Pizzo Pesciora 3120m (Nebbia Vendetta)
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Come da qualche anno a questa parte da quando mi sono trasferito, l'unico che riesce a convincermi a tornare in patria per qualche impresa alpinisca è il mio amico R. Messner alias Igor Fumasoli per gli hikrariani.
Naturalmente mi propone qualcosa di stuzzicante: il pizzo Pesciora una vetta importante e poco frequentata come dimostrerà il libro di vetta con sole 22 iscrizioni dal 1987.
Con questa cima avevamo un conto in sospeso avendoci già provato in inverno con le ciaspole e questa volta eravamo più determintati che mai: Messner perché è una bestia da 3000 e io perché volevo fare una dedica speciale a mio nonno. Non è stata quindi la nebbia, che ci ha avvolto praticamente tutto il giorno tranne che per brevi schiarite, a ostacolarci e a fermarci anche se in alcuni momenti ha messo a dura prova il nostro senso d'orientamento costringendoci in più di un'occasione a verificare la nostra direzione dettata dall'istinto con quella della bussola e della cartina.
Sul percorso non mi dilungo troppo, per chi conosce la val Bedretto sa che queste salite sono piuttosto impegnative non tanto dal lato dei chilometri ma più sul profilo delle pendenze che a volte costringono a fermarsi per riprendere fiato. Le varie sassaie sono lunghe e pericolose con massi instabili e sono da affrontare su linee diverse onde a evitare incidenti; soprattutto il muro del pianto (prima del nevaio-ghiacciaio) è particolarmente impegnativo con un misto di terra e sassi che rotolano a valle di continuo.
Raggiungere la cresta in estate ha richiesto l'uso della corda e la tecnica d'arrampicata su delle placche piuttosto lisce e sporche fino a raggiungere dei blocchi con degli spit (mi chiedo chi ha portato un trapano fino a 3000 m e non ha provvisto a fornire alla sosta un anello di calata o un maillot rapide!!!) Dopodiché in cordata abbiamo raggiunto la vetta superando alcuni passaggi ripidi e esposti.
In vetta abbiamo potuto godere della vista sulle cime circostanti e dopo aver mangiato e firmato il libro posto a 3120 abbiamo optato per la via del ritorno rinunciano a salire sul Gerenhorn pensando che con le giornate ormai gia corte e le la nebbia che diventava più fitta fossa la decisione più saggia. Il ritorno in auto è stata anche una bella avventura ma questa la si racconta solo davanti a una birra fresca e una buona pizza!
Cari saluti
Ueli e Messner
Naturalmente mi propone qualcosa di stuzzicante: il pizzo Pesciora una vetta importante e poco frequentata come dimostrerà il libro di vetta con sole 22 iscrizioni dal 1987.
Con questa cima avevamo un conto in sospeso avendoci già provato in inverno con le ciaspole e questa volta eravamo più determintati che mai: Messner perché è una bestia da 3000 e io perché volevo fare una dedica speciale a mio nonno. Non è stata quindi la nebbia, che ci ha avvolto praticamente tutto il giorno tranne che per brevi schiarite, a ostacolarci e a fermarci anche se in alcuni momenti ha messo a dura prova il nostro senso d'orientamento costringendoci in più di un'occasione a verificare la nostra direzione dettata dall'istinto con quella della bussola e della cartina.
Sul percorso non mi dilungo troppo, per chi conosce la val Bedretto sa che queste salite sono piuttosto impegnative non tanto dal lato dei chilometri ma più sul profilo delle pendenze che a volte costringono a fermarsi per riprendere fiato. Le varie sassaie sono lunghe e pericolose con massi instabili e sono da affrontare su linee diverse onde a evitare incidenti; soprattutto il muro del pianto (prima del nevaio-ghiacciaio) è particolarmente impegnativo con un misto di terra e sassi che rotolano a valle di continuo.
Raggiungere la cresta in estate ha richiesto l'uso della corda e la tecnica d'arrampicata su delle placche piuttosto lisce e sporche fino a raggiungere dei blocchi con degli spit (mi chiedo chi ha portato un trapano fino a 3000 m e non ha provvisto a fornire alla sosta un anello di calata o un maillot rapide!!!) Dopodiché in cordata abbiamo raggiunto la vetta superando alcuni passaggi ripidi e esposti.
In vetta abbiamo potuto godere della vista sulle cime circostanti e dopo aver mangiato e firmato il libro posto a 3120 abbiamo optato per la via del ritorno rinunciano a salire sul Gerenhorn pensando che con le giornate ormai gia corte e le la nebbia che diventava più fitta fossa la decisione più saggia. Il ritorno in auto è stata anche una bella avventura ma questa la si racconta solo davanti a una birra fresca e una buona pizza!
Cari saluti
Ueli e Messner
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