Cima della Costa (1931 m) - SKT
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Come disse una volta il buon adrimiglio, non è che con pericolo marcato sia obbligatorio stare a casa: basta trovare un pendio adatto, meglio ancora se boscoso, e anche dopo una forte nevicata si possono provare le gioie di una bella pellata. Tanto più che l’ambiente in questi casi diventa davvero magico e noi torniamo ad essere bambini. Con Frankie decidiamo dunque per la Cima della Costa, in Leventina, prima elevazione di una serie comprendente anche il Pizzo del Lambro e, molto più ad ovest, culminante nel Pizzo Campolungo. Il Gabuzzi definisce questa meta “senza pericoli” ed aggiunge “facile itinerario praticabile anche dopo forti nevicate”: risulta quindi chiaro che non ci possano essere dubbi circa la correttezza nella scelta della meta.
Dalla Buzza di Dalpe risaliamo i bianchi pascoli e, poco dopo, entriamo nella fiaba del Bosco Bello, sotto un cielo particolarmente benevolo ed attento a non smorzare l’atmosfera di magia che già cala sulle nostre teste.
Seguendo la facile stradina e praticando solo raramente - quando possibile - dei brevi tagli, facilitati anche da una traccia precedente che poi si perderà un po' prima della cima, arriviamo all’Alpe di Scontra, bella radura che si apre quasi all’improvviso nel fitto bosco.
Dopo una breve pausa proseguiamo nel bosco ora più rado e ci portiamo all’Alpe Cadonigo, dove la meta appare già vicina. L’ultimo dosso boscoso è la parte più impegnativa della salita. Con queste condizioni, a riguardo del presente tratto mi discosterei leggermente dalla valutazione “F” apposta dal Gabuzzi (ma lo dico solo per inciso)…
Dopo qualche aggiramento di brevi cupole, raggiungiamo la vetta della Cima della Costa “punto privilegiato per ammirare il bel panorama su Dalpe e la Val Piumogna”.
Pausa doverosa in cui, oltre alle nuvole, appare anche il sole e qualche fiocco di neve, tanto per fare l’en plein…
Discesa dalla stessa via di salita con numerose puntate nel fitto bosco (anche per questi “fuoripista”, la F del Gabuzzi è ampiamente sottostimata, ma essendo la scelta volontaria e non obbligata, non verrà a toccare la valutazione ufficiale della scheda sintetica). Un bagno di polvere atteso, per quanto mi riguarda, fin dai primi mesi dell’anno scorso (le due uscite novembrine fuori cantone, Stotzigen Firsten e Guggernüll, mi avevano regalato sì neve nuova e belle emozioni, ma non questo tipo di polvere; poi, a parte lo Schenadüi, più niente…).
Una Specialina finale è il modo migliore per suggellare degnamente questa giornata che ci riconcilia finalmente con l’inverno. Speriamo che duri…
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