Cresta Sinigaglia invernale
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Sabato leggo su facebook che nonostante le nevicate della settimana scorsa le condizioni della cresta Sinigaglia in Grignetta sono buone ed è stata ben battuta.
Dopo aver chiesto informazioni più precise decidiamo di provarla domenica mattina, le temperature vengono date in ribasso con zero termico attorno ai 700 metri, il tempo bello ma con un poco di vento.
Mi trovo con Luca alle 8 a Ballabio, purtroppo osservando Grignetta e Grignone il vento sembra essere bello forte ed a occhio nudo si vede la neve volare via dalle creste.
Che si fa? Proviamo ad andare comunque, andiamo fin dove si riesce, mal che vada sarà un esplorazione per la prossima volta!
Arriviamo al parcheggione dei Resinelli e prendiamo sempre in auto la strada sulla destra verso il rif.Soldanella e la traversata bassa, posteggiamo al Soldanella, oltre c'è ghiaccio e non si puo' proseguire.
Ci prepariamo e ci incamminiamo sulla strada ghiacciata, c'è un po' di vento e il termometro segna -3°. Mi avevano detto di proseguire sulla traversata bassa fino ad un agriturismo e prendere una traccia sulla sinistra in modo da fare la cresta Sinigaglia integrale, però poco dopo la partenza c'è una palina che indica Canale Porta e la Sinigallia ed una evidente traccia nella neve, decidiamo quindi di seguirla, come chi ci precede e chi si segue.
Il sentiero sale ripido su poca neve mista a ghiaccio, io ho uno zaino pesantissimo (pesato prima di partire 11 Kg !) ho tutta l'attrezzatura per salire un ghiacciaio, sudo molto e ben presto rimango in maglietta nonostante l'aria fredda aumenti un po'.
Mentre chiacchieriamo non ci accorgiamo che la Sinigaglia è indicata a destra, noi proseguiamo dritti e entriamo nel canale Porta, la traccia non si trova più e capiamo che c'è qualcosa di sbagliato, in breve facciamo dietro front e ci rimettiamo sulla retta via.
La salita ora è evidente e davanti a noi vediamo la cresta, a circa 1700 mettiamo i ramponi e prendiamo la picca, sta iniziando la cresta vera e propria e l'esposizione aumenta.
Decido anche di coprirmi un po' visto che il vento sferza forte, incontriamo alcune persone che rinunciano, vuoi per le condizione atmosferiche vuoi per l'esposizione.
In breve arriviamo al primo passaggio di arrampicata su misto, di per sé non è difficile sarà un 2 grado, ma non c'è catena e l'esposizione verso il canalone Porta è notevole. Facendo la Sinigaglia in estate non mi sembra si passi di qua.
Arriviamo davanti ai Magnaghi, l'aria è forte e fredda, si procede con berretto, casco e cappuccio, guanti da sci indispensabili per non congelare.
Dopo qualche passaggio esposto non difficile arriviamo al saltino del Gatto, ci assicuriamo con una longe e lo passiamo senza problemi, è come farlo in estate.
Davanti a noi si vede la parte finale della cresta, vediamo anche la cima con il bivacco Ferrario.
Ora ci aspettano un paio di passaggi su cresta parecchio affilata, vietato cadere qua... Fortunatamente il vento cala un poco.
La vetta si avvicina, rimangono da salire due torrioni con una disarrampicata in mezzo.
Ecco il primo, molto ripido, sembra un canale, ci aiutiamo con la catena, perché la neve non è troppo portante...
Poi un'altra salita, questa è quasi verticale, per fortuna c'è la catena fuori, fossero sotto la neve qua sarebbe un bel problema.
Ora arriviamo alla disarrampicata, nulla di troppo difficile, c'è comunque da fare attenzione perché l'ultimo pezzo di catena è sepolto (nella foto non si vede) e sotto c'è il baratro, fondamentale la picca.
Eccoci all'ultima salita, abbastanza semplice, la vetta è lì sopra!
Siamo arrivati in cima in 2,45 ore dalla macchina, il dislivello è circa 800 metri, la salita è classificata come PD, non è banale ma neanche difficilissima (a patto che ci siano le condizioni e le catene fuori), sicuramente meno difficile della Piancaformia integrale. Bellissima e di gran soddisfazione, da farsi secondo me però con compagnia esperta, giusta attrezzatura (corda, piastrina e cordini nello zaino) e dopo una discreta esperienza sulle vie normali delle cime invernali lecchesi (Grina, Grignetta, Resegone, Sodadura e Legnone almeno) più 1/2 canali facili. Le catene fanno comodo ma dove non ci sono è fondamentale avere passo sicuro e sapere come si usa la picca.
Dopo una mezzoretta nel LEM (mi sono mangiato 700 grammi di pizza) siamo scesi per la facile cresta Cermenati che in un'oretta ci ha riportato ai Resinelli, il canale Caimi era battuto e ci ha tentato, ma dal mio punto di vista non aveva ancora scaricato del tutto e percorrerlo a mezzogiono passato ero un inutile rischio, eravamo già contenti così.
