Via una colma se ne fa un'altra... ma dov'è Montecampione?
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Quando il tempo è incerto, i dubbi amletici si moltiplicano… C’è un angolo in Lombardia che non sia investito dal maltempo? Dove si va? Ma soprattutto, chi del “gruppo” è presente? Tre semplici domande che racchiudono lo “start” di un’escursione, ma visto le premesse di cui sopra, la notizia positiva arriva solo venerdì sera.
Scartata la prima ipotesi proposta da Patrizia, il lancio con il parapendio dall’Alpe di Giumello, scartata pure la seconda proposta di Esilde, quella di calarci sui fondali della Darsena milanese per fotografare le Nutrie che sguazzano felici, la terza proposta, la mia, viene accettata e messa in “cantiere”, destinazione: Montecampione, salendo dalla Val Palot.
Lasciata l’auto nel parcheggio in prossimità dell’albergo Stella, in località Palot (1049 Mt), per duecento metri percorriamo la strada asfaltata che sale al Colle di S. Zeno, al primo tornante, imbocchiamo sulla destra un sentiero ben visibile che si inoltra nel bosco.
Il quadro climatico non è poi così male come dicevano le previsioni, a scapito di una pioggerella fine e quasi impalpabile, si oppone una temperatura gradevole, intorno agli 8°, e mentre si sale in discreta pendenza, la fitta vegetazione ( Abeti e Faggi) ci abbraccia nel loro amorevole tepore sino a quando sbuchiamo in un prato con annesso abbeveratoio. Attraversata la strada asfaltata, il sentiero prosegue ancora in un rado bosco sino a che, in pochi minuti, giungiamo al rifugio Piardi. 1420 Mt.
Qua troviamo un timido Sole e qualche nuvola molto alta, ci guardiamo attorno e già un bel panorama si presenta davanti a noi; ci rifocilliamo per qualche minuto in prossimità del rifugio e mentre osserviamo il poco imbiancato Gòlem, ci rimettiamo in marcia immettendoci sulla dorsale contrassegnata 3V (bollatura bianco/azzurra).
Il vento gelido che ora proviene da Est, ci obbliga a mettere “spessore” sul corpo… spuntano allora i giubbotti di ordinanza, cappelli e guanti, modificando il lato estetico dei nostri “fisicini” da calendario Pirelli!
Nonostante la Bora triestina, il sentiero ci fa sudare, i numerosi “strappi” che dal rifugio portano verso il Montecampione , ci fanno vedere i sorci verdi, un continuo scavallare colme sino a quando l’ultimo ripidissimo strappo ci porta su quello che da sempre viene considerato erroneamente il Montecampione, invece, siamo sulla Colma di Marucolo. 1852 Mt. Il Montecampione è un poco più in basso.
Sono le 11 e vorremmo mangiare qualcosa, ma un po’ il vento e un po’ le antenne poco estetiche, decidiamo di proseguire oltre, seguendo una traccia di sentiero che verso Est, ci fa perdere quota restando su un bel crinale; la bollatura non c’è ma sbagliare è praticamente impossibile, i locals , tengono “battuto” il sentiero, vuoi che essi siano cacciatori o malghesi. Giunti in prossimità di una bella e colorata pozza ( foto 49), abbiamo proseguito sempre per l’evidente traccia e siamo saliti su una bella cimetta soleggiata. M. Corniolo credo…
Qua diamo fondo alle scorte di viveri, ma ahimè, c’è sempre qualcuno/a che dimentica a casa qualcosa … vero Patri? Sul momento la “Nostra” è stata zitta, forse per non renderci complici della sua tristezza, ma quando l’abbiamo vista appiccicata ad un Larice, noi “cibomuniti” ci siamo domandati che cavolo facesse; last question please, che stai facendo? Lei, un po’ rossa dalla vergogna: sto mangiando i Licheni!!! Ma porca miseria… staccati da quella pianta e unisciti a noi; una crosta di formaggio, un’arancia putrida e dei cracker ammuffiti te li possiamo offrire, eccheccazzo … e ti eviti pure, lo scazzo con le golose Renne della Lapponia che portano il barbuto Uomo vestito di rosso. Nooo, non è il Mullar Omar, parliamo di Babbo Natale!
