Piz Beverin (2997,5 m)
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Seconda escursione sulla Muntogna da Schons in tre settimane: il Parco naturale del Beverin mi ha preso. La meta odierna è il “Monte dei buoi”, con la famosa scaletta. Si tratta di un tremila mancato per un soffio, due metri e mezzo al di sotto dell’ambita soglia che lo avrebbe annoverato tra le 450 cime grigionesi che superano questa quota.
Inizio dell’escursione: ore 8:20
Fine dell’escursione: ore 15:45
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1014 hPa
Temperatura alla partenza da Mathon: 12°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3500 m
Temperatura al rientro a Mathon: 22°C
Alba: 6:47
Tramonto: 19:52
Il Piz Beverin è una cima molto ambita e frequentata: ben 45 i rapporti pubblicati a tutt’oggi su Hikr.org!
Visto che non è nelle mie corde superare un dislivello di 1500 m con le pelli di foca, decido di visitarlo in questo periodo, prima che le nevicate autunnali coprano le cime più elevate.
Dopo la solita levataccia del sabato, alle 8:05 raggiungo il parcheggio di Mathon (1547 m), situato di fianco alla caserma dei pompieri. Il villaggio, che conta 58 abitanti, è comune autonomo nel quale si parla il romancio e il tedesco.
Mi trovo sul versante sinistro della Val Schons, un idilliaco territorio cosparso di numerosi alpeggi, collegati da stradine, in buona parte percorribili anche con normali auto. La salita al Piz Beverin è molto facilitata se si parte da uno di questi pascoli estivi. Il più gettonato è l’Alp Mursenas (1932 m), che fa risparmiare un’ora di salita e 385 m di dislivello. Per raggiungerlo con l’auto occorre imboccare una stradina asfaltata che parte poco sotto il parcheggio, in prossimità del paletto con i segnavia. Si paga il pedaggio ad un distributore automatico: 10.- CHF per un giorno, oppure 20.- CHF per un mese e per gli assidui frequentatori 40.- CHF all’anno.
Io decido di affrontare la salita integrale al Piz Beverin, con partenza da Mathon.
Seguo il segnavia per Mursenas, su una sterrata che parte tra le fattorie del paesino. Dopo alcuni minuti faccio letteralmente una pascolata: la segnaletica carente e la mia scarsa attenzione, mi portano ad un magnifico pascolo, privo di sentieri. Poco male, per intuito mi dirigo ad ovest, dove ritrovo la via dopo mezz’ora di cammino; in pratica avrò allungato il percorso di circa 350 m. Il cielo è coperto: fa caldo ed è molto umido. Appena uscito dal bosco mi posso orientare meglio: individuo immediatamente il Beverin Pintg, che si trova sul percorso della cima principale.
Dopo un’ora di cammino raggiungo la località Mursenas (1935 m), dove arriva la stradina asfaltata. Anche qui, come già notai a Tguma, c’è una fontana piena di bibite messe a disposizione degli escursionisti. La famiglia Michael invita a sedersi sulla loro panchina e a godersi il panorama sorseggiando una bibita fresca. Il prezzo non è stabilito: ognuno può lasciare quello che vuole in un salvadanaio di latta. Un piccolo slargo permette di parcheggiare fino a sette auto. Qualche automobilista temerario continua sulla stradina, che da qui diventa sterrata fino a circa 2000 m di quota. Il sentiero continua alla destra del Mirrer Bach, sul versante orografico sinistro della Val Mirrer. Sull’altro versante della valle noto una famiglia di quattro persone che risale i prati appena falciati. Sono partiti da Darsiez (1829 m); ci ritroveremo alla famosa scaletta. A 2150 m il sentiero supera il riale e si porta sull’altro versante. Finora la salita è stata assai dolce: da qui via non ci saranno più tratti riposanti. Mi trovo nella bandita federale di caccia “Beverin”. Un cartello di color verde scuro invita a non disturbare la selvaggina, a tenere i cani al guinzaglio, a non abbandonare i sentieri, a non sciare fuori dalle piste indicate dalla carte di escursionismo invernale, a non piazzare tende e a non campeggiare.
