Rocciamelone mt 3.538
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Oggi uscita al completo per il gruppo “AnDaSer” con l’aggiunta del giovane ed aitante Marco che per l’occasione ha “giocato il jolly” nel senso che è stato temporaneamente esentato dai suoi, tutto sommato piacevoli, doveri familiari……
L’eccezionalità della presenza di Marco esige quindi la scelta di una meta da ricordare; si decide quindi per il Rocciamelone, quota significativa per le nostre modeste capacità.
La giornata non inizia proprio sotto i migliori auspici: dapprima l’attesa del ritardatario Sergio che anziché presentarsi al ritrovo alle 5, nel parcheggio appena fuori l’autostrada ad Arluno, aveva imboccato l’autostrada in direzione Varese (!?!), poi una mia “defaillance” (per usare un eufemismo) durante il trasferimento verso Susa che ci ha costretti ad una non programmata sosta in autogrill :-(
Nella salita in auto verso il punto di partenza della nostra escursione non facciamo fatica a capire che oggi saranno molte le persone che incontreremo sul percorso: siamo infatti la quinta auto di un gruppo di otto; mentre quelle che ci precedono vanno in direzione del parcheggio in prossimità del rifugio La Riposa, noi decidiamo di parcheggiare dove già sono presenti numerose auto, nei pressi della teleferica che serve il rifugio Cà d’Asti.
La giornata è bellissima, sole splendente, nessuna nuvola, leggera brezza per niente fastidiosa, temperatura gradevole nonostante l’altitudine, peccato non sentirmi proprio in forma.
Ci incamminiamo alle 8.10 e, percepite le mie condizioni, mi pongo come obiettivo quello di raggiungere almeno il rifugio Cà d’Asti e da lì valutare se proseguire ma comunque liberare i miei compagni di viaggio che sicuramente avranno un passo decisamente più veloce e potranno arrivare alla meta nel tempo che avevamo stimato di circa 4 ore.
Il percorso è ben tracciato (per forza, con tutte le persone che ci passano) e sale decisamente senza mai concedere un attimo di tregua; nel primo tratto, fino al rifugio Cà D’Asti, si sale in mezzo a prati e si trovano gli unici punti per un rifornimento di acqua, situati nei pressi del rifugio La Riposa e ad una sorgente che si incontra seguendo una deviazione sul percorso, indicata come “percorso lungo” ma che dopo pochi minuti si ricongiunge con l’altro sentiero, più corto e ripido.
Con tanta fatica e ringraziando i miei soci per le frequenti soste, arriviamo al rifugio Cà d’Asti che sono passate da poco le 10. Qui sostiamo nei pressi della cappella posta sotto al rifugio con vista sulla valle di Susa e, dietro le creste delle montagne sul lato sud della valle, sullo svettante Monviso.
Dopo una ventina di minuti riprendiamo tutti assieme il cammino; da qui in poi il percorsocorre su detriti. Mi rendo conto che proseguendo sarei solo d’intralcio ai miei compagni di escursione e quindi appena lasciato il rifugio faccio loro cenno di avviarsi che io cercherò di salire con il mio passo rallentato per raggiungere La Crocetta; Sergio e Marco proseguono il loro cammino mentre Danilo, oggi un po’ in difficoltà per via dell’altitudine, mi accompagna.
Percorriamo il lungo traverso in direzione nord-est per poi risalire con ampi tornanti; sono molte le persone in cammino, sembra di essere in processione, e tante sono quelle che oggi ci superano. Nel frattempo dal fondovalle è salita una coltre di nuvole che copre l’orizzonte e i rilievi dove siamo diretti; in alcuni momenti la copertura nuvolosa si dirada per lasciare spazio a qualche squarcio di azzurro, la temperatura scende di parecchi gradi e ci copriamo adeguatamente.
Procedendo di questo lento passo arriviamo finalmente a La Crocetta quando sono da poco passate le 12. Con Danilo facciamo ancora un sosta di una ventina di minuti, approfittando di un momentaneo passaggio al sole, e decidiamo di proseguire il cammino verso la vetta, ormai neanche tanto lontana.
Ora si sale con un lungo traverso tra rocce che ci porta sul lato est della montagna; nella parte finale del percorso sono d’aiuto alcune corde fisse che consentono di procedere in tutta sicurezza.
Stringendo i denti (e per sdrammatizzare appena arrivato ho detto: “non solo quelli”) giungo finalmente in vetta alle 13.15 dopo 2h 50 di marcia, ben 2h15m di sosta ed avere percorso 6,1 km; Sergio e Marco sono arrivati da circa un’ora mentre Danilo, provato dall’altitudine ma mai intenzionato dal desistere, sopraggiunge una decina di minuti dopo di me.