Giusto il tempo di mangiare e fumarci un “cannone” di erba cipollina tagliata con la curcuma, ed ecco che il tempo sta cambiando in peggio; da Nord delle nuvole minacciose stanno arrivando velocemente, e noi che non vogliamo rovinarci la giornata, riprendiamo la bella traccia che attraversa i prati, ci addentriamo nel bosco dove la traccia diventa un comodo sentiero, e sbuchiamo in prossimità di alcune soleggiate vecchie cascine, Palot è sotto di noi e ci arriviamo dopo esserci inventati la discesa in mezzo ai prati. Magicamente il Sole è tornato a fare capolino, e noi ci gustiamo la buonissima torta di Isi svaccati intorno ad un tavolone da pic - nic. That’s All Folks!
Nota: Divertente giro ad anello in un ambiente che cambia spesso conformazione. Da Palot al rifugio Piardi è un tranquillo T2, dal rifugio alla Colma di Marucolo, i continui strappi sulla dorsale mettono a dura prova i polpacci, ecco perché ho messo T3… Comunque è tutta fatica ben ripagata da una visuale ampia, il largo crinale divide la Valcamonica dalla Val Trompia. Indicato per gli amanti delle ciaspole e il Rif. Piardi è sempre aperto.
A la Prochaine! Menek & Olmo

Un'altra settimana di passione......
In un primo momento le previsioni promettono schiarite a ovest....e noi ci buttiamo a capofitto a cercare qualche escursione sulle montagne comasche, ma poi.....la situazione si ribalta e il tempo sembra migliorare a est.
Scambio di mail....messaggi..... telefonate.....per fare proposte che rimbalzano da occidente ad oriente e alla fine, tra mille indecisioni, optiamo per il Monte Campione, che decidiamo di salire dalla Val Palot.
Partiamo da casa sotto la pioggia e quando giungiamo a Palot e imbocchiamo il sentiero di salita, una sottile acquerugiola ci accompagna, ma si esaurisce nel giro di pochi minuti e le nuvole, all'inizio belle spesse, in breve si diradano, permettendo al sole, di tanto in tanto, di lasciar filtrare i suoi raggi.
Giunti al Rifugio Piardi, situato in una bella posizione sul Colle di San Zeno, imbocchiamo il lungo e ampio crestone che, con alcuni "strappi" decisi, ci porta in cima a quello che riteniamo essere il Monte Campione ma che, e lo scopriamo solo una volta tornati a casa guardando la mappa, in realtà è la Colma di Marucolo.
Il Campione è un po' più a est, una trentina di metri più in basso.....
Dalla cima seguiamo le indicazioni di un "local" incontrato alla partenza, che ci suggerisce di completare il nostro giro seguendo un percorso ad anello.
Scelta azzeccata!
Anche in discesa percorriamo una cresta, più affilata di quella di salita, che ci porta fino ad una pozza d'acqua dai colori smaglianti, nei pressi della quale facciamo una sosta cercando un riparo dal vento e dal freddo, che oggi decidono di fare la loro comparsa.....
Seguiamo poi un sentiero per niente segnato che ci riporta al punto di parenza.
Nonostante la presenza di antenne e di tutti gli "annessi e connessi" che sono presenti nella stazione di arrivo della funivia posizionata proprio sulla Colma del Marucolo, il percorso da noi effettuato, prevalentemente in cresta, è risultato piacevole, panoramico ed appagante.
Quest'oggi poi.....doppia dolcezza!
Ottimo si è rivelato il castagnaccio preparato da

Con me hanno camminato: Domenico, Esilde e Pino
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