Il verde dei pascoli sottostanti viene sostituito dal giallo. Mi ritrovo in una prateria con curiose conformazioni geomorfologiche: centinaia di collinette erbose, dovute forse al criosollevamento (frost heaving), al ghiaccio terrestre e all'erosione dei rigagnoli primaverili. A 2420 m di quota, prima della baita dell’Alp Nursin, imito la famiglia, puntando liberamente al Beverin Pintg senza aspettare il sentiero, che inizia in prossimità del casolare. Raggiungo il Beverin Pintg (2587 m) dopo circa 2:30 h dalla partenza, circa 40 minuti in meno rispetto a quanto indicato dai segnavia. Le tonalità della cotica erbosa cambiano ancora: si passa dal giallo al color ruggine. Dopo altri 30 minuti di cammino pervengo alla famosa scaletta: 8 m da affrontare in discesa più un ulteriore zoccolo basale di roccia di un paio di metri; 23 pioli da scendere con attenzione. Tolgo lo zaino, ripongo i bastoncini e scatto qualche foto dall’alto. Nel frattempo mi raggiunge la famiglia. Il ragazzino, di 8 anni, non aspetta nemmeno il papà e scende senza la minima indecisione. Il papà, dal canto suo, disdegna la scaletta, preferendo una via alternativa che sfrutta dei vecchi pioli infissi nella verticale parete di roccia. È il turno di Flavia, una bimba di 6 anni piena di energia. La mamma, dopo averle raccomandato la concentrazione, le dà l’ok e la invita a scendere … senza corda di sicurezza.
La famosa scaletta del Piz Beverin
Dopo una tale esibizione non posso mostrare segni di titubanza: questione di orgoglio!
Superato senza problemi l’adrenalinico passaggio, mi soffermo a scattare foto con diverse angolazioni. Per la vetta rimangono circa 660 m lineari dapprima su sassi e sfasciumi, in seguito su sabbia scura che ricopre la cupola terminale.
Dopo circa 4 h di cammino posso esclamare: Piz Beverin geschafft!
L’omino di pietre è purtroppo usato come stenditoio per magliette. Un gruppo di allegri ragazzotti non ha ancora imparato a rispettare le vette e gli escursionisti che desiderano fotografare la cima priva di indumenti madidi di sudore.
Recupero il libro di vetta, già ben ricco di iscrizioni, benché sia stato portato qua in alto solo il 23 luglio di quest’anno e segno il passaggio con i saluti agli amici di Hikr.org.
Mi congratulo con i due bambini, Simon e Flavia per la notevole “Leistung”; una prestazione non comune per bambini di quell’età. Prima di riprendere il lungo cammino di discesa mi dedico all’abituale carrellata di foto e di video, che mi permetterà di rivivere questa vetta, considerata una delle più panoramiche della regione.
Nel frattempo i cumuli si stanno intensificando. Seguo il segnavia che indica Beverin Lücke. Alcuni passaggi sono assicurati da catene e da corde fisse: assegno una difficoltà T3+ alla gita proprio per questo tratto di discesa, che nel complesso richiede poco più di 3 h per ritornare a Mathon.
Anche il Piz Beverin, così come il Bruschghorn tre settimane fa, mi ha regalato una bella soddisfazione sia per l’impresa sportiva (1500 m di dislivello in salita) sia per la bellezza di questa regione caratterizzata da alte vette contornate da dolcissimi e ampi pascoli.
Tempo totale: 7:30 h
Salita: 4 h
Tempi parziali
Parcheggio Mathon (1547 m) – Mursenas (1935 m): 1 h
Mursenas (1935 m) – Beverin Pintg (2587 m): 1:35 h
Beverin Pintg (2587 m) – Leiter am Beverin (2769 m): 30 min
Leiter am Beverin (2769 m) – Piz Beverin (2998 m): 45 min
Piz Beverin (2998 m) – Beverin Lücke (2826 m) – Mathon (1547 m): 3:10 h
Dislivello in salita: 1499 m
Sviluppo complessivo: 14,0 km
Difficoltà: T3+
Coordinate Piz Beverin: 746'905 / 168'610
Copertura della rete cellulare: assente all’Alp Nursin, sotto la Beverin Lücke
Libro di vetta: sì

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