In zona "Veget", col tempo balordo facciamo il Faièt!
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Una giornata all'insegna dell'imprevisto e dell'incertezza......
Le prime a tradirci sono le previsioni!
Non che avessero promesso sole splendente, ma nemmeno una pioggia così insistente, almeno nel VCO, dove abbiamo scelto di andare.....proprio perchè sembrava essere una zona risparmiata da un tempo ingrato.
Ma passiamo ai fatti....
Partiamo di buon mattino con la pioggia che ci accompagna.....ed è già la terza volta in tre settimane..... Siamo però convinti che via via che ci sposteremo verso ovest il tempo migliorerà!
E infatti ci basta percorrere qualche km....che già non piove più, almeno fino a Verbania, dove addirittura vediamo in lontananza qualche apertura, seppur timida, tra le nuvole.
Ma via via che procediamo sulla Statale che costeggia il lago, la pioggia sembra prenderci di mira e, giunti a Cannero, scopriamo che ci è impossibile raggiungere Cannobio, nostra destinazione, causa chiusura strada.
E questo è la seconda fregatura di quest'oggi!
Dai nostri sguardi smarriti trapela la stessa domanda: "E adesso che facciamo?"
A un certo punto vediamo un cartello giallo, di quelli escursionistici, che indica: MORISSOLO 3 h e 30.
Io e Domenico siamo quasi dell'idea di imboccare quel sentiero e....vada come vada.....
Pino è un po' meno convinto, ma alla fine pioggia e nuvole rasoterra anzi .... rasolago..... congiurano per farci desistere.
Ed è a questo punto che Menek lancia l'idea di raggiungere un Rifugio dove fermarci e l'immagine di una polenta fumante si fa strada dentro di noi.....
Sì....ma chi conosce questi posti?
Rifugi ce ne saranno anche, ma dove?
Mi viene a mente che, durante una salita al Faiè di qualche anno fa, eravamo passati da un Rifugio....così mi collego a internet e lo trovo, si tratta del Rifugio Fantoli, che si trova a 1000 metri di quota, è raggiungibile con l'auto e, proprio per questo immaginiamo possa essere aperto.
Ideiamo un piano: giunti al Rifugio potremmo salire sul Faiè e al ritorno fermarci per il pranzo.
Detto....fatto!
Torniamo indietro e, grazie a San Navigatore, raggiungiamo l'Alpe Ruspesso dove, dopo esserci abbigliati di tutto punto per la camminata....e per la pioggia.....imbocchiamo il sentiero per il Faiè.
Dopo pochi minuti raggiungiamo l'Alpe Ompio, dove sorge il Rifugio....ovviamente chiuso!
Oggi non ce ne va bene una.....
Lo superiamo e iniziamo la salita, dolce all'inizio, ma poi sempre più ripida, che ci condurrà alla meta, non senza aver indossato le nostre mantelle per ripararci prima dalla pioggia e poi dalla neve.
Raggiunta la cima, che nonostante il tempo grigio ci regala un bel panorama, percorriamo la cresta che ci deposita alla Colma di Vercio e da lì, con un giro parzialmente ad anello, torniamo al Rifugio dove troviamo una panca coperta da una tettoia.
E' occupata da un gruppetto di escursionisti che abbiamo incontrato all'Alpe Pianezza i quali , forse mossi da pietà, in men che non si dica, ci liberano quello spazio ristretto ma riparato, dove possiamo mangiare senza infradiciarci, con Olmo sempre in giro ad elemosinare qualcosa di "sfizioso"
Arriviamo all'auto che è solo l'una, ma fermarsi ulteriormente sarebbe inutile e così ripartiamo, tutto sommato soddisfatti per aver recuperato una giornata che sembrava persa....
L'unico rimpianto è non aver fatto il giro che passa per Vercio, della cui esistenza ci accorgiamoi solo una volta arrivati all'auto, guardando la traccia GPS....
Un vero peccato non essercene resi conto per tempo!
Mi consola però l'idea che ci sarà una prossima volta.....
Menek66
Oramai sta diventando un Mantra questa situazione… ogni fottuto week end si va alla ricerca di angoli del Pianeta dove un timido raggio di Sole, ci possa permettere di fare ciò che più ci piace ( vabbè, non facciamo graduatorie), e pensando di aver scovato il famoso punto G del piacere escursionistico, ci siamo fiondati a cannone nel Verbanese; ma ahimè ad aspettarci, non abbiamo trovato ciò che ci aspettavamo, perlomeno, non quello che avevamo “sperato”!
