Trekking Valle Stura - Monte Oserot 2854 m e Rocca La Meja 2833 m
Dopo una breve pausa, controllato dove tirava meglio il meteo nei prossimi giorni e aver messo giù in quattro e quattr’otto un mini trekking, ripartiamo per il cuneese. Le previsioni, maledette loro, tra domenica e lunedì sono nuovamente cambiate, ma a est sembra sempre peggio, per cui…
Partenza bagnata, partenza fortunata? L’arrivo a Borgo San Dalmazzo non sembra essere di buon auspicio. In panetteria entra una signora ed esclama: “Oggi e domani brutto, giovedì piove!” Che facciamo…la sopprimiamo seduta stante o aspettiamo che giri l’angolo!
Non piove ma il cielo promette poco. Giunti al bivio tra Bagni di Vinadio e Sambuco sostiamo in contemplazione di un cielo plumbeo all’inverosimile, salire al Colle della Vaccia o risalire semplicemente il vallone dell’Ischiator, mentre rimuginiamo sul da farsi il cielo comincia a squarciarsi, piccole speranze azzurre che piano piano aumentano, beh a questo punto si va a Sambuco.
1° Giorno: Sambuco-Rifugio Migliorero
Lasciata l’auto alla chiesetta di Sambuco attraversiamo il paese e scendiamo sulla statale, dove passato il ponte imbocchiamo il GTA. Dapprima la salita è comoda, nel bosco, poi, gli ultimi metri prima del Colle ce li fa pagare tutti. Il tempo ancora molto variabile poco consiglia di percorrere il Sentiero Balcone, tra l’altro l’abbiamo fatto già un paio di volte per cui… Prima di scendere però saliamo al Monte Vaccia, non che sia una gran montagna ma, ci siamo passati sempre solo sotto! Una nuotata negli spinaci selvatici e raggiungiamo l’ometto. Discesa dal versante opposto, ritorno al colle e discesa al Ponte del Medico. Dobbiamo ora risalire l’intero vallone, cosa che facciamo con moltissima calma visto il caldo che si è formato. Al rifugio Migliorero, Oscar ci accoglie con la solita simpatia, ci mostra la camera e dopo le doverose incombenze da rifugio scendiamo in sala pranzo.
Il rifugio Migliorero ha una gestione un po’ particolare. A mezzogiorno offre solo servizio bar, se si desidera mangiare un piatto di pasta, carne, polenta o quant’altro bisogna attrezzarsi di tutto ciò è Oscar mette a disposizione cucina e stoviglie. Per la cena e la colazione invece si può scegliere se fare da sé o meno.
Dopo cena duriamo poco, tra il ritorno dalla Valla d’Aosta, un viaggio A/R in Liguria per recuperare i suoceri e la ripartenza per il cuneese, siamo cotti a puntino e il letto è un’attrazione più forte che qualsiasi chiacchiera!
2° Giorno: Rifugio Migliorero-Pontebernardo
Dalle previsioni oggi doveva essere la giornata peggiore al nord, temporali ad oltranza su tutto il Piemonte, beh non c’è una nuvola! E Oscar reduce dalla sua corsa mattutina al Colle di Larussa ci conferma che è tutto sereno.
Risaliamo al Colle di Rostagno, quasi meglio salirlo che scenderlo! E scendiamo al rifugio Zanotti, anche qui non si sa bene come sia gestito. Al momento sembra ci sia un tizio che sta facendo le vacanze che a sua discrezione ospita sia per cena sia per il pernotto altre volte solo il pernotto, altre volte nulla…ma sono solo voci per cui non saprei di preciso come funziona, meglio informarsi!
A vista abbiamo già il Colle di Scolettas che raggiungiamo velocemente. Pausa e ridiscesa al rifugio Talarico, probabilmente chiuso. Non lo raggiungiamo e risaliamo verso il Colle Stau. Riusciamo a tagliare il primi lunghi tornanti utilizzando un sentiero un po’ malmesso ma poi ci toccano tutti i successivi, lunghi alcuni lunghissimi, sembra sempre di esserci e invece la militare fa guadagnare pochissimo dislivello…al colle breve sosta e poi giù fino al bivio per Ferriere dove riprendiamo a salire per l’ultimo colle. Al colle dei Becchi Rossi facciamo una breve deviazione per la cima che altro non è che un ricovero inagibile all’interno di un roccione. Tornati al colle scendiamo con lunghi tornanti fino al Murenz e poi ripidamente a Pontebernardo. Il posto tappa del GTA, una casetta con tre cameretta, bagno e cucina è tutto per noi, fantastico!
