fare? Ovviamente la cosa più sensata, si mangia! Due foto e… bella storia… faccio un graffito sul muro raffigurante Belzebù ( noneee, non Andreotti), rubo le monetine lasciate dai devoti, e come Paperinik, scappo saltellando prima che il custode si accorga del danno!
Sfondata anche la seconda porta claustrale posta a sud della chiesa(foto 11), mi fiondo sul bel sentiero in discesa che oltrepassa un boschetto prima di giungere a Cure. Impossibile sbagliare. Da Cure, si prende per Peschiera Maraglio (palina), calpestando una bella mulattiera in mezzo ai terrazzamenti di Ulivo, costeggio i graziosi muretti a secco, e giungo all’imbarcadero dopo aver passato i caruggi di questo bel borgo… ritrovo gli Scafisti Anonimi, e via verso Sulzano… dopo aver pagato il dovuto “pizzo”!
Nota 1: Grazioso giro ad anello adatto alle famiglie, il sentiero è comodo e tranquillo, e l’escursione si può compiere avendo mezza giornata a disposizione. La vista dal Santuario, è mozzafiato. Se volete mangiare due cose il loco, al Santuario c’è un piccolo posto di ristoro, ecco il numero di telefono: 0309886172.
Nota 2: Cose a caso e dilemmi della vita:
Così disse “Quelo”: Se è assegno… finto, se è premio… vinto, se è caro…estinto!
Renzi e la libertà di espressione tecnologica: Ecco la dimostrazione che si possono dire cagate anche via twetter!
A tal proposito: Se Internet è degli internauti, di chi è il Milan?
Sottigliezze da Gazzetta dello Sport: I giornalisti sportivi si sono laureati all’Accademia di “Brera”?
Da non credere: Tutta una vita a sputtanare Satana, per poi scoprire che si uccide in nome di Dio!
Nota 3: Dopo questa escursione al Santuario, potevo lasciarvi senza una poesia di Eric che si cimenta tra il Sacro ed il profano? Eccola….
FEDE.
Tu dell’Olgettina ti senti un po’ l’ erede,
con l’aria sbarazzina conquisti le tue prede,
e tocchi il mio gingillo credendo che sia un piede.
Ma Fede,
credendoti due metri ti metti sul treppiede,
ma batti le manine se sali il marciapiede,
e un tipo sveglio sai, ti piglia in contropiede.
Ma Fede,
difendi il tuo operato pensandoti Archimede,
ma getti la tua vita in pasto alla mercede,
e manco ‘na sorcona di notte te la diede.
Rinuncio alla mia rima, controllo le mie schede e in coro ti gridiamo: fanculo Emilio Fede!
Eric de Flatulence.
A La Prochaine! Menek & Olmo
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