La bellezza della Val Venezia : Salita alle forcelle del Rifugio Larcher al Cevedale
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Non vi fate fuorviare dai miei Waypoints, in effetti le due salite alle forcelle sono state fatte una al sabato 13.9 dopo essere saliti al rifugio Cevedale, la seconda il giorno dopo.
Partiamo con il mio amico Valter, di ritorno da una cinque giorni attorno all'Antelao, Pelmo e Cristallo assime alla Norma; giovedì 11,9 lo messaggio : "danno bel tempo per il fine settimana, tu torni venerdì, te la senti di fare un giro sulle forcelle sopra il rifugio Cevedale", "of course".
Bene così, dormita venerdì e sabato si parte, Val di Non, Val di Sole, Val di Pejo e poi Cogolo e sù fino al parcheggio della centrale ENEL, mangiamo qualcosa a Malga Mare e poi si inizia a salire per il 102, zig-zag impegnativi, dopo 40 minuti siamo su in Val Venezia, si scorge il rifugio su a 2607 metri, appollaiato come un "nido d'aquile".
Proseguiamo di lena, arriviamo al rifugio dopo 1h e 33min, record personale penso; ricordo che ero salito lassù nel lontano 2002 con altro tipo di allenamento, che fatica ragazzi; ora dopo aver preso la stanza, alleggeriamo gli zaini e partiamo per la cosiddetta "Forcola"(Furkelecharte), il tempo mostra delle nuvole, ma si mantiene nonostante il vento che ci sbatte in faccia, quando alle 16 circa, siamo alla forcella a 3023 mt.
Panorama non eccelso, molte nuvole; in basso la Val Martello con l'omonimo rifugio, a sx la cresta che porta prima al Monte Cevedale(Zufallspitzen) quello più piccolo per intenderci, rispetto al Monte Cevedale; lassù è tutto un mare di neve, giù verso SO Palon del Mare e Monte Vioz(quanti ricordi, il mio primo 3000).
Si torna al rifugio, alle 18 siamo in stanza, preparativi per la cena e poi studio del percorso l'indomani, si và su a Cima Marmotta se possibile, chiediamo lumi al rifugista, in effetti il sentiero 104 ci porta verso la forcella del Careser(così l'ho battezzata, sulla carta dà solo l'altezza 3149 mt); ci dice che dopo la forcella si passa sulla cresta, il sentiero non c'è e al gendarme che si incontra, bisogna passare sulla destra........
Sento un presagio che mi lascia perplesso : poche spiegazioni e poco chiare, commentiamo con Valter e comunque rimandiamo al giorno dopo il da fare.
Siamo svegli già alle 6, gli altri della nostra stanza sono pronti per la colazione e la partenza per il Cevedale, colazione alle 6:45, poi alle 7:15 siamo di partenza con una coppia che va al Rifugio Dorigoni per il nuovo sentiero attraversando(?) il ghiacciaio Careser o quello che ne resta.
Al bivio ci lasciamo, loro a SE, noi decisamente a N.
Lasciamo una serie di laghetti sulla sx e poi iniziamo a salire, salita impegnativa fra sfasciumi e rocce in bilico, sentiero a tratti visibile ma ci aiutano una serie di ometti, saliamo ora col sole di fronte, la giornata è bellissima, alle 10 circa siamo alla forcella, panorama oggi da "urlo" come si dice.
La "triade" Konig, Zebrù piccolo ed Ortles tutti al nostro cospetto, wow! Mangiamo ed intanto Valter esplora la parte dove passare circumnavigando a destra questo gendarme di roccia che ci ostacola.
Sarà alto un 20 metri, ed in effetti a destra si passa aiutandosi su rocce leggermente adagiate, mentre poi strapiomba giù verso quello che resta dell'ex Careser; mi avventuro, voglio vedere se arrivati sulla sommità dall'altra parte si può scendere; non abbiamo attrezzatura con noi, mi affido alle mani ed alla buona presa sulla roccia che quì è abbastanza consistente.
Sono sulla sommità, mi dirigo verso Nord ed arrivo al termine, sotto di me ci sono 10-15 metri che senza un 20 metri di corda e qualche moschettone con imbrago(Gbal docet, lui sempre con qualcosa di minimalista appresso) per star sicuri.......; e poi credo che Valter non sia in grado di passare così digiuno di pratica.
Torno indietro, non senza difficoltà, la strada dell'andata vista da un'altra prospettiva cambia aspetto e lì dove avevi posto i piedi all'andata.....non lo ritrovi al ritorno, se non con qualche immaginazione.
Torno alla forcella, "Valter, credo sia il caso di chiuderla quì", scendiamo giù per il sentiero, mando un'ultimo sguardo alle cime Venezia e alla cima Rossa di Saent, laggiù lontano brilla quel poco che resta del Careser.
Alle 12 circa siamo al rifugio, ora non siamo più quella ventina di persone del sabato sera, frotte di escursionisti arrivano e prendono diverse direzioni esplorando chi verso la cima Nera, chi verso il giro dei Laghi, chi prende il sole, che oggi ce ne per tutti.