3° Giorno: Pontebernardo-Rifugio GardettaAlla faccia delle previsioni, anche oggi non c’è una nuvola. Lasciamo Pontebernardo percorrendo un breve tratto di strada asfaltata andando a prendere la GTA per il Colle dell’Oserot. Passiamo sotto le imponenti Barricate, che impressione!
Con un comodo sentiero in ambiente bucolico raggiungiamo il Gias dell’Oserot. Qui abbiamo due possibilità, continuare sulla GTA oppure salire a vista, una traccia di passaggio si trova più in alto, alla Bassa di Terre Rosse. Scegliamo questa andando così a prendere una bella militare che rimane alta sul vallone. La nostra meta prima di raggiungere il rifugio è l’Oserot. Mentre ci avviciniamo lo osserviamo attentamente e ci chiediamo da dove diamine si dovrebbe salire. Marco, occhio di lince, vede due persone in alto su un traverso, ok ma per raggiungere quel traverso?
Poco prima del Colle dell’Oserot abbandoniamo la militare e i nostri Ginetti Seguiamo quindi una traccia con ometti e bolli rossi che ripidamente con stretti tornanti porta al traverso. Ultimi metri per la cima su facili roccette. Il posto in vetta è poco e occupato quasi per intero da una famiglia poco loquace, anzi ci sembra di essere di incomodo mentre cerchiamo di fare qualche foto senza avere loro di mezzo! Solitamente si scambiano un po’ di parole quando si raggiunge una cima e ci sono altre persone, questi invece continuano a mangiare i chili di frutta e verdura che si sono portati su, sembra il banchetto del mercato, peperoni, pomodori, carote, pesche, mele, banane, arance e chissà che altro, pure i rapanelli, anche a me piacciono frutta è verdura, ma in montagna….non ho visto se avevano anguria e melone…Va beh togliamo il disturbo e velocemente torniamo ai Ginetti.
Raggiungiamo quindi il Passo Rocca Brancia e quindi il Passo Gardetta e l’omonimo rifugio. Qui un po’ di gente c’è, per lo più bikers. L’altopiano molto si presta ai giri in mountain bike.
Preso possesso dei letti andiamo a farci un giretto nei dintorni e aspettiamo l’ora di cena immersi nel silenzio ai piedi di Punta Bernoir.
4° Giorno: Rifugio Gardetta-SambucoUltimo giorno di trekking. Prima di scendere puntiamo alla Rocca La Meja. Per raggiungerla facciamo giri viziosi con notevole perdita di tempo. Meglio seguire il sentiero per il Colletto della Meja e, senza raggiungerlo, svoltare a sx su un’evidente traccia che in leggera salita porta al traverso dove inizia la salita vera e propria. Qualche catena facilita un paio di passaggi su roccia liscia. Si arriva quindi ai piedi del caratteristico canale. Vederlo in foto è impressionante ma la salita non è difficoltosa, solo attenzione agli sfasciumi. Il tratto chiave, un breve salto roccioso a metà circa della salita è ora attrezzato, per cui nessun problema.
In cima solo noi questa volta, ce la godiamo un po’ poi nella speranza di non trovare nessuno infilato nel canale cominciamo a scendere. All’imbocco ci sono tre persone per cui mani e piedi di velluto…Fuori dal canale ci spostiamo un poco per poterlo fotografare meglio, fa davvero impressione visto dal basso!
Prima di cominciare la lunghissima discesa per Sambuco facciamo una veloce salita al Becco Nero, foto cartolina alla Meja e poi giù, sempre più giù, con la lunga ciclabile che torna a Sambuco…interminabile!
Geodaten | |||
22050.gpx | Sambuco-Rifugio Migliorero | ||
22051.gpx | Rifugio Migliorero-Pontebernardo | ||
22052.gpx | Pontebernardo-Rifugio Gardetta | ||
22053.gpx | Rifugio Gardetta-Sambuco |
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