Sasso Guidà e Dosso P.2045, fra Valle Morobbia e Val Traversagna.
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Gita non prevista oggi: riesco a liberarmi solo alle 20 di lunedi, Monica ha già un impegno e così Francesca...vabbè però con la magnifica giornata che si preannuncia non si può rimanere a casa.
Decido di andare al Motto di Arbino di cui mi aveva ben parlato Francesca.
Studio la carta e decido di salire da Paudo.
Alle 8,30 sono al parcheggio...decisamente il paese si trova in una posizione invidiabile: riparato dai venti del Nord ed affacciato sul Piano di Magadino con una vista incredibile sul Monte Rosa, i 4000 vallesani ed il Lago Maggiore.
L'idea è di salire ai Monti di Ravecchia e da lì proseguire per il Motto della Croce ed il Motto d'Arbino, ben presto però mi accorgo che così dovrei percorrere un lungo tratto sull'asfalto. Per cui al primo segnavia cambio programma e salgo sulla destra seguendo le indicazioni per Pian Dolce.
Non è semplice trovare il percorso che qui si snoda fra case, muri e recinzioni ed incrocia un autentico dedalo di sentieri e stradine, comunque raggiungo la fontana di Pian Corelli a quota 1070 metri, vi sono anche tavoli e panche ed una griglia, d'estate il luogo deve essere ben frequentato.
Ora salgo dapprima fra le betulle poi fra i faggi in direzione di Pian Dolce, la salita è abbastanza faticosa vista la pendenza e lo spesso manto di foglie secche che ricopre ogni evidenza del sentiero.
A Pian Dolce la vista è decisamente impagabile, come dice il Brenna si possono vedere il punto più basso ed il più alto della svizzera, cioè la Punta Dufour del Rosa ed il Lago Maggiore: 4440,9 metri di differenza fra i due punti! Supero la capanna Genzianella e l'ultima casa e rientro nel bosco, qui il sentiero si alza più dolcemente al di sotto della cresta in un bosco fitto di abeti e, radi, larici, per raggiungere quindi una radura dove vi è una pozza d'acqua completamente ghiacciata, è la Sella dei Laghetti della Costa, mi guardo attorno ma di altri specchi d'acqua non ne vedo e non scorgo nemmeno depressioni atte ad ospitarli.
Vi è un cartello indicatore che indica 20 minuti per il Motto d'Arbino e 15 per il Sasso Guidà...decido di salire dapprima al Sasso, il Motto lo riserverò per il ritorno.
Ora il sentiero sale con un continuo alternarsi di tratti aperti ed altri boscati, nelle radure vi è neve comunque non molto alta mentre sotto gli alberi vi sono dei micidiali tratti ghiacciati da evitare accuratamente.
Esco dal bosco, entro in una radura solatìa e mi appare il roccioso Sasso Guidà, in cima scorgo qualcuno, è la prima persona che incontro oggi. Poco sotto la cima scambio qualche parola con l'escursionista svizzero che è già sulla via del ritorno.
Lo saluto e salgo in vetta, qui si trova una trincea con un ricovero che, in caso d'emergenza, potrebbe fungere da riparo. Vi è anche un pannello esplicativo che illustra le fortificazioni, numerose, di questo tratto della cresta fra Val Morobbia e Val Traversagna.
Vista l'ora decido di proseguire verso la capanna Gesero, la cresta è un continuo saliscendi,il sentiero corre ora da una parte, ora dall'altra del crinale, i tratti a Nord sono ricoperti da un po' di ghiaccio per cui li affronto con calma.
Dalla cima quotata 1799 metri, dove si trova un'altra trincea scendo in direzione dell'Alpe Gesero, al laghetto decido che val la pena di proseguire ancora un po' così supero il dosso quotato 1816 metri, risalgo fino alle baite di Biscia e da qui al dosso quotato 2045 metri.
Vista l'ora decido di non proseguire oltre, alla Cima delle Cicogne sono già salito in passato ed ho anche fame.
Ridiscendo un tratto per trovare un posto sgombro da neve e mi gusto il mio formaggio con davanti agli occhi un panorama fantastico, mentre mangio un'aquila compie dei larghi giri sopra di me per poi allontanarsi verso Sud.
Sono le 13,30...sarà il caso di darsi una mossa e ridiscendere!
Rifaccio a ritroso il percorso fatto all'andata, risalgo il dosso 1799, poi il Sasso Guidà, scendo alla sella con il laghetto e medito se sia il caso di salire al Motto d'Arbino, visto che sono da solo decido, prudentemente, di arrivare all'auto prima che sia buio quindi ridiscendo a Pian Dolce, da qui a Pian Corelli dove decido di scendere direttamente a Paudo.
Poco sotto i Monti di Paudo, nei pressi di una grande antenna c'è una provvidenziale fontana funzionante: ho una gran sete ed ho esaurito le mie scorte di liquidi, una foto a Bellinzona illuminata dalle luci del tramonto e poi giù... scorgo la mia auto parcheggiata al parcheggio sul tornante, in breve la raggiungo.
Fine della gita.
Bello il Sasso Guidà, il panorama è veramente imperdibile. Peccato non averlo potuto condividere.
La zona della capanna Gesero la conoscevo: bella ma le montagne sono veramente sconciate da una miriade di infrastrutture che nulla hanno di bello.
