Un avventuroso Pizzo Camino
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Salgo o non salgo?
Vado qui o cambio meta?
Questi piccoli pensieri mi "perseguitano" mentre sto bevendo un caffè in un bar di Pieve Vergonte.
Il fatto che questo percorso è stato fatto in parte da
Ciolly e da
Tignoelino con difficoltà di orientamento, mi preoccupa non poco.
Cerco di capire quanta neve ci sia sulla cresta, ma da qui non è semplice intuirlo. Comunque non sembra tanta ... va bè .... andiamo, si fa sempre in tempo a tornare indietro.
Riesco quasi subito a trovare i vicoli giusti per imboccare il sentiero di salita che per adesso è ben evidente.
Già alle prime baite ci sono varie tracce, ne prendo una ... sbagliata ... torno subito indietro e recupero il sentiero. Arrivo ad un secondo gruppo di baite ... varie tracce ... ovviamente scelgo quella sbagliata ... ma essendo bella nitida sul terreno continuo a seguirla, fino ad altre baite diroccate.
Do uno sguardo alla cartina e inizio a tagliare dritto per il bosco per tentare di recuperare il sentiero giusto. Poco dopo intravedo un vecchio treppiede di legno che regge il cavo della teleferica: bene, ci sarà un'altra baita nei pressi. Lo raggiungo ma di sentieri ... niente.
Vado ancora avanti per qualche minuto finchè non scorgo un cartello indicatore: ficus ... lo raggiungo e riprendo a salire per l'itinerario giusto. Adesso devo stare attentissimo ai bolli (molto scarsi) perchè appena mi distraggo un attimo, rischio di perdere il sentiero.
Alla fine arrivo all'Alpe Colla, imbocco il sentiero per l'Alpe Mazzucchero che dapprima perde quota, poi rimane in costa fino a quando, nell'attraversare un torrente ... lo riperdo di nuovo. Accidenti, oggi proprio non c'è feeling con questo sentiero.
Lettura mappa, taglio per il bosco, intravedo delle baite e le raggiungo. Ok, in qualche modo sono riuscito ad arrivare all'Alpe Mazzucchero Superiore. Dalle baite non riesco a capire da che parte continua il tracciato ... quindi ... mando a quel paese il sentiero e vado su per il percorso che mi sembra più logico, oltrettutto sto uscendo dalla zona boschiva e quindi è più semplice individuare la rotta da seguire.
Un altro po' di "free-style" e trovo una traccia di sentiero ... che sia quella giusta? Boh, non riesco a capirlo, la seguo finchè mi fa comodo e poi continuo dritto per la mia rotta.
In questi momenti sembra di individuare sentieri ovunque ... eccone uno là ... li sotto ce ne potrebbe essere un altro ... ma questa volta non mi faccio fregare vado per la mia strada, tra l'altro guardando la cartina sembra che il sentiero faccia un ampio giro per raggiungere la dorsale, se vado su dritto ne taglio anche un pezzo.
Arrivo nella conca sotto il Pizzo, la croce è già ben visibile, e inizia la neve. Neve dura: più sicuro e più comodo per la progressione mettere i ramponi. Infatti si sale bene e nei tratti dove c'è solo erba i ramponi non sono così inutili. Raggiunta la cresta finale, affronto gli ultimi metri per la vetta ... bello!
Ora inizia la parte di cresta che non va sottovalutata (almeno con la neve). Estraggo la picozza e inizio la discesa. Il primo tratto è abbastanza ripido poi la cresta diventa più orizzontale ma con qualche "ondulazione".
Anche se la neve è a chiazze continuo a tenere i ramponi, potrebbe essere difficile frenare una scivolata tra neve ed erba. Li tolgo verso metà cresta, quando mi sembra che la neve sia finita del tutto.
Superato un altro dosso, scoprò che in realtà qualche altro tratto di neve c'è ancora ma si riesce ad evitare, o a percorrere senza difficoltà, seguendo il filo di cresta.
