Cicloturismo nel sud della Polonia
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Spesso le nostre ferie lunghe le passiamo in bici, a fare cicloturismo, quella disciplina che dovrebbe unire il bello di andare in bici e la visita turistica di località.
Poi ognuno può decidere quanto tempo dedicare all'aspetto più sportivo o a quello più culturale, creandosi un tour su misura.
I nostri tour di solito nascono così: decidiamo la zona, segniamo i punti più interessanti da visitare e cerchiamo di unirli con un percorso adatto alle bici (cercando di sfruttare il più possibile le strade secondarie).
Si potrebbero scrivere interi libri sugli aspetti positivi e negativi di viaggiare in bicicletta piuttosto che in macchina ma ne vorrei sottolineare uno positivo, cioè quello di riuscire a visitare il territorio più nel profondo, avendo un orizzonte che non sfila via veloce come in macchina ma più dolcemente, dandoti il tempo di guardare i particolari. Sbirciare nel portone di una cascina, salutare un vecchio seduto fuori casa, fermarsi a guardare un capriolo che corre in un campo, seguire il volo di un rapace, sentire il caldo, il freddo ... e la pioggia come parte del viaggio.
Quest'anno visitiamo la Polonia del sud. Partiamo da casa con un itinerario già stabilito a tavolino (bisogna avere almeno un'idea della lunghezza di ogni singola tappa) ma, a parte le prime due notti, non abbiamo prenotato nient'altro. Il bello di questo tipo di vacanze è anche quello di poter cambiare percorso in base alle esigenze fisiche e/o mentali, a ciò che si scopre strada facendo, ai consigli di qualche "local" e a volte anche in base ai problemi tecnici che possono insorgere alle bici (ma fortunatamente quest'anno, oltre alle classiche forature, non abbiamo avuto altri grossi problemi).
Siamo attrezzati per dormire in tenda nei campeggi ma già sappiamo che non sempre ne troveremo, quindi, a volte, dovremmo per forza di cose dormire al chiuso, cosa che non sempre dispiace ... anzi ...
Alla fine, dei giorni di tour vero e proprio, faremo 11 notti in tenda (di cui un paio "free", non in campeggio) e 7 in alberghetti.
La più grossa preoccupazione è quella dello stile di guida dei polacchi. Sembrerebbe che siano un po' spericolati e amanti della velocità e soprattutto per niente abituati alla presenza di cicloturisti. In aggiunta, il mese precedente alla partenza, mentre cenavamo al rifugio Gnifetti, parliamo con i nostri vicini e, guarda caso sono polacchi. Raccontiamo della nostra idea e uno dei due (l'uomo) sembra molto preoccupato, addirittura ci sconsiglia di muoverci in bici ma di utilizzare solo la macchina, per fortuna l'altra (la donna) sembra più tranquilla e ottimista.
Alla fine l'esperienza sulla nostra pelle sembra confermare la seconda veduta. Anche nelle strade più trafficate con mezzi pesanti, abbiamo sempre avuto l'impressione che facessero molta attenzione. Solo una volta ci hanno suonato .... era una macchina con targa italiana!
L'itinerario passa per alcune città importanti della Polonia, come Breslavia (Wroklaw), Czestochowa, Cracovia e per altre meno famose ma che hanno dei monumenti belli e importanti per la storia polacca (palazzi, chiese, piazze, ecc.). Poi, indipendentemente dalle proprie idee, non si può andare in quelle zone e non vivere un minimo di spirito di condivisione sulla figura di Giovanni Paolo II, grande uomo e figura carismatica per moltissimi aspetti (fosse anche solo per l'importanza storica che ha avuto).
Siamo anche passati alle pendici dei monti Tatra e da Zakopane, capitale del turismo montano in Polonia.
Abbiamo visitato castelli in rovina, castelli splendenti, palazzi con bellissime stanze e qualcuno un po' più bruttino.
Abbiamo litigato con l'asfalto, non sempre decente, delle strade polacche.
Abbiamo attraversato campagne, foreste, laghi.
Abbiamo visitato miniere di sale e dedicato il giusto tempo alla visita un po' più approfondita di Oswiecim (Auschwitz).
Abbiamo passato una notte in tenda pronti ad evacuare per il fortissimo temporale che si stava scaricando (con albero crollato a una decina di metri).
Abbiamo mangiato tantissimo a prezzi irrisori se confrontati con quelli italiani.
Abbiamo bucato e rotto la pompa per gonfiare la ruota proprio a 100 metri da un negozio di bici.
Abbiamo preso dei temporali ...ma ci siamo anche asciugati.
Abbiamo spesso visto stupore negli occhi di chi ci vedeva passare.
Insomma un bel giro che non sorprende per grandi o famosi monumenti ma per la bellezza dei dettagli, che se messi uno dopo l'altro rendono questo tour speciale.
