A zonzo attorno al Crocione - Val d'Intelvi
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Previsioni meteo incerte, poca voglia di pestare neve, ancora meno di starsene a casa un altro fine settimana……beh qualcosa in zona lo si trova, no?
E così la scelta di AnDaSer ricade sul Crocione (sulle carte più propriamente chiamato Pizzo della Croce), quella montagna che per intenderci, per chi percorre l’autostrada verso Como nel tratto tra Lomazzo e Grandate, si individua facilmente trovandosi tra i prati del Generoso e i boschi del Bisbino; proprio in mezzo è distinguibile la forma triangolare del Crocione, un tempo anche montagna per sciatori.
Partenza da casa sotto la pioggia, iniziamo bene. Per fortuna a Como ha già smesso di piovere, spira un po’ di vento (le previsioni lo davano in arrivo nel corso della giornata) ma sul lago le nuvole sembrano non volersene andare.
La nostra intenzione era quella di ripercorrere l’itinerario recentemente pubblicato qui su hikr da Morgan; nei fatti siamo involontariamente riusciti a non copiarlo completamente.
Lasciata l’auto nei pressi dell’area attrezzata per il picnic in località Pian delle Alpi, lungo la strada tra Casasco ed Erbonne, partiamo poco prima delle 9.
Le nuvole sono sempre basse anche se per fortuna non piove; intuiamo la dorsale che congiunge il rifugio Prabello alla cima del Sasso Gordona e ci incamminiamo per un breve tratto di strada in direzione opposta.
Entriamo nel bel bosco di faggi e, seguendo le indicazioni per Ermogna, risaliamo la stretta mulattiera che più avanti diviene sentiero sino ad incrociarne un’altra che ci consente di sbucare, dopo quasi mezz’ora, in prossimità di una bolla d’acqua sull’ampio sterrato rappresentato dal sentiero n. 1 della via dei Monti Lariani.
La strada ora prosegue tra saliscendi, passando dalle pressoché diroccate costruzioni di Cascina Carolza e dell’Alpe Brassera Alta, sino ad arrivare in prossimità delle prime case di villeggiatura poste nella parte alta dell’abitato di Casasco dove arriviamo alle 10.
Qui troviamo un bivio con le indicazioni che ci fanno proseguire, su prati, un tratto in asfalto e poi ancora su prati, fino al Rifugio Giuseppe e Bruno che raggiungiamo in circa 20 minuti.
La strada asfaltata termina qui e di fronte a noi è già visibile, tra le basse nuvole, la cima del Crocione e la costruzione nei pressi della stazione di arrivo della sciovia dismessa.
Risaliamo ora i prati che incrociano in alcuni tratti una strada militare e poi, forse un attimo di distrazione nell’ammirare finalmente il cielo che si sta sgombrando dalle nuvole, prendiamo a risalire la direttissima su prati per arrivare faticosamente sulla cresta del versante nord est della montagna; un ultimo sforzo e alle 11.05 arriviamo in cima al Pizzo della Croce (o Crocione) dopo aver percorso 6 km in 1h50m di marcia e 15m di sosta.
Le nuvole purtroppo tendono nuovamente ad occupare la scena e tranne qualche breve momento di luminosità tutto attorno è immerso nella foschia. Non è visibile nemmeno la cresta del monte Generoso posta proprio di fronte a noi.
Dopo una sosta di mezz’ora riprendiamo il cammino in direzione della costruzione a monte della dismessa seggiovia per scendere lungo l’ampia traccia su prati che porta all’Alpe di Orimento, dove arriviamo alle 12.10.
Considerate le condizioni climatiche e l’orario decidiamo di fermarci per una sosta pranzo alla Baita di Orimento, dopo tutto ad un buon piatto di pizzoccheri non si può rinunciare.
Riprendiamo il cammino alle 13.20 con l’intenzione di raggiungere l’abitato di Erbonne e chiudere il giro ad anello; anche qui forse una distrazione oppure l’effetto delle libagioni, prendiamo il sentiero che sale, leggermente ma in modo continuo, lungo la dorsale occidentale del Crocione sino ad arrivare, alle 14, alla croce posta sul colle Le Crocette. L’altimetro riporta l’altitudine di mt 1.360 e la traccia sul gps dice che non siamo molto distanti dal punto di partenza (in effetti siamo sopra i pascoli di Ermogna); peccato che la pessima visibilità e l’assenza di indicazioni non ci consentano di individuare una traccia che scenda verso Erbonne oppure verso Pian delle Alpi.
