Pizzo Straciugo (2713 m)
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Visto che a causa di una frana l’accesso da Cannobio verso il Ticino è fortemente limitato (chissà le code nelle poche ore di apertura al pubblico…) accantono momentaneamente il progetto di un bel concatenamento ticinese e mi dirigo verso l’Ossola. Anche qui ho un valido motivo per venire a dare un’occhiata: mi sono avvicinato molto al Pizzo Straciugo in una passata stagione scialpinistica ma a causa di condizioni avverse non avevo raggiunto la cima, per cui mi è rimasta una forte curiosità. Certo, adesso non è come andarci d’inverno, ma a bocce ferme, dopo averlo salito ed essermi reso conto del tipo di terreno (mi riferisco in particolare alla zona sommitale), non penso che sia alla mia portata una salita invernale, a meno di depositare gli sci molto in basso… e sempre che su quei ripidi pendii si materializzino delle condizioni “sicure”, evento su cui è lecito dubitare.
Un altro motivo che mi spinge da queste parti è verificare l’esistenza o meno del sentiero diretto da Pizzanco a Vallaro (senza passare da Oriaccia, per intenderci): la CNS lo riporta ma le due relazioni di chi mi ha preceduto in estiva (tignoelino e
cristina) lo ignorano. E se la montagna in sé non oppone grosse difficoltà, almeno la ricerca di questo sentiero offrirà un po’ di avventura.
Parto dunque da Pizzanco ed ignorato volutamente il sentiero segnalato per Vallaro (quello che passa da Oriaccia) prendo invece quello per l’Alpe Agrosa / Passo della Preja. Poco dopo il ponticello si deve salire a destra, secondo la carta. Di sentieri e di tracce non ce ne sono, ma il costone è indubitabilmente quello. Il terreno è molto ripido, e forse per questo motivo il sentiero è caduto in disuso. Pochi minuti dopo aver intrapreso la salita diretta appare una labile traccia. Subito dopo, su terreno aperto, una visione: non si può definire “casa”, né “cascina”; il termine più corretto è “ampia villa signorile”. È infatti un complesso di più edifici magnificamente edificati in pietra locale. Come ci si arriva qui? Naturalmente risalendo l’erto pendio (senza sentiero). Per farla breve, la traccia, non sempre evidente, risale tutto il costone erboso fino alla Croce di Vallaro, collegando le varie cascine, alcune delle quali (ma non tutte) in rovina. L’esile sentiero è “tenuto in vita” dai molti ungulati che in vari tratti hanno creato buche, scongiurando così l’inerbamento selvaggio. Oltre la metà del costone, la traccia conduce vistosamente verso sinistra fin quasi al Rio Vallaro per evitare una zona ripidissima e degli affioramenti rocciosi, e successivamente rientra verso destra, riguadagnando la ripida dorsale. Circa a 200 metri lineari dalla croce di Vallaro, la traccia sfocia sul sentiero ufficiale proveniente da Oriaccia. Tutta questa salita diretta è qualificabile come T4 / T4+, ma, essendo stata una scelta volontaria non obbligata, evito di “codificarla” nella scheda sintetica. Al ritorno, anche per vedere qualcosa di nuovo, sceglierò di seguire il sentiero ufficiale che passa per Oriaccia.
Dalla Croce di Vallaro non c’è più molto da segnalare. Seguo il sentiero ufficiale (cfr. scheda sintetica e waypoints) fino al Passo Straciugo e poi salgo sulla sempre evidente traccia (ometti aiutano in caso di nebbia) che segue la cresta SSE. Poco prima dell’edificio sommitale – si potrebbe salire diretti ma la ripidità è molto accentuata – effettuo un traverso verso sinistra (sempre seguendo la traccia) e mi sposto sulla crestina S (la SW invece, cioè quella che collega Ricca e Straciugo, non viene toccata in questa salita). In breve raggiungo la vetta. Mi fermo per un’ora ad ammirare i notevoli panorami e a gustare il silenzio e la nebbia che sale. Dovesse coprire tutto, non sarebbe ugualmente un problema: è tutto segnato dall’inizio alla fine.
Per il ritorno, effettuato parzialmente in quella magnifica condizione di sospensione data dalla nebbia avvolgente, dopo aver fatto un incontro poco piacevole (questo) ed aver raggiunto successivamente Vallaro, scelgo di scendere passando da Oriaccia, per avere un termine di paragone con il sentiero diretto del mattino: è naturalmente più comodo ma sono contento di averli percorsi entrambi.
Pizzo Straciugo: una gita alla portata di tutti, ma che mi ha regalato delle belle emozioni. Una zona che merita altre visite.
Tempi:
Pizzanco – Pizzo Straciugo: 4 ore e 15’
Pizzo Straciugo – Pizzanco: 3 ore e 15’

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