Saggiamente mi sono portato la piccozza: in molti tratti la neve era ghiacciata e vista la ripidità dei versanti uno scivolone non sarebbe stato facile da arrestare senza picca.
Decido di andare al Motto di Arbino di cui mi aveva ben parlato Francesca.
Studio la carta e decido di salire da Paudo.
Alle 8,30 sono al parcheggio...decisamente il paese si trova in una posizione invidiabile: riparato dai venti del Nord ed affacciato sul Piano di Magadino con una vista incredibile sul Monte Rosa, i 4000 vallesani ed il Lago Maggiore.
L'idea è di salire ai Monti di Ravecchia e da lì proseguire per il Motto della Croce ed il Motto d'Arbino, ben presto però mi accorgo che così dovrei percorrere un lungo tratto sull'asfalto. Per cui al primo segnavia cambio programma e salgo sulla destra seguendo le indicazioni per Pian Dolce.
Non è semplice trovare il percorso che qui si snoda fra case, muri e recinzioni ed incrocia un autentico dedalo di sentieri e stradine, comunque raggiungo la fontana di Pian Corelli a quota 1070 metri, vi sono anche tavoli e panche ed una griglia, d'estate il luogo deve essere ben frequentato.
Ora salgo dapprima fra le betulle poi fra i faggi in direzione di Pian Dolce, la salita è abbastanza faticosa vista la pendenza e lo spesso manto di foglie secche che ricopre ogni evidenza del sentiero.
A Pian Dolce la vista è decisamente impagabile, come dice il Brenna si possono vedere il punto più basso ed il più alto della svizzera, cioè la Punta Dufour del Rosa ed il Lago Maggiore: 4440,9 metri di differenza fra i due punti! Supero la capanna Genzianella e l'ultima casa e rientro nel bosco, qui il sentiero si alza più dolcemente al di sotto della cresta in un bosco fitto di abeti e, radi, larici, per raggiungere quindi una radura dove vi è una pozza d'acqua completamente ghiacciata, è la Sella dei Laghetti della Costa, mi guardo attorno ma di altri specchi d'acqua non ne vedo e non scorgo nemmeno depressioni atte ad ospitarli.
Vi è un cartello indicatore che indica 20 minuti per il Motto d'Arbino e 15 per il Sasso Guidà...decido di salire dapprima al Sasso, il Motto lo riserverò per il ritorno.
Ora il sentiero sale con un continuo alternarsi di tratti aperti ed altri boscati, nelle radure vi è neve comunque non molto alta mentre sotto gli alberi vi sono dei micidiali tratti ghiacciati da evitare accuratamente.
Esco dal bosco, entro in una radura solatìa e mi appare il roccioso Sasso Guidà, in cima scorgo qualcuno, è la prima persona che incontro oggi. Poco sotto la cima scambio qualche parola con l'escursionista svizzero che è già sulla via del ritorno.
Lo saluto e salgo in vetta, qui si trova una trincea con un ricovero che, in caso d'emergenza, potrebbe fungere da riparo. Vi è anche un pannello esplicativo che illustra le fortificazioni, numerose, di questo tratto della cresta fra Val Morobbia e Val Traversagna.
Vista l'ora decido di proseguire verso la capanna Gesero, la cresta è un continuo saliscendi,il sentiero corre ora da una parte, ora dall'altra del crinale, i tratti a Nord sono ricoperti da un po' di ghiaccio per cui li affronto con calma.
Dalla cima quotata 1799 metri, dove si trova un'altra trincea scendo in direzione dell'Alpe Gesero, al laghetto decido che val la pena di proseguire ancora un po' così supero il dosso quotato 1816 metri, risalgo fino alle baite di Biscia e da qui al dosso quotato 2045 metri.
Vista l'ora decido di non proseguire oltre, alla Cima delle Cicogne sono già salito in passato ed ho anche fame.
Ridiscendo un tratto per trovare un posto sgombro da neve e mi gusto il mio formaggio con davanti agli occhi un panorama fantastico, mentre mangio un'aquila compie dei larghi giri sopra di me per poi allontanarsi verso Sud.
Sono le 13,30...sarà il caso di darsi una mossa e ridiscendere!
Rifaccio a ritroso il percorso fatto all'andata, risalgo il dosso 1799, poi il Sasso Guidà, scendo alla sella con il laghetto e medito se sia il caso di salire al Motto d'Arbino, visto che sono da solo decido, prudentemente, di arrivare all'auto prima che sia buio quindi ridiscendo a Pian Dolce, da qui a Pian Corelli dove decido di scendere direttamente a Paudo.
Poco sotto i Monti di Paudo, nei pressi di una grande antenna c'è una provvidenziale fontana funzionante: ho una gran sete ed ho esaurito le mie scorte di liquidi, una foto a Bellinzona illuminata dalle luci del tramonto e poi giù... scorgo la mia auto parcheggiata al parcheggio sul tornante, in breve la raggiungo.
Fine della gita.
Bello il Sasso Guidà, il panorama è veramente imperdibile. Peccato non averlo potuto condividere.
La zona della capanna Gesero la conoscevo: bella ma le montagne sono veramente sconciate da una miriade di infrastrutture che nulla hanno di bello.
Saggiamente mi sono portato la piccozza: in molti tratti la neve era ghiacciata e vista la ripidità dei versanti uno scivolone non sarebbe stato facile da arrestare senza picca.
Tourengänger:
paoloski

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