Imbocchiamo così la strada militare che scende con dolci pendenze il lato orientale del Crocione per scoprire così che quello avrebbe dovuto essere il percorso da seguire all’andata per una salita al Crocione, più lunga ma molto meno faticosa.
Arriviamo così alla Capanna Giuseppe e Bruno alle 14.45 e da questo punto in poi ripercorriamo il percorso fatto all’andata senza però mai abbandonare il sentiero n. 1 della via dei Monti Lariani. In alcuni punti, grazie a qualche temporanea schiarita, riusciamo ad apprezzare la parete innevata del Grignone, il tratto del lago di Como con la punta del Balbianello e la bella chiesetta di San Zeno che è posta sul cucuzzolo di fronte a noi.
Giungiamo all’auto alle 16.15, comunque soddisfatti per la piacevole giornata trascorsa a zonzo tra le nostre amate montagne.
Un’ultima considerazione, infine: spiace dirlo ma la segnaletica lascia molto a desiderare, soprattutto se confrontata con le precise e frequenti indicazioni che si trovano sui percorsi della vicina confederazione. Per quanto attiene ai sentieri dobbiamo probabilmente ringraziare chi realizzò un’opera che per fortuna si rivelò inutile, in quanto mai utilizzata per le finalità di chi la ideò, mi riferisco alle mulattiere di servizio alla linea Cadorna, percorsi tenuti per anni in esercizio grazie alle attività “commerciali” sviluppatesi nella zona (leggasi “contrabbando”) e al loro relativo contrasto; altrimenti, non avremmo oggi nemmeno grandi sentieri.
Dati complessivi:
Km percorsi: 17,7;
Tempo marcia: 4h55m;
Tempo sosta: 2h25m;
Ascesa: mt. 830 circa;
Velocità media in marcia: 3,6 km/h;
Velocità media totale: 2,4 km/h.
E così la scelta di AnDaSer ricade sul Crocione (sulle carte più propriamente chiamato Pizzo della Croce), quella montagna che per intenderci, per chi percorre l’autostrada verso Como nel tratto tra Lomazzo e Grandate, si individua facilmente trovandosi tra i prati del Generoso e i boschi del Bisbino; proprio in mezzo è distinguibile la forma triangolare del Crocione, un tempo anche montagna per sciatori.
Partenza da casa sotto la pioggia, iniziamo bene. Per fortuna a Como ha già smesso di piovere, spira un po’ di vento (le previsioni lo davano in arrivo nel corso della giornata) ma sul lago le nuvole sembrano non volersene andare.
La nostra intenzione era quella di ripercorrere l’itinerario recentemente pubblicato qui su hikr da Morgan; nei fatti siamo involontariamente riusciti a non copiarlo completamente.
Lasciata l’auto nei pressi dell’area attrezzata per il picnic in località Pian delle Alpi, lungo la strada tra Casasco ed Erbonne, partiamo poco prima delle 9.
Le nuvole sono sempre basse anche se per fortuna non piove; intuiamo la dorsale che congiunge il rifugio Prabello alla cima del Sasso Gordona e ci incamminiamo per un breve tratto di strada in direzione opposta.
Entriamo nel bel bosco di faggi e, seguendo le indicazioni per Ermogna, risaliamo la stretta mulattiera che più avanti diviene sentiero sino ad incrociarne un’altra che ci consente di sbucare, dopo quasi mezz’ora, in prossimità di una bolla d’acqua sull’ampio sterrato rappresentato dal sentiero n. 1 della via dei Monti Lariani.
La strada ora prosegue tra saliscendi, passando dalle pressoché diroccate costruzioni di Cascina Carolza e dell’Alpe Brassera Alta, sino ad arrivare in prossimità delle prime case di villeggiatura poste nella parte alta dell’abitato di Casasco dove arriviamo alle 10.
