Un Andino sulle Alpi!
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Ulderico Miranda, questo il nome del mio(nostro anche di Irene) amico, nato a Cuzco cresciuto in una fazenda a 3300 metri e vissuto ancora in un mondo fatto di mandrie portate con i cavalli per le praterie del Perù.
Ora è quì a Verona, lavorando nel sociale e prestando il suo tempo per il sollievo e l'aiuto a molti portatori di handicap.
Da tempo mi chiedeva di portarlo sù in alto, per fargli ricordare un pò il suo paese; ed allora eccoci su questo bel giro fatto di bellissimi scorci sulle cime del Pasubio e d'intorni e su quei ricordi di una immane tragedia in cui 650,000 ragazzi, non sono mai diventati nonni.
Siamo a bocchetta Campiglia alle 10, purtroppo il tragitto da Vicenza porta via molto tempo nell'attraversamento di Thiene e dintorni, comunque il tempo non è dei migliori ma partiamo infilando una dopo l'altra le prime dieci gallerie, mentre il sole fà capolino, Ulderico recupera un pò il fiato,
Saliamo, ora il sentiero si fà impegnativo, a passo tranquillo parlando delle nostre reciproche vite giovanili, confrontando la flora che incontriamo, Ulderico si guarda attorno, ora un pò di sole fà capolino e riusciamo a intravedere tutto attorno le cime; poi siamo sù, dopo le ultime gallerie, il sentiero è quasi in piano, mentre si apre lo scorcio sui denti Italiano ed Austriaco con una spolverata di neve novembrina.
Restiamo seduti a guardarci attorno, il silenzio è profondo, qualche fiocco di neve scende lento, solo qualche gracco svolazza attorno al rifugio in attesa di un ultimo pasto prima della chiusura invernale, poi entriamo nella calda atmosfera del rifugio Papa; mangiamo una ottima minestra parlando con il rifugista, alla fine usciamo, ormai tutti sono scesi o si stanno avviando verso la strada degli Eroi, noi optiamo per la comoda e lunga strada degli Scarrubi.
Alle 17 siamo alla macchina, lontano brontola il temporale, a passo Xomo la pioggia ci viene incontro.
Ora è quì a Verona, lavorando nel sociale e prestando il suo tempo per il sollievo e l'aiuto a molti portatori di handicap.
Da tempo mi chiedeva di portarlo sù in alto, per fargli ricordare un pò il suo paese; ed allora eccoci su questo bel giro fatto di bellissimi scorci sulle cime del Pasubio e d'intorni e su quei ricordi di una immane tragedia in cui 650,000 ragazzi, non sono mai diventati nonni.
Siamo a bocchetta Campiglia alle 10, purtroppo il tragitto da Vicenza porta via molto tempo nell'attraversamento di Thiene e dintorni, comunque il tempo non è dei migliori ma partiamo infilando una dopo l'altra le prime dieci gallerie, mentre il sole fà capolino, Ulderico recupera un pò il fiato,
Saliamo, ora il sentiero si fà impegnativo, a passo tranquillo parlando delle nostre reciproche vite giovanili, confrontando la flora che incontriamo, Ulderico si guarda attorno, ora un pò di sole fà capolino e riusciamo a intravedere tutto attorno le cime; poi siamo sù, dopo le ultime gallerie, il sentiero è quasi in piano, mentre si apre lo scorcio sui denti Italiano ed Austriaco con una spolverata di neve novembrina.
Restiamo seduti a guardarci attorno, il silenzio è profondo, qualche fiocco di neve scende lento, solo qualche gracco svolazza attorno al rifugio in attesa di un ultimo pasto prima della chiusura invernale, poi entriamo nella calda atmosfera del rifugio Papa; mangiamo una ottima minestra parlando con il rifugista, alla fine usciamo, ormai tutti sono scesi o si stanno avviando verso la strada degli Eroi, noi optiamo per la comoda e lunga strada degli Scarrubi.
Alle 17 siamo alla macchina, lontano brontola il temporale, a passo Xomo la pioggia ci viene incontro.
Tourengänger:
Amadeus

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