Arrivo nei pressi di una baita diroccata e credo di intravedere sulla destra il sentiero che scende. Quindi mollo lo zaino per salire la vicina cima Strighet (mica si poteva lasciarla da parte). Mentre salgo mi sembra di scorgere un'altra traccia che scende, sarà forse questo il sentiero?
Ancora una volta boh ... non si capisce niente ... dalla carta in effetti risulta che il sentiero sia più vicino alla cima Strighet quindi, una volta arrivato in cima, scendo giù a riprendere lo zaino per poi risalire brevemente al bivio intravisto precedentemente (non prima di aver fatto una piccola perlustrazione sulla prima traccia che avevo individuato).
Per forza di cose devo rimettere i ramponi, questo tratto di discesa presenta ancora delle lingue di neve dura.
I tratti di neve si alternano a quelli con la paglia ma, come per la salita, anche qui i ramponi sull'erba non sono poi così fuori luogo.
Scendo con calma sulla traccia di sentiero non sempre di facile individuazione, fin quando, più in basso sembra essercene un altro... quindi forse il primo bivio era giusto?
Continuo sulla mia traccia fino a quando non trovo il posto migliore per scendere sulla seconda traccia e, una volta raggiunta, tolgo definitivamente i ramponi.
Continuo sul sentierino, adesso abbastanza marcato e riesco a raggiungere le baite Ghiaccio dove, forse, posso dire che finiscono anche le difficoltà ... peccato che mancano ancora da scendere oltre 1200 metri di dislivello.
Brevemente arrivo all'Alpe Prato (Alpe Prà) dove, per non sapere ne leggere e ne scrivere, non cerco neanche il sentiero ma imbocco direttamente la strada sterrata che sono sicuro porta giù a Pieve.
Finalmente posso tirare un sospiro di sollievo, su questo percorso che non presenta difficoltà estreme ma che non mi ha mai lasciato un attimo di distrazione.
Vado qui o cambio meta?
Questi piccoli pensieri mi "perseguitano" mentre sto bevendo un caffè in un bar di Pieve Vergonte.
Il fatto che questo percorso è stato fatto in parte da


Cerco di capire quanta neve ci sia sulla cresta, ma da qui non è semplice intuirlo. Comunque non sembra tanta ... va bè .... andiamo, si fa sempre in tempo a tornare indietro.
Riesco quasi subito a trovare i vicoli giusti per imboccare il sentiero di salita che per adesso è ben evidente.
Già alle prime baite ci sono varie tracce, ne prendo una ... sbagliata ... torno subito indietro e recupero il sentiero. Arrivo ad un secondo gruppo di baite ... varie tracce ... ovviamente scelgo quella sbagliata ... ma essendo bella nitida sul terreno continuo a seguirla, fino ad altre baite diroccate.
Do uno sguardo alla cartina e inizio a tagliare dritto per il bosco per tentare di recuperare il sentiero giusto. Poco dopo intravedo un vecchio treppiede di legno che regge il cavo della teleferica: bene, ci sarà un'altra baita nei pressi. Lo raggiungo ma di sentieri ... niente.
Vado ancora avanti per qualche minuto finchè non scorgo un cartello indicatore: ficus ... lo raggiungo e riprendo a salire per l'itinerario giusto. Adesso devo stare attentissimo ai bolli (molto scarsi) perchè appena mi distraggo un attimo, rischio di perdere il sentiero.
Alla fine arrivo all'Alpe Colla, imbocco il sentiero per l'Alpe Mazzucchero che dapprima perde quota, poi rimane in costa fino a quando, nell'attraversare un torrente ... lo riperdo di nuovo. Accidenti, oggi proprio non c'è feeling con questo sentiero.