La vetta è sempre immersa nelle nuvole che purtroppo non ci consentono di vedere le cime circostanti; sul lato settentrionale della montagna, in direzione del versante francese, possiamo però ammirare il sottostante glacier de Rochemelon.
Visitiamo il santuario più alto d’Europa con l’adiacente locale bivacco e osserviamo l’imponente statua della Madonna posta in cima alla vetta; più sotto c’è anche un busto di Vittorio Emanuele II.
Poco alla volta tutti riprendono la via del ritorno; noi siamo tra gli ultimi a lasciare la vetta, nella vana speranza di beneficiare di qualche temporaneo diradarsi di nuvole. Ripartiamo alle 14.20 e scendiamo il primo tratto con cautela, aiutati dalle corde fisse, per arrivare a La Crocetta in circa 30 minuti.
Nessuno stabile miglioramento della visibilità e quindi proseguiamo la discesa sino al rifugio Cà d’Asti dove arriviamo alle 15.35. Qui facciamo una sosta di circa 30minuti per riprendere un po’ le forze prima dell’ultimo tratto di discesa.
Procediamo tagliando il percorso, laddove possibile, e ci portiamo alla fonte nei pressi del rifugio La Riposa; da qui scendiamo l’ultimo tratto per arrivare all’auto alle 17.40. La strada per arrivare a casa è però ancora lunga.
Beh che dire come resoconto di questa giornata; viste le premesse, non pensavo proprio di riuscire ad arrivare in vetta, per me e i miei compagni di escursione quota di altitudine mai raggiunta, quindi già per questo motivo dobbiamo considerarci più che soddisfatti. L’aspetto più deludente purtroppo è stato il sopraggiungere delle nuvole che ci hanno impedito di ammirare il paesaggio e le vette circostanti; un altro elemento a nostro parere negativo è stato il gran numero di persone che abbiamo incontrato lungo il percorso, mai vista così tanta gente ad una altitudine tutto sommato ragguardevole.
Un grazie infine a Marco, oggi nostro occasionale compagno di avventura; ora potrà tornare ai suoi “doveri” di babbo con bimbe in tenera età……in merito al suo invidiabile stato di forma….. ne riparleremo fra una quindicina d’anni quando probabilmente si sarà appesantito un po’ anche lui :-)
Dati complessivi:
Km percorsi: 11,6;
Tempo marcia: 5h;
Tempo sosta: 4h30m;
Ascesa: mt. 1.460 circa;
Velocità media in marcia: 2,3 km/h;
Velocità media totale: 1,2 km/h.
L’eccezionalità della presenza di Marco esige quindi la scelta di una meta da ricordare; si decide quindi per il Rocciamelone, quota significativa per le nostre modeste capacità.
La giornata non inizia proprio sotto i migliori auspici: dapprima l’attesa del ritardatario Sergio che anziché presentarsi al ritrovo alle 5, nel parcheggio appena fuori l’autostrada ad Arluno, aveva imboccato l’autostrada in direzione Varese (!?!), poi una mia “defaillance” (per usare un eufemismo) durante il trasferimento verso Susa che ci ha costretti ad una non programmata sosta in autogrill :-(
Nella salita in auto verso il punto di partenza della nostra escursione non facciamo fatica a capire che oggi saranno molte le persone che incontreremo sul percorso: siamo infatti la quinta auto di un gruppo di otto; mentre quelle che ci precedono vanno in direzione del parcheggio in prossimità del rifugio La Riposa, noi decidiamo di parcheggiare dove già sono presenti numerose auto, nei pressi della teleferica che serve il rifugio Cà d’Asti.
La giornata è bellissima, sole splendente, nessuna nuvola, leggera brezza per niente fastidiosa, temperatura gradevole nonostante l’altitudine, peccato non sentirmi proprio in forma.
Ci incamminiamo alle 8.10 e, percepite le mie condizioni, mi pongo come obiettivo quello di raggiungere almeno il rifugio Cà d’Asti e da lì valutare se proseguire ma comunque liberare i miei compagni di viaggio che sicuramente avranno un passo decisamente più veloce e potranno arrivare alla meta nel tempo che avevamo stimato di circa 4 ore.
Il percorso è ben tracciato (per forza, con tutte le persone che ci passano) e sale decisamente senza mai concedere un attimo di tregua; nel primo tratto, fino al rifugio Cà D’Asti, si sale in mezzo a prati e si trovano gli unici punti per un rifornimento di acqua, situati nei pressi del rifugio La Riposa e ad una sorgente che si incontra seguendo una deviazione sul percorso, indicata come “percorso lungo” ma che dopo pochi minuti si ricongiunge con l’altro sentiero, più corto e ripido.