Mangiamo ed alle 15 siamo alla macchina, gran bella giornata.
Partiamo con il mio amico Valter, di ritorno da una cinque giorni attorno all'Antelao, Pelmo e Cristallo assime alla Norma; giovedì 11,9 lo messaggio : "danno bel tempo per il fine settimana, tu torni venerdì, te la senti di fare un giro sulle forcelle sopra il rifugio Cevedale", "of course".
Bene così, dormita venerdì e sabato si parte, Val di Non, Val di Sole, Val di Pejo e poi Cogolo e sù fino al parcheggio della centrale ENEL, mangiamo qualcosa a Malga Mare e poi si inizia a salire per il 102, zig-zag impegnativi, dopo 40 minuti siamo su in Val Venezia, si scorge il rifugio su a 2607 metri, appollaiato come un "nido d'aquile".
Proseguiamo di lena, arriviamo al rifugio dopo 1h e 33min, record personale penso; ricordo che ero salito lassù nel lontano 2002 con altro tipo di allenamento, che fatica ragazzi; ora dopo aver preso la stanza, alleggeriamo gli zaini e partiamo per la cosiddetta "Forcola"(Furkelecharte), il tempo mostra delle nuvole, ma si mantiene nonostante il vento che ci sbatte in faccia, quando alle 16 circa, siamo alla forcella a 3023 mt.
Panorama non eccelso, molte nuvole; in basso la Val Martello con l'omonimo rifugio, a sx la cresta che porta prima al Monte Cevedale(Zufallspitzen) quello più piccolo per intenderci, rispetto al Monte Cevedale; lassù è tutto un mare di neve, giù verso SO Palon del Mare e Monte Vioz(quanti ricordi, il mio primo 3000).
Si torna al rifugio, alle 18 siamo in stanza, preparativi per la cena e poi studio del percorso l'indomani, si và su a Cima Marmotta se possibile, chiediamo lumi al rifugista, in effetti il sentiero 104 ci porta verso la forcella del Careser(così l'ho battezzata, sulla carta dà solo l'altezza 3149 mt); ci dice che dopo la forcella si passa sulla cresta, il sentiero non c'è e al gendarme che si incontra, bisogna passare sulla destra........
Sento un presagio che mi lascia perplesso : poche spiegazioni e poco chiare, commentiamo con Valter e comunque rimandiamo al giorno dopo il da fare.
Siamo svegli già alle 6, gli altri della nostra stanza sono pronti per la colazione e la partenza per il Cevedale, colazione alle 6:45, poi alle 7:15 siamo di partenza con una coppia che va al Rifugio Dorigoni per il nuovo sentiero attraversando(?) il ghiacciaio Careser o quello che ne resta.
Al bivio ci lasciamo, loro a SE, noi decisamente a N.
Lasciamo una serie di laghetti sulla sx e poi iniziamo a salire, salita impegnativa fra sfasciumi e rocce in bilico, sentiero a tratti visibile ma ci aiutano una serie di ometti, saliamo ora col sole di fronte, la giornata è bellissima, alle 10 circa siamo alla forcella, panorama oggi da "urlo" come si dice.
La "triade" Konig, Zebrù piccolo ed Ortles tutti al nostro cospetto, wow! Mangiamo ed intanto Valter esplora la parte dove passare circumnavigando a destra questo gendarme di roccia che ci ostacola.
Sarà alto un 20 metri, ed in effetti a destra si passa aiutandosi su rocce leggermente adagiate, mentre poi strapiomba giù verso quello che resta dell'ex Careser; mi avventuro, voglio vedere se arrivati sulla sommità dall'altra parte si può scendere; non abbiamo attrezzatura con noi, mi affido alle mani ed alla buona presa sulla roccia che quì è abbastanza consistente.
Sono sulla sommità, mi dirigo verso Nord ed arrivo al termine, sotto di me ci sono 10-15 metri che senza un 20 metri di corda e qualche moschettone con imbrago(Gbal docet, lui sempre con qualcosa di minimalista appresso) per star sicuri.......; e poi credo che Valter non sia in grado di passare così digiuno di pratica.
Torno indietro, non senza difficoltà, la strada dell'andata vista da un'altra prospettiva cambia aspetto e lì dove avevi posto i piedi all'andata.....non lo ritrovi al ritorno, se non con qualche immaginazione.
Torno alla forcella, "Valter, credo sia il caso di chiuderla quì", scendiamo giù per il sentiero, mando un'ultimo sguardo alle cime Venezia e alla cima Rossa di Saent, laggiù lontano brilla quel poco che resta del Careser.
Alle 12 circa siamo al rifugio, ora non siamo più quella ventina di persone del sabato sera, frotte di escursionisti arrivano e prendono diverse direzioni esplorando chi verso la cima Nera, chi verso il giro dei Laghi, chi prende il sole, che oggi ce ne per tutti.
Mangiamo ed alle 15 siamo alla macchina, gran bella giornata.
Tourengänger:
Amadeus

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