Passeggiata sul sentiero confinale: Sasso di Cavallasca - Sorgenti Seveso - Croce di Sant'Eutichio
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Escursione lungo i sentieri che collegano il parco sovra comunale delle sorgenti del Lura a quello regionale della Spina verde.
Ci incamminiamo da Lurate Caccivio risalendo il corso del torrente. Arriviamo al mulino Tapella lungo una strada sterrata. Da qui proseguiamo in valle seguendo un sentiero nell'ambiente golenale. Il vento è sferzante ed il sole è ancora nascosto.
Raggiungiamo le aree agricole di Gironico al piano dove finalmente ci accolgono i primi raggi si Sole che intiepidiscono l'aria. Abbandoniamo il corso del torrente in corrispondenza di un esteso maneggio. Non si vedono gli splendidi cavalli, forse hanno freddo anche loro e sono rimasti al riparo nelle stalle.
Aggiriamo il maneggio a sinistra, seguendo una strada sterrata che ci conduce verso Drezzo. Dopo aver attraversato la S.P. 17 Garibaldina proseguiamo sulla sterrata. Ora il percorso lambisce la cava di Faloppio. Si cammina ammirando l'ampio panorama che spazia dalle cime delle Alpi occidentali fino alle nostre prealpi, con i monti Generoso e San Giorgio in primo piano.
Arrivati a Drezzo ci innestiamo sul sentiero confinale, lungo la tratta che va da Bizzarone al Bisbino. Saliamo lungo la via crucis alla chiesa Madonna dell'Assunta. La piccola chiesa è chiusa, ma dal sagrato si gode comunque di un'ottima vista sul pianalto che abbiamo percorso. Riconosciamo alcune delle colline moreniche del comasco.
Riprendiamo il cammino seguendo le indicazioni, rinnovate di recente dal Cai di Bizzarone, del sentiero confinale.
Nei boschi tra Drezzo e Parè camminiamo parallelamente alla 'ramina' che segna il confine con la Svizzera. Non resistiamo alla tentazione di camminare sul lato ticinese in modo da passare per il punto estremo sud della Confederazione.
Arriviamo sul sito, foto di rito con la statua lignea. Nonostante il vento il nuovo bandierone rosso-crociato non sventola neppure oggi, siamo in un punto riparato.
Torniamo subito in Italia in corrispondenza dell'area umida di Parè, sito di interesse naturalistico segnalato dal parco Spina Verde.
Qui i segnavia abbondano indicando vari possibili obiettivi. Continuiamo a seguire la direttrice del sentiero confinale, in direzione Cavallasca.
Arriviamo ad un quadrivio dove decidiamo di abbandonare il percorso diretto verso Cavallasca per continuare più a ridosso del confine, sul sentiero che porta verso i resti della linea Cadorna e le sorgenti del Seveso.
Il sentiero in questo tratto aggira a mezza costa, sul versante sud, il Dosso Pallanza. Si cammina in un luminoso bosco a prevalenza di Pino Silvestre. Finalmente un tratto assolato, ben al riparo dal vento.
Arriviamo in località Colombirolina da dove proseguiamo, sempre aiutati dalle indicazioni, verso le sorgenti del Seveso.
Arrivati alle sorgenti altra foto d'obbligo da mandare a Poldo, il nostro amico di Seveso, oggi assente. Vogliamo mostrargli dove nasce l'apparentemente innocuo ruscello che da anni si diverte ad allagare alcuni quartieri di Milano. Forse è una sua rivalsa per essere stato imbragato in un letto di cemento, tant'è che anche la sorgente è imprigionata da una ghiera in metallo che protegge una specie di tombino in cemento. Peccato perché l'acqua zampilla sprizzando vivacemente. Ci viene pure voglia di assaggiarla. Bevendo si ha il pensiero che è l'acqua di uno dei fiumi famosi anche per essere stato tra i più inquinati d'Italia...
Proseguiamo verso il Sasso di Cavallasca, indecisi se salire sul versante nord o se aggirare a sud. Optiamo per il nord, pensando che il percorso sia più diretto, sempre seguendo una casereccia sterrata.
Arriviamo ad un nuovo punto con pannelli esplicativi sulle trincee della linea Cadorna. Qui le indicazioni non prevedono la salita al Sasso. Però a logica basta trovare un sentiero che non scenda su Monte Olimpino. Dopo qualche minuto di cammino troviamo infatti una traccia che abbandona il confinale e sale grazie all'aiuto scalinata in legno, ben integrata con il bosco, verso la cima della collina. Compaiono anche dei segnavia che confermano la direzione verso la cima del Sasso.
In breve arriviamo al bellavista del "Pin Umbrela", sistemato di recente con una balcone in legno dove ci si può sedere ad ammirare il panorama. Il pino marittimo che dava il nome al sito credo sia stato schiantato da un fulmine, ed è ora rimpiazzato da un giovane pinetto che anno dopo anno sta crescendo. Ma siamo ben lontani dalla mole della pianta secolare che ci si immaginerebbe di trovare...
