Forcellina (2672 m) - Traversata da Juf a Bivio via Pass da Sett
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Fin da Andeer, dai finestrini dell'autopostale, la valle di Avers mi gratifica con uno splendido paesaggio: qui non ero mai stato prima d'ora e davvero non mi pento della scelta. Arrivato a Juf, saluto il conducente e mi avvio verso la parte più alta della valle dello Juferrhein. Il paesaggio è splendido, un tripudio di montagne e marmotte, con Tepee indiano. Ad un certo punto, verso sinistra, dalla carrareccia che segue il fondo, valle si stacca un sentiero ben indicato che parte in decisa salita: si comincia a fare sul serio.
Il sentiero è ben battuto e pulito, decisamente non si perde l'orientamento ed in poco tempo anche se in forte pendenza, si raggiunge la Fuorcla da la Valletta. Poco sotto al passo, devio verso destra e proseguo in direzione della Forcellina. Questo tratto in quota è davvero splendido, ci si può rilassare dopo il tratto in salita, godendo di un panorama mozzafiato su tutta la valle. Arrivati sotto alla Forcellina, il sentiero riprende a salire deciso ma solo per pochi metri, il passo ed il punto più alto di questa escursione (e delle mie piovose vacanze 2014) sono lì.
Mi rilasso a 2672 metri di quota, recuperando liquidi e energie, facendo ricorso alla mia scorta d'acqua ed ai miei biscotti bio, e poi comincio a scendere verso il Pass da Sett. Dopo aver saputo dell'infortunio di un mio collega anni fa, proprio sotto al Rifugio Tedeschi sul Grignone, procedo sempre con grande attenzione durante la discesa, dato che ho visto quello che può capitare ad un ginocchio solo per aver messo un piede in fallo; e quindi con il mio tipico passo da discesa, degno di una lumaca, raggiungo il Pass da Sett. Mi viene la tentazione di proseguire verso il Pass Lunghin e di ritrovare l'autopostale a Maloja, ma i nuvoloni che ricoprono questo versante e un dolore alla coscia destra, conseguenza di una scivolata il giorno prima, mi spingono a desistere (il Lunghin continuerà ad essere lì ancora per milioni di anni) ed a prendere la strada che scende verso Bivio.
Arrivo al villaggio, dopo un lunghissimo tratto di Nordic Walking, quando manca ancora parecchio tempo prima dell'arrivo del bus, che deve riportarmi alla mia base di Coira. Ne approfitto per fare una passeggiatina attraverso questo villaggio, tra le tracce di un'italianità che fu: questo villaggio fino al 2005 aveva come lingua ufficiale la lingua di Dante e Petrarca. Ma oggi i padri fondatori della letteratura moderna hanno forse perso irrimediabilmente di attrattiva, se è vero che la lingua di Goethe e Schiller avanza dappertutto in queste valli, ed il pensiero che noi, gli allegri abitanti dello stivale, sembriamo felicemente intenti a mandare a quel paese secoli di cultura, mi lascia in bocca un amaro e triste retrogusto.
Mi fermo in un bar per un caffè e, nonostante sull'edificio della casa comunale ci sia scritto ancora "Municipio", la signora che mi serve non parla la mia lingua: poco male, in questi casi si ricorre alla lingua franca del nostro tempo, l'inglese, e tutto si appiana.
Il sentiero è ben battuto e pulito, decisamente non si perde l'orientamento ed in poco tempo anche se in forte pendenza, si raggiunge la Fuorcla da la Valletta. Poco sotto al passo, devio verso destra e proseguo in direzione della Forcellina. Questo tratto in quota è davvero splendido, ci si può rilassare dopo il tratto in salita, godendo di un panorama mozzafiato su tutta la valle. Arrivati sotto alla Forcellina, il sentiero riprende a salire deciso ma solo per pochi metri, il passo ed il punto più alto di questa escursione (e delle mie piovose vacanze 2014) sono lì.
Mi rilasso a 2672 metri di quota, recuperando liquidi e energie, facendo ricorso alla mia scorta d'acqua ed ai miei biscotti bio, e poi comincio a scendere verso il Pass da Sett. Dopo aver saputo dell'infortunio di un mio collega anni fa, proprio sotto al Rifugio Tedeschi sul Grignone, procedo sempre con grande attenzione durante la discesa, dato che ho visto quello che può capitare ad un ginocchio solo per aver messo un piede in fallo; e quindi con il mio tipico passo da discesa, degno di una lumaca, raggiungo il Pass da Sett. Mi viene la tentazione di proseguire verso il Pass Lunghin e di ritrovare l'autopostale a Maloja, ma i nuvoloni che ricoprono questo versante e un dolore alla coscia destra, conseguenza di una scivolata il giorno prima, mi spingono a desistere (il Lunghin continuerà ad essere lì ancora per milioni di anni) ed a prendere la strada che scende verso Bivio.
Arrivo al villaggio, dopo un lunghissimo tratto di Nordic Walking, quando manca ancora parecchio tempo prima dell'arrivo del bus, che deve riportarmi alla mia base di Coira. Ne approfitto per fare una passeggiatina attraverso questo villaggio, tra le tracce di un'italianità che fu: questo villaggio fino al 2005 aveva come lingua ufficiale la lingua di Dante e Petrarca. Ma oggi i padri fondatori della letteratura moderna hanno forse perso irrimediabilmente di attrattiva, se è vero che la lingua di Goethe e Schiller avanza dappertutto in queste valli, ed il pensiero che noi, gli allegri abitanti dello stivale, sembriamo felicemente intenti a mandare a quel paese secoli di cultura, mi lascia in bocca un amaro e triste retrogusto.
Mi fermo in un bar per un caffè e, nonostante sull'edificio della casa comunale ci sia scritto ancora "Municipio", la signora che mi serve non parla la mia lingua: poco male, in questi casi si ricorre alla lingua franca del nostro tempo, l'inglese, e tutto si appiana.
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