Qui troviamo un bivio con le indicazioni che ci fanno proseguire, su prati, un tratto in asfalto e poi ancora su prati, fino al Rifugio Giuseppe e Bruno che raggiungiamo in circa 20 minuti.
La strada asfaltata termina qui e di fronte a noi è già visibile, tra le basse nuvole, la cima del Crocione e la costruzione nei pressi della stazione di arrivo della sciovia dismessa.
Risaliamo ora i prati che incrociano in alcuni tratti una strada militare e poi, forse un attimo di distrazione nell’ammirare finalmente il cielo che si sta sgombrando dalle nuvole, prendiamo a risalire la direttissima su prati per arrivare faticosamente sulla cresta del versante nord est della montagna; un ultimo sforzo e alle 11.05 arriviamo in cima al Pizzo della Croce (o Crocione) dopo aver percorso 6 km in 1h50m di marcia e 15m di sosta.
Le nuvole purtroppo tendono nuovamente ad occupare la scena e tranne qualche breve momento di luminosità tutto attorno è immerso nella foschia. Non è visibile nemmeno la cresta del monte Generoso posta proprio di fronte a noi.
Dopo una sosta di mezz’ora riprendiamo il cammino in direzione della costruzione a monte della dismessa seggiovia per scendere lungo l’ampia traccia su prati che porta all’Alpe di Orimento, dove arriviamo alle 12.10.
Considerate le condizioni climatiche e l’orario decidiamo di fermarci per una sosta pranzo alla Baita di Orimento, dopo tutto ad un buon piatto di pizzoccheri non si può rinunciare.
Riprendiamo il cammino alle 13.20 con l’intenzione di raggiungere l’abitato di Erbonne e chiudere il giro ad anello; anche qui forse una distrazione oppure l’effetto delle libagioni, prendiamo il sentiero che sale, leggermente ma in modo continuo, lungo la dorsale occidentale del Crocione sino ad arrivare, alle 14, alla croce posta sul colle Le Crocette. L’altimetro riporta l’altitudine di mt 1.360 e la traccia sul gps dice che non siamo molto distanti dal punto di partenza (in effetti siamo sopra i pascoli di Ermogna); peccato che la pessima visibilità e l’assenza di indicazioni non ci consentano di individuare una traccia che scenda verso Erbonne oppure verso Pian delle Alpi.
Imbocchiamo così la strada militare che scende con dolci pendenze il lato orientale del Crocione per scoprire così che quello avrebbe dovuto essere il percorso da seguire all’andata per una salita al Crocione, più lunga ma molto meno faticosa.
Arriviamo così alla Capanna Giuseppe e Bruno alle 14.45 e da questo punto in poi ripercorriamo il percorso fatto all’andata senza però mai abbandonare il sentiero n. 1 della via dei Monti Lariani. In alcuni punti, grazie a qualche temporanea schiarita, riusciamo ad apprezzare la parete innevata del Grignone, il tratto del lago di Como con la punta del Balbianello e la bella chiesetta di San Zeno che è posta sul cucuzzolo di fronte a noi.
Giungiamo all’auto alle 16.15, comunque soddisfatti per la piacevole giornata trascorsa a zonzo tra le nostre amate montagne.
Un’ultima considerazione, infine: spiace dirlo ma la segnaletica lascia molto a desiderare, soprattutto se confrontata con le precise e frequenti indicazioni che si trovano sui percorsi della vicina confederazione. Per quanto attiene ai sentieri dobbiamo probabilmente ringraziare chi realizzò un’opera che per fortuna si rivelò inutile, in quanto mai utilizzata per le finalità di chi la ideò, mi riferisco alle mulattiere di servizio alla linea Cadorna, percorsi tenuti per anni in esercizio grazie alle attività “commerciali” sviluppatesi nella zona (leggasi “contrabbando”) e al loro relativo contrasto; altrimenti, non avremmo oggi nemmeno grandi sentieri.
Dati complessivi:
Km percorsi: 17,7;
Tempo marcia: 4h55m;
Tempo sosta: 2h25m;
Ascesa: mt. 830 circa;
Velocità media in marcia: 3,6 km/h;
Velocità media totale: 2,4 km/h.
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