Con tanta fatica e ringraziando i miei soci per le frequenti soste, arriviamo al rifugio Cà d’Asti che sono passate da poco le 10. Qui sostiamo nei pressi della cappella posta sotto al rifugio con vista sulla valle di Susa e, dietro le creste delle montagne sul lato sud della valle, sullo svettante Monviso.
Dopo una ventina di minuti riprendiamo tutti assieme il cammino; da qui in poi il percorsocorre su detriti. Mi rendo conto che proseguendo sarei solo d’intralcio ai miei compagni di escursione e quindi appena lasciato il rifugio faccio loro cenno di avviarsi che io cercherò di salire con il mio passo rallentato per raggiungere La Crocetta; Sergio e Marco proseguono il loro cammino mentre Danilo, oggi un po’ in difficoltà per via dell’altitudine, mi accompagna.
Percorriamo il lungo traverso in direzione nord-est per poi risalire con ampi tornanti; sono molte le persone in cammino, sembra di essere in processione, e tante sono quelle che oggi ci superano. Nel frattempo dal fondovalle è salita una coltre di nuvole che copre l’orizzonte e i rilievi dove siamo diretti; in alcuni momenti la copertura nuvolosa si dirada per lasciare spazio a qualche squarcio di azzurro, la temperatura scende di parecchi gradi e ci copriamo adeguatamente.
Procedendo di questo lento passo arriviamo finalmente a La Crocetta quando sono da poco passate le 12. Con Danilo facciamo ancora un sosta di una ventina di minuti, approfittando di un momentaneo passaggio al sole, e decidiamo di proseguire il cammino verso la vetta, ormai neanche tanto lontana.
Ora si sale con un lungo traverso tra rocce che ci porta sul lato est della montagna; nella parte finale del percorso sono d’aiuto alcune corde fisse che consentono di procedere in tutta sicurezza.
Stringendo i denti (e per sdrammatizzare appena arrivato ho detto: “non solo quelli”) giungo finalmente in vetta alle 13.15 dopo 2h 50 di marcia, ben 2h15m di sosta ed avere percorso 6,1 km; Sergio e Marco sono arrivati da circa un’ora mentre Danilo, provato dall’altitudine ma mai intenzionato dal desistere, sopraggiunge una decina di minuti dopo di me.
La vetta è sempre immersa nelle nuvole che purtroppo non ci consentono di vedere le cime circostanti; sul lato settentrionale della montagna, in direzione del versante francese, possiamo però ammirare il sottostante glacier de Rochemelon.
Visitiamo il santuario più alto d’Europa con l’adiacente locale bivacco e osserviamo l’imponente statua della Madonna posta in cima alla vetta; più sotto c’è anche un busto di Vittorio Emanuele II.
Poco alla volta tutti riprendono la via del ritorno; noi siamo tra gli ultimi a lasciare la vetta, nella vana speranza di beneficiare di qualche temporaneo diradarsi di nuvole. Ripartiamo alle 14.20 e scendiamo il primo tratto con cautela, aiutati dalle corde fisse, per arrivare a La Crocetta in circa 30 minuti.
Nessuno stabile miglioramento della visibilità e quindi proseguiamo la discesa sino al rifugio Cà d’Asti dove arriviamo alle 15.35. Qui facciamo una sosta di circa 30minuti per riprendere un po’ le forze prima dell’ultimo tratto di discesa.
Procediamo tagliando il percorso, laddove possibile, e ci portiamo alla fonte nei pressi del rifugio La Riposa; da qui scendiamo l’ultimo tratto per arrivare all’auto alle 17.40. La strada per arrivare a casa è però ancora lunga.
Beh che dire come resoconto di questa giornata; viste le premesse, non pensavo proprio di riuscire ad arrivare in vetta, per me e i miei compagni di escursione quota di altitudine mai raggiunta, quindi già per questo motivo dobbiamo considerarci più che soddisfatti. L’aspetto più deludente purtroppo è stato il sopraggiungere delle nuvole che ci hanno impedito di ammirare il paesaggio e le vette circostanti; un altro elemento a nostro parere negativo è stato il gran numero di persone che abbiamo incontrato lungo il percorso, mai vista così tanta gente ad una altitudine tutto sommato ragguardevole.
Un grazie infine a Marco, oggi nostro occasionale compagno di avventura; ora potrà tornare ai suoi “doveri” di babbo con bimbe in tenera età……in merito al suo invidiabile stato di forma….. ne riparleremo fra una quindicina d’anni quando probabilmente si sarà appesantito un po’ anche lui :-)
Dati complessivi:
Km percorsi: 11,6;
Tempo marcia: 5h;
Tempo sosta: 4h30m;
Ascesa: mt. 1.460 circa;
Velocità media in marcia: 2,3 km/h;
Velocità media totale: 1,2 km/h.
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