Purtroppo non possiamo fermarci molto, abbiamo un appuntamento gastronomico alla baita del monte Croce e siamo già un po' ai limiti del tempo.
Proseguiamo quindi spediti scendendo a sud verso San Fermo. Imbocchiamo la strada sterrata, un po' malmessa, che scende gradualmente verso il paese. Troviamo un sentiero che sembra scendere più direttamente. Imbocchiamo la scorciatoia anche se in realtà, guardando poi la traccia gps, non mi pare abbia ridotto di molto il percorso che avevamo progettato.
A San Fermo la componente femminile del gruppo comincia a dubitare che riusciremo ad arrivare in tempo utile alla baita. La fanciulla è tentata di fare uno 'squillo' ad un'amica, per chiederle un passaggio fino alla baita. La convinco che ormai siamo arrivati: non vale la pena aspettare il passaggio motorizzato per arrivare qualche minuto prima alla croce di Sant'Eutichio.
Imbocchiamo quindi da San Fermo il sentiero n° 1 della Spina Verde che percorre tutto il crinale, toccando le varie colline che sovrastano Como, fino ad Arrivare alla torre del Baradello e scendere a Camerlata.
Leggiamo il tempo di percorrenza stimato su di un segnavia ed accelerando un po' il passo recuperiamo quei 10 minuti di ritardo che avevamo all'appuntamento con le amiche. Arriviamo puntuali spaccando il minuto, non facile dopo una ventina di km di cammino!!!
Naturalmente sul posto nemmeno l'ombra delle amiche, sono loro in ritardo.
Aspettiamo solo qualche minuto che arrivi la prima e lasciamo la nostra Katty in compagnia di Vanna. Noi, viste le previsioni ottime della settimana, avevamo deciso di non aggregarci al pranzo e di proseguire l'escursione fino a Brunate. Il vento però ci ha un po' cotti e avendo poco tempo a disposizione rinunciamo. Consumiamo i nostri due "tristi" panini al freddo, scatenando le attenzioni di tutti i cani "escursionisti" della zona. Terminato il frugale pasto ci limitiamo a girovagare ancora un po' tra vari punti panoramici e siti proto-storici della Spina Verde.
Ultimo atto dell'escursione la discesa a Como seguendo il sentiero che dalla croce di Eutichio porta alla basilica di Sant'Abbondio. Percorso, a sentimento, più panoramico dell'equivalente che scende partendo dal monte Caprino.
Ci incamminiamo da Lurate Caccivio risalendo il corso del torrente. Arriviamo al mulino Tapella lungo una strada sterrata. Da qui proseguiamo in valle seguendo un sentiero nell'ambiente golenale. Il vento è sferzante ed il sole è ancora nascosto.
Raggiungiamo le aree agricole di Gironico al piano dove finalmente ci accolgono i primi raggi si Sole che intiepidiscono l'aria. Abbandoniamo il corso del torrente in corrispondenza di un esteso maneggio. Non si vedono gli splendidi cavalli, forse hanno freddo anche loro e sono rimasti al riparo nelle stalle.
Aggiriamo il maneggio a sinistra, seguendo una strada sterrata che ci conduce verso Drezzo. Dopo aver attraversato la S.P. 17 Garibaldina proseguiamo sulla sterrata. Ora il percorso lambisce la cava di Faloppio. Si cammina ammirando l'ampio panorama che spazia dalle cime delle Alpi occidentali fino alle nostre prealpi, con i monti Generoso e San Giorgio in primo piano.
Arrivati a Drezzo ci innestiamo sul sentiero confinale, lungo la tratta che va da Bizzarone al Bisbino. Saliamo lungo la via crucis alla chiesa Madonna dell'Assunta. La piccola chiesa è chiusa, ma dal sagrato si gode comunque di un'ottima vista sul pianalto che abbiamo percorso. Riconosciamo alcune delle colline moreniche del comasco.
Riprendiamo il cammino seguendo le indicazioni, rinnovate di recente dal Cai di Bizzarone, del sentiero confinale.
Nei boschi tra Drezzo e Parè camminiamo parallelamente alla 'ramina' che segna il confine con la Svizzera. Non resistiamo alla tentazione di camminare sul lato ticinese in modo da passare per il punto estremo sud della Confederazione.
Arriviamo sul sito, foto di rito con la statua lignea. Nonostante il vento il nuovo bandierone rosso-crociato non sventola neppure oggi, siamo in un punto riparato.
Torniamo subito in Italia in corrispondenza dell'area umida di Parè, sito di interesse naturalistico segnalato dal parco Spina Verde.
Qui i segnavia abbondano indicando vari possibili obiettivi. Continuiamo a seguire la direttrice del sentiero confinale, in direzione Cavallasca.
