Punta Malta 2995 m e Cima delle Lobbie 3015 m
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Come a Luglio la nostra gita Cai si risolve con due iscritti, tra l’altro uno dei due è il nostro socio abituale.
Tutti abbiamo guardato le previsioni, tempo discreto sabato e ottimo domenica, con il sabato quasi ci siamo con la domenica siamo lontani anni luce, però è andata benone lo stesso.
A Torino diluvia, a momenti sembra quasi un nubifragio ci accompagna fino a Costigliole Saluzzo dove per lo meno piove in maniera più umana, certo che però partire così…il barista non ci solleva il morale dicendoci che si li piove in Val Varaita sarà peggio, ottimo!
Un po’ demoralizzati ripartiamo, tra l’altro viste le previsioni nessuno ha pensato di portare un ombrello, fiducia ci diciamo, ci vuole fiducia!
Fiducia ripagata, mentre ci inoltriamo nella valle il tempo lentamente migliora e rispecchierà quello che ci aspettavamo.
Posteggiamo alla curva prima di Castello e imbocchiamo il sentiero per il Vallone di Vallanta deviando poi per il P.so di San Chiaffredo. Ignorate i tempi dei cartelli che sembrano messi a casaccio o per lo meno al contrario.
Distanziamo un poco Ernesto che, pur non essendo lento come pensa di essere, non ha il nostro passo, che per altro non è veloce ma solamente costante. Raggiungiamo il laghetto Bertio incuneato tra i numerosissimi ometti che anticipano il P.so di San Chiaffredo. Contribuiamo nell’innalzamento di qualcuno, alcuni sono davvero singolari e artistici!
Al P.so facciamo sosta e attendiamo Ernesto. Il breve ma ripido strappo che porta al colletto per Punta Malta sfianca Ernesto che rinuncia alla cima nonostante le nostre rassicurazioni sul fatto che non fosse né impegnativa né lunga. A guardarla sembra una ravanata tra pietraie invece un sentiero le aggira abilmente è in circa 10 minuti si raggiunge la cima. Breve sosta dopo di che ritorniamo da Ernesto e cominciamo a scendere verso il rifugio Bagnour.
L’idea iniziale era quella di salire alla Cima delle Lobbie, idea abbandonata quando a causa della pioggia siamo dovuti partire con un po’ di ritardo per cui avevamo optato per una più breve e semplice salita a Punta Malta per portarci a casa almeno una cima. Giunti però al bivio per la salita nel Vallone del Duc ci accorgiamo che siamo stati più veloci del previsto e che scendere adesso sarebbe un vero peccato. Ernesto ci sprona a provare a salire. Facciamo due conti veloci, se saliamo faremo veramente tardi, il tempo è molto variabile e se dovessimo prendere acqua lassù la cosa sarebbe poco simpatica. E quindi? Ernesto insiste per farci salire e quindi tentiamo almeno di raggiungere il Colle del Duc e poi in base all’ora e alla meteo vedremo…
La salita al colle, non essendo su sentiero ma tra blocchi di massi, per quanto non veloce è ottimamente guidata da numerosi ometti, per cui non perdiamo tempo nel cercare i passaggi migliori. Raggiunto il colle, mancano solo un 200 m ma sono i più impegnativi, proseguiamo senza farci domande se farlo o meno. Risaliamo un primo canale molto mosso stando prevalentemente a sx, raggiungiamo un salto roccioso e pensando che il canale fosse finito abbandoniamo i bastoncini. Errore, dopo aver superato queste salto ci ritroviamo a salire un altro canale peggiore del precedente. Cerchiamo di stare sempre a sx ma in alcuni punti saliamo a 4 zampe, un passo avanti, due indietro. In questi casi ho sempre paura che spostando sta roba piccola si tolga la base a qualcosa di più grosso!
A una quarantina di metri dalla punta arriviamo a quello che è definito il passaggio chiave, una placca inclinata che risaliamo senza problemi utilizzando una fessura a sx, il passaggio peggiore, specialmente in discesa, è al termine di questa placca dove bisogna spostarsi più a dx aggirando una sporgenza rocciosa, qui bisogna fidarsi della tenuta degli scarponi e non pensare molto, la tenuta della roccia però è buona. Forse questo passaggio lo avremmo evitato se fossimo stati più a dx alla base della placca, però non so dire, a noi salire lungo la fessura è sembrata la cosa migliore. Si tratta in ogni caso di circa 20 metri di placca che in pochi minuti si risalgono. Dopo questo passaggino si scavalca una sorta di spaccatura, la croce è poco sopra e si raggiunge senza altre difficoltà.
Sosta brevissima perché il tempo sta volando e la discesa è ancora lunga. Per passare quel punto un po’ esposto Marco preferisce mettere una corda e quindi scendiamo con più tranquillità, niente problemi lungo la placca e con calma serafica ripercorriamo i due canali stando molto vicini. Anche così inevitabilmente qualcosa parte…Al Colle del Duc mangiamo velocemente un panino e quindi, scendiamo al rifugio Bagnour dove ci aspetta Ernesto. La discesa è lunga e faticosa, il terreno non è quello dei più comodi, pietraie, sentiero ancora pietraie ma in compenso la valle è davvero bellissima.
Al rifugio sosta birra e discesa a Castello cercando di essere un po’ più veloci. Arriviamo alla macchina quando ormai sono le 19 passate.
Raggiungiamo in auto il rifugio Savigliano dove troviamo tutto buio perché purtroppo non ci aspettavano più, ancora qualche minuto e mi che lo avremmo trovato chiuso. Chi poteva immaginare che saremmo stati gli unci ospiti, il rifugio, solitamente e anche un ottimo e frequentato ristorante sia a pranzo sia a cena. I poveretti in quattro e quattr’otto riscaldano l’acqua per le docce e ci preparano la cena che, pur non essendo all’altezza delle solite che abbiamo fatto qui è ottima e sufficiente.
La colazione sarà all’ingrasso forse per farsi perdonare della cena un po’ alla buona, ma la colpa di certo non è stata loro.
La salita alla Cima delle Lobbie su Vie Normali è indicata come F+ con passaggio di II (placca).
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