Poi ognuno può decidere quanto tempo dedicare all'aspetto più sportivo o a quello più culturale, creandosi un tour su misura.
I nostri tour di solito nascono così: decidiamo la zona, segniamo i punti più interessanti da visitare e cerchiamo di unirli con un percorso adatto alle bici (cercando di sfruttare il più possibile le strade secondarie).
Si potrebbero scrivere interi libri sugli aspetti positivi e negativi di viaggiare in bicicletta piuttosto che in macchina ma ne vorrei sottolineare uno positivo, cioè quello di riuscire a visitare il territorio più nel profondo, avendo un orizzonte che non sfila via veloce come in macchina ma più dolcemente, dandoti il tempo di guardare i particolari. Sbirciare nel portone di una cascina, salutare un vecchio seduto fuori casa, fermarsi a guardare un capriolo che corre in un campo, seguire il volo di un rapace, sentire il caldo, il freddo ... e la pioggia come parte del viaggio.
Quest'anno visitiamo la Polonia del sud. Partiamo da casa con un itinerario già stabilito a tavolino (bisogna avere almeno un'idea della lunghezza di ogni singola tappa) ma, a parte le prime due notti, non abbiamo prenotato nient'altro. Il bello di questo tipo di vacanze è anche quello di poter cambiare percorso in base alle esigenze fisiche e/o mentali, a ciò che si scopre strada facendo, ai consigli di qualche "local" e a volte anche in base ai problemi tecnici che possono insorgere alle bici (ma fortunatamente quest'anno, oltre alle classiche forature, non abbiamo avuto altri grossi problemi).
Siamo attrezzati per dormire in tenda nei campeggi ma già sappiamo che non sempre ne troveremo, quindi, a volte, dovremmo per forza di cose dormire al chiuso, cosa che non sempre dispiace ... anzi ...
Alla fine, dei giorni di tour vero e proprio, faremo 11 notti in tenda (di cui un paio "free", non in campeggio) e 7 in alberghetti.
La più grossa preoccupazione è quella dello stile di guida dei polacchi. Sembrerebbe che siano un po' spericolati e amanti della velocità e soprattutto per niente abituati alla presenza di cicloturisti. In aggiunta, il mese precedente alla partenza, mentre cenavamo al rifugio Gnifetti, parliamo con i nostri vicini e, guarda caso sono polacchi. Raccontiamo della nostra idea e uno dei due (l'uomo) sembra molto preoccupato, addirittura ci sconsiglia di muoverci in bici ma di utilizzare solo la macchina, per fortuna l'altra (la donna) sembra più tranquilla e ottimista.
Alla fine l'esperienza sulla nostra pelle sembra confermare la seconda veduta. Anche nelle strade più trafficate con mezzi pesanti, abbiamo sempre avuto l'impressione che facessero molta attenzione. Solo una volta ci hanno suonato .... era una macchina con targa italiana!
L'itinerario passa per alcune città importanti della Polonia, come Breslavia (Wroklaw), Czestochowa, Cracovia e per altre meno famose ma che hanno dei monumenti belli e importanti per la storia polacca (palazzi, chiese, piazze, ecc.). Poi, indipendentemente dalle proprie idee, non si può andare in quelle zone e non vivere un minimo di spirito di condivisione sulla figura di Giovanni Paolo II, grande uomo e figura carismatica per moltissimi aspetti (fosse anche solo per l'importanza storica che ha avuto).
Siamo anche passati alle pendici dei monti Tatra e da Zakopane, capitale del turismo montano in Polonia.
Abbiamo visitato castelli in rovina, castelli splendenti, palazzi con bellissime stanze e qualcuno un po' più bruttino.
Abbiamo litigato con l'asfalto, non sempre decente, delle strade polacche.
Abbiamo attraversato campagne, foreste, laghi.
Abbiamo visitato miniere di sale e dedicato il giusto tempo alla visita un po' più approfondita di Oswiecim (Auschwitz).
Abbiamo passato una notte in tenda pronti ad evacuare per il fortissimo temporale che si stava scaricando (con albero crollato a una decina di metri).
Abbiamo mangiato tantissimo a prezzi irrisori se confrontati con quelli italiani.
Abbiamo bucato e rotto la pompa per gonfiare la ruota proprio a 100 metri da un negozio di bici.
Abbiamo preso dei temporali ...ma ci siamo anche asciugati.
Abbiamo spesso visto stupore negli occhi di chi ci vedeva passare.
Insomma un bel giro che non sorprende per grandi o famosi monumenti ma per la bellezza dei dettagli, che se messi uno dopo l'altro rendono questo tour speciale.
Tourengänger:
Andrea!

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Kommentare (17)