Coma già detto da Patrizia, giunti a Cannero, la strada risulta bloccata per una frana che divide in due il Lago, la pioggia scende con una certa insistenza e più passiamo il tempo in auto più comincia a far spazio in noi la demoralizzazione… Diamo un’occhiata sopra le nostre teste, e non si intravede niente di buono… le nuvole sono talmente basse da sembrare dentro un banco di nebbia, e la jattura è così forte da sfiorare il garrotamento degli “zebedei”.
Ma cosa volete… mica si faranno tutti sti chilometri per fare una gara di rutti all’Osteria del Beccofino, no? Ed infatti nessuno di noi vuole desistere, verso Verbania il tempo è leggermente migliore, e grazie all’aiuto della tecnologia e di Santa Patrizia da Vignate, progettiamo il Piano B. Et voilà il M. Faiè.
Sul Faiè non ci sono mai stato, non è certo il Breithorn, ma ogni montagna ha la sua dignità, ed in più con questo tempo, anche un’ipotetica scalata sul Monte Letame, sembra una fantastica idea. Quindi, via! Si parte dall’Alpe Ruspesso con una leggera “brumella”, niente che possa lontanamente assomigliare al diluvio di Cannero, ed insieme all’indicazione per il M. Faiè la dicitura Rif. Fantoli 0,10 minuti, illumina i nostri visi con un sorriso raggiante… vuoi vedere che si mangia veramente la polenta?
Come è andata lo sapete, ma oggi questo è il meno dei problemi, quattro cosette in fondo zaino le abbiamo, e basta ravanare tra il vestiario da Indiana Jones, per recuperare il minimo indispensabile per la sopravvivenza!
Camminiamo circondati dalle nubi su un mulattiera mai troppo impegnativa, passando attraverso alcuni alpeggi a volte abbandonati, non è così infangato come pensavamo, e mentre ci spostiamo verso la cima, riusciamo persino a fare qualche foto verso il lago e le montagne circostanti che ogni tanto fanno capolino.
Adesso che stiamo per “strappare” sull’irta salita del Faièt, dalla leggera pioggerella si passa ai fiocchi di neve molto umida, una neve che si scioglie un metro prima del contatto a terra… ma tutto sommato, anche questo imprevisto non altera la nostra voglia di camminare. Incredibilmente dalla cima, oltre al Verbano vediamo il L. di Mergozzo e il L. d’Orta, e chi l’avrebbe detto con questo tempo, mentre il F. Ticino scorre silenzioso e azzurro sotto di noi.
E’ presto per mangiare e le gambe reclamano movimento, che fare? Seguendo il crinale, scendiamo all’Alpe Pianezza e poi alla Colma di Vercio, come dei pirla non consultiamo la cartina o il prezioso Gps, e così, invece di prolungare ancora un po’ il giro puntando per l’Alpe Vercio, invertiamo la rotta seguendo un bel sentiero che in 20 minuti ci porta all’Alpe Caseracce (bellissimo) e poi giù di nuovo sino al rifugio, dove troviamo spazio al coperto per consumare i viveri. Il posto è bello, ma troviamo incredibile che sia chiuso in questo periodo, il luogo è molto vicino a Verbania e facilmente raggiungile con una jeep se si vogliono portare vivande al rifugio, francamente non capiamo il motivo di questa decisione… chissà, magari qualcuno che legge questo nostro lamento ci renderà edotti sul perché di questa scelta.
Comunque per raggiungere il nostro “spazio ristoro”, abbiamo dovuto scavalcare un cancellino in ferro reso viscido dall’acqua… Patrizia con un salto alla Fosbury di rara eleganza supera l’impedimento, io e Olmo ci lanciamo abbracciati come se fossimo sul ponte degli innamorati, mentre Pino ammirato dalle nostre evoluzioni, maldestramente si lancia “contro” l’ostacolo, oltrepassato il quale, si trova steso a terra come un Leone marino dopo un’abbuffata di Sardine. Sto cazzo di panino ce lo siamo veramente sudato…
Finito il miserrimo pasto, si discute già del prossimo giro, acqua o non acqua! E vaffanculo al 3B Meteo.
Nota: Divertente giro di “recupero” a cavallo del Verbano e bellissimi alpeggi costruiti con muri a “secco” e con il tetto fatto con le Piode, un segno della civiltà contadina ormai persa tra i Faggi secolari e Betulle… la Natura che si è ripresa lo spazio un tempo adibito a pascolo.
A La Prochaine! Menek und Olmo
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