Arriviamo ad un quadrivio dove decidiamo di abbandonare il percorso diretto verso Cavallasca per continuare più a ridosso del confine, sul sentiero che porta verso i resti della linea Cadorna e le sorgenti del Seveso.
Il sentiero in questo tratto aggira a mezza costa, sul versante sud, il Dosso Pallanza. Si cammina in un luminoso bosco a prevalenza di Pino Silvestre. Finalmente un tratto assolato, ben al riparo dal vento.
Arriviamo in località Colombirolina da dove proseguiamo, sempre aiutati dalle indicazioni, verso le sorgenti del Seveso.
Arrivati alle sorgenti altra foto d'obbligo da mandare a Poldo, il nostro amico di Seveso, oggi assente. Vogliamo mostrargli dove nasce l'apparentemente innocuo ruscello che da anni si diverte ad allagare alcuni quartieri di Milano. Forse è una sua rivalsa per essere stato imbragato in un letto di cemento, tant'è che anche la sorgente è imprigionata da una ghiera in metallo che protegge una specie di tombino in cemento. Peccato perché l'acqua zampilla sprizzando vivacemente. Ci viene pure voglia di assaggiarla. Bevendo si ha il pensiero che è l'acqua di uno dei fiumi famosi anche per essere stato tra i più inquinati d'Italia...
Proseguiamo verso il Sasso di Cavallasca, indecisi se salire sul versante nord o se aggirare a sud. Optiamo per il nord, pensando che il percorso sia più diretto, sempre seguendo una casereccia sterrata.
Arriviamo ad un nuovo punto con pannelli esplicativi sulle trincee della linea Cadorna. Qui le indicazioni non prevedono la salita al Sasso. Però a logica basta trovare un sentiero che non scenda su Monte Olimpino. Dopo qualche minuto di cammino troviamo infatti una traccia che abbandona il confinale e sale grazie all'aiuto scalinata in legno, ben integrata con il bosco, verso la cima della collina. Compaiono anche dei segnavia che confermano la direzione verso la cima del Sasso.
In breve arriviamo al bellavista del "Pin Umbrela", sistemato di recente con una balcone in legno dove ci si può sedere ad ammirare il panorama. Il pino marittimo che dava il nome al sito credo sia stato schiantato da un fulmine, ed è ora rimpiazzato da un giovane pinetto che anno dopo anno sta crescendo. Ma siamo ben lontani dalla mole della pianta secolare che ci si immaginerebbe di trovare...
Purtroppo non possiamo fermarci molto, abbiamo un appuntamento gastronomico alla baita del monte Croce e siamo già un po' ai limiti del tempo.
Proseguiamo quindi spediti scendendo a sud verso San Fermo. Imbocchiamo la strada sterrata, un po' malmessa, che scende gradualmente verso il paese. Troviamo un sentiero che sembra scendere più direttamente. Imbocchiamo la scorciatoia anche se in realtà, guardando poi la traccia gps, non mi pare abbia ridotto di molto il percorso che avevamo progettato.
A San Fermo la componente femminile del gruppo comincia a dubitare che riusciremo ad arrivare in tempo utile alla baita. La fanciulla è tentata di fare uno 'squillo' ad un'amica, per chiederle un passaggio fino alla baita. La convinco che ormai siamo arrivati: non vale la pena aspettare il passaggio motorizzato per arrivare qualche minuto prima alla croce di Sant'Eutichio.
Imbocchiamo quindi da San Fermo il sentiero n° 1 della Spina Verde che percorre tutto il crinale, toccando le varie colline che sovrastano Como, fino ad Arrivare alla torre del Baradello e scendere a Camerlata.
Leggiamo il tempo di percorrenza stimato su di un segnavia ed accelerando un po' il passo recuperiamo quei 10 minuti di ritardo che avevamo all'appuntamento con le amiche. Arriviamo puntuali spaccando il minuto, non facile dopo una ventina di km di cammino!!!
Naturalmente sul posto nemmeno l'ombra delle amiche, sono loro in ritardo.
Aspettiamo solo qualche minuto che arrivi la prima e lasciamo la nostra Katty in compagnia di Vanna. Noi, viste le previsioni ottime della settimana, avevamo deciso di non aggregarci al pranzo e di proseguire l'escursione fino a Brunate. Il vento però ci ha un po' cotti e avendo poco tempo a disposizione rinunciamo. Consumiamo i nostri due "tristi" panini al freddo, scatenando le attenzioni di tutti i cani "escursionisti" della zona. Terminato il frugale pasto ci limitiamo a girovagare ancora un po' tra vari punti panoramici e siti proto-storici della Spina Verde.
Ultimo atto dell'escursione la discesa a Como seguendo il sentiero che dalla croce di Eutichio porta alla basilica di Sant'Abbondio. Percorso, a sentimento, più panoramico dell'equivalente che scende partendo dal monte Caprino.
Tourengänger:
rambaldi

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