Lettura mappa, taglio per il bosco, intravedo delle baite e le raggiungo. Ok, in qualche modo sono riuscito ad arrivare all'Alpe Mazzucchero Superiore. Dalle baite non riesco a capire da che parte continua il tracciato ... quindi ... mando a quel paese il sentiero e vado su per il percorso che mi sembra più logico, oltrettutto sto uscendo dalla zona boschiva e quindi è più semplice individuare la rotta da seguire.
Un altro po' di "free-style" e trovo una traccia di sentiero ... che sia quella giusta? Boh, non riesco a capirlo, la seguo finchè mi fa comodo e poi continuo dritto per la mia rotta.
In questi momenti sembra di individuare sentieri ovunque ... eccone uno là ... li sotto ce ne potrebbe essere un altro ... ma questa volta non mi faccio fregare vado per la mia strada, tra l'altro guardando la cartina sembra che il sentiero faccia un ampio giro per raggiungere la dorsale, se vado su dritto ne taglio anche un pezzo.
Arrivo nella conca sotto il Pizzo, la croce è già ben visibile, e inizia la neve. Neve dura: più sicuro e più comodo per la progressione mettere i ramponi. Infatti si sale bene e nei tratti dove c'è solo erba i ramponi non sono così inutili. Raggiunta la cresta finale, affronto gli ultimi metri per la vetta ... bello!
Ora inizia la parte di cresta che non va sottovalutata (almeno con la neve). Estraggo la picozza e inizio la discesa. Il primo tratto è abbastanza ripido poi la cresta diventa più orizzontale ma con qualche "ondulazione".
Anche se la neve è a chiazze continuo a tenere i ramponi, potrebbe essere difficile frenare una scivolata tra neve ed erba. Li tolgo verso metà cresta, quando mi sembra che la neve sia finita del tutto.
Superato un altro dosso, scoprò che in realtà qualche altro tratto di neve c'è ancora ma si riesce ad evitare, o a percorrere senza difficoltà, seguendo il filo di cresta.
Arrivo nei pressi di una baita diroccata e credo di intravedere sulla destra il sentiero che scende. Quindi mollo lo zaino per salire la vicina cima Strighet (mica si poteva lasciarla da parte). Mentre salgo mi sembra di scorgere un'altra traccia che scende, sarà forse questo il sentiero?
Ancora una volta boh ... non si capisce niente ... dalla carta in effetti risulta che il sentiero sia più vicino alla cima Strighet quindi, una volta arrivato in cima, scendo giù a riprendere lo zaino per poi risalire brevemente al bivio intravisto precedentemente (non prima di aver fatto una piccola perlustrazione sulla prima traccia che avevo individuato).
Per forza di cose devo rimettere i ramponi, questo tratto di discesa presenta ancora delle lingue di neve dura.
I tratti di neve si alternano a quelli con la paglia ma, come per la salita, anche qui i ramponi sull'erba non sono poi così fuori luogo.
Scendo con calma sulla traccia di sentiero non sempre di facile individuazione, fin quando, più in basso sembra essercene un altro... quindi forse il primo bivio era giusto?
Continuo sulla mia traccia fino a quando non trovo il posto migliore per scendere sulla seconda traccia e, una volta raggiunta, tolgo definitivamente i ramponi.
Continuo sul sentierino, adesso abbastanza marcato e riesco a raggiungere le baite Ghiaccio dove, forse, posso dire che finiscono anche le difficoltà ... peccato che mancano ancora da scendere oltre 1200 metri di dislivello.
Brevemente arrivo all'Alpe Prato (Alpe Prà) dove, per non sapere ne leggere e ne scrivere, non cerco neanche il sentiero ma imbocco direttamente la strada sterrata che sono sicuro porta giù a Pieve.
Finalmente posso tirare un sospiro di sollievo, su questo percorso che non presenta difficoltà estreme ma che non mi ha mai lasciato un attimo di distrazione.
Tourengänger:
Andrea!

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Kommentare (17)