Monte Boglia da Albogasio (CO)
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Partenza da Albogasio 'piano terra' ovvero dal parcheggio a lago. La mulattiera che sale verso la Zocca della Nave parte a ridosso della chiesa di Albogasio Superiore che raggiungiamo facilmente risalendo i caratteristici vicoli del paese. L'itinerario è marcato con il segnavia n° 11 della pro loco. La mulattiera a gradoni, molto ben conservata, sale ripida per trasformarsi dopo gli ultimi rustici in un sentiero, sempre che prosegue nel bosco descrivendo ampi tornanti. La salita è continua e non da respiro. Senza possibilità di errore si arriva alla cappella della Madonna del Faggio, ove vi è una campana perfettamente funzionante che consente al viandante di segnalare il suo passaggio con un rintocco.
Arrivati al piano della Zocca il bosco lascia spazio ai pascoli, la vista si apre sulla val Solda cinta dalle cime che vanno dal Boglia, ai Denti della vecchia fino al Torrione. Lo spefttacolo è eccezionale. Con il sole iniziano a salire le nebbie dal lago che rendono ancora più suggestiva l'atmosfera. Ci fermiamo parecchio a godere lo scenario fino a quando il freddo e la nebbia che ormai ci avvolge ci consigliano di ripartire.
Riprendiamo il cammino dirigendoci verso il Faggio solitario che domina la colma. Camminiamo sul crinale in direzione del monte seguendo i bolli del segnavia n° 12. Il sentiero è nascosto dal sottile strato di neve ma il percorso è ugualmente evidente, basta seguire il crinale. Per fortuna il primo tratto da respiro e ci permette di riscaldare un po' i muscoli. Troviamo, immersa di nuovo in un bosco misto, una piccola chiesa, questa volta senza un nome sulla CNS. Da qui il percorso riprende a salire con decisione. Superiamo la faggeta, arriviamo su un tratto ripido ricoperto da noccioli prima di arrivare all'erta finale, ricoperta di paglione.
Finalmente ci congiungiamo con il sentiero che sale da Bre, molto più dolce, e senza ulteriore sforzo arriviamo in cima.
Lunga pausa scambiando quattro chiacchiere con altri escursionisti in attesa che le nebbie si dissolvano. L'attesa si rivela vana, il freddo inizia a farsi sentire di nuovo. Decidiamo di proseguire in discesa dal versante nord verso il pian di Scagn. Il sentiero è molto ben tracciato, con stetti tornanti che consento di camminare senza problemi anche con la neve.
Al piano decidiamo di allungare un po' l'escursione verso i Denti della Vecchia. Consapevoli di non aver tempo di raggiungerli ci fermiamo per la pausa pranzo poco oltre la bocchetta di Brumea, ove il sentiero inizia ad offrire qualche buona veduta.
Vista la poca neve utilizziamo le ghette come telo per sederci e mentre mangiamo ci divertiamo ad assistere alla continua 'competizione' tra Sole e le nubi che salgono dal lago.
Ogni qual volta il Sole pare poter comparire, in pochi attimi ci riscalda ma allo stesso tempo si riforma un nuovo nuvolone. Niente da fare, ci stiamo raffreddando di nuovo ed è meglio ripartire.
Tornati sui nostri passi verso il pian di Scagn cerchiamo con attenzione, i bolli non sono evidenti e la neve copre la traccia, il sentiero che ritorna alla Zocca passando per l'alpe Bolgia.
Lo troviamo abbastanza facilmente. Il sentiero è in buono stato e ci sorprende favorevolmente la faggeta che attraversiamo nei pressi dell'alpe. Alberi radi dal portamento elegante.
Arrivati all'alpe cerchiamo troviamo segnavia con marcato il sentiero n°11 e, tralasciando il 10 che scende direttamente in valle, ci incamminiamo lungo una casareccia non segnata sulla carta.
Il sentiero dovrebbe quindi staccarsi dalla casareccia per proseguire mezza cosa verso la Zocca. Nonostante l'attenzione che poniamo non riusciamo a trovare la deviazione, forse coperta dalla neve e, vista la stanchezza, decidiamo di proseguire sulla strada che scende dolcemente verso Dasio.
Alla prima occasione deviamo verso Muzzaglio e poi Castello seguendo i segnavia, di vari altri sentieri segnati dalla pro loco, che mano mano diventano più frequenti. Pensiamo di giocarci i numeri dei sentieri al lotto.
Arrivati a Castello rapida visita al centro storico ed all'interessante parrocchiale.
Scendiamo al parcheggio del piccolo borgo e evitiamo di percorrere la strada verso Albogasio, preferendo un sentiero, un po' nascosto, che dal parcheggio scende verso San Mamette.
La prima parte del percorso si snoda su una scalinata in cemento che scende rapidamente sulla bella mulattiera che collega le due frazioni. Ultimo tratto lungo la poco trafficata strada che collega San Mamette ad Albogasio con belle viste su un Ceresio liscio come l'olio
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