Dopo aver chiesto informazioni più precise decidiamo di provarla domenica mattina, le temperature vengono date in ribasso con zero termico attorno ai 700 metri, il tempo bello ma con un poco di vento.
Mi trovo con Luca alle 8 a Ballabio, purtroppo osservando Grignetta e Grignone il vento sembra essere bello forte ed a occhio nudo si vede la neve volare via dalle creste.
Che si fa? Proviamo ad andare comunque, andiamo fin dove si riesce, mal che vada sarà un esplorazione per la prossima volta!
Arriviamo al parcheggione dei Resinelli e prendiamo sempre in auto la strada sulla destra verso il rif.Soldanella e la traversata bassa, posteggiamo al Soldanella, oltre c'è ghiaccio e non si puo' proseguire.
Ci prepariamo e ci incamminiamo sulla strada ghiacciata, c'è un po' di vento e il termometro segna -3°. Mi avevano detto di proseguire sulla traversata bassa fino ad un agriturismo e prendere una traccia sulla sinistra in modo da fare la cresta Sinigaglia integrale, però poco dopo la partenza c'è una palina che indica Canale Porta e la Sinigallia ed una evidente traccia nella neve, decidiamo quindi di seguirla, come chi ci precede e chi si segue.
Il sentiero sale ripido su poca neve mista a ghiaccio, io ho uno zaino pesantissimo (pesato prima di partire 11 Kg !) ho tutta l'attrezzatura per salire un ghiacciaio, sudo molto e ben presto rimango in maglietta nonostante l'aria fredda aumenti un po'.
Mentre chiacchieriamo non ci accorgiamo che la Sinigaglia è indicata a destra, noi proseguiamo dritti e entriamo nel canale Porta, la traccia non si trova più e capiamo che c'è qualcosa di sbagliato, in breve facciamo dietro front e ci rimettiamo sulla retta via.
La salita ora è evidente e davanti a noi vediamo la cresta, a circa 1700 mettiamo i ramponi e prendiamo la picca, sta iniziando la cresta vera e propria e l'esposizione aumenta.
Decido anche di coprirmi un po' visto che il vento sferza forte, incontriamo alcune persone che rinunciano, vuoi per le condizione atmosferiche vuoi per l'esposizione.
In breve arriviamo al primo passaggio di arrampicata su misto, di per sé non è difficile sarà un 2 grado, ma non c'è catena e l'esposizione verso il canalone Porta è notevole. Facendo la Sinigaglia in estate non mi sembra si passi di qua.
Arriviamo davanti ai Magnaghi, l'aria è forte e fredda, si procede con berretto, casco e cappuccio, guanti da sci indispensabili per non congelare.
Dopo qualche passaggio esposto non difficile arriviamo al saltino del Gatto, ci assicuriamo con una longe e lo passiamo senza problemi, è come farlo in estate.
Davanti a noi si vede la parte finale della cresta, vediamo anche la cima con il bivacco Ferrario.
Ora ci aspettano un paio di passaggi su cresta parecchio affilata, vietato cadere qua... Fortunatamente il vento cala un poco.
La vetta si avvicina, rimangono da salire due torrioni con una disarrampicata in mezzo.
Ecco il primo, molto ripido, sembra un canale, ci aiutiamo con la catena, perché la neve non è troppo portante...
Poi un'altra salita, questa è quasi verticale, per fortuna c'è la catena fuori, fossero sotto la neve qua sarebbe un bel problema.
Ora arriviamo alla disarrampicata, nulla di troppo difficile, c'è comunque da fare attenzione perché l'ultimo pezzo di catena è sepolto (nella foto non si vede) e sotto c'è il baratro, fondamentale la picca.
Eccoci all'ultima salita, abbastanza semplice, la vetta è lì sopra!
Siamo arrivati in cima in 2,45 ore dalla macchina, il dislivello è circa 800 metri, la salita è classificata come PD, non è banale ma neanche difficilissima (a patto che ci siano le condizioni e le catene fuori), sicuramente meno difficile della Piancaformia integrale. Bellissima e di gran soddisfazione, da farsi secondo me però con compagnia esperta, giusta attrezzatura (corda, piastrina e cordini nello zaino) e dopo una discreta esperienza sulle vie normali delle cime invernali lecchesi (Grina, Grignetta, Resegone, Sodadura e Legnone almeno) più 1/2 canali facili. Le catene fanno comodo ma dove non ci sono è fondamentale avere passo sicuro e sapere come si usa la picca.
Dopo una mezzoretta nel LEM (mi sono mangiato 700 grammi di pizza) siamo scesi per la facile cresta Cermenati che in un'oretta ci ha riportato ai Resinelli, il canale Caimi era battuto e ci ha tentato, ma dal mio punto di vista non aveva ancora scaricato del tutto e percorrerlo a mezzogiono passato ero un inutile rischio, eravamo già contenti così.
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lucalore

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