Monviso 3841m
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Premessa
Questa settimana io e Valerio avevamo in programma di fare qualcosa insieme. Diverse le proposte sul tavolo ma le previsioni atmosferiche ci mettono i bastoni tra le ruote. La sera prima ci consultiamo e cambiamo programmi all'ultimo momento. Andiamo al Monviso! (un piano B di gran lusso!)
Nei miei progetti c'è da tempo la cresta est, ma considerata la sua lunghezza e qualche incertezza su meteo e condizioni, optiamo per la via normale.
Itinerario
Per la nostra salita al Monviso abbiamo scelto la via normale con partenza da Castello di Pontechianale (Val Varaita) e bivacco al lago delle Forciolline. Questo è l'itinerario storico dei primi salitori; nei pressi del lago si può infatti vedere un grosso masso considerato il bivacco "storico". Ci sarebbero anche delle incisioni che rimandano alla prima salita di Mathews del 1861 (non siamo andati a verificare).
Per chi volesse intraprendere la salita con questo itinerario consiglio di consultare le relazioni presenti su hikr e questo link: www.kaps.it/index.php?p=relazione&rel=67 .
Giorno 1: avvicinamento
Ritrovo nella tarda mattinata di lunedì, ci mettiamo in viaggio per il Piemonte. Questa volta l'avvicinamento è particolarmente lungo. Appena entrati in Val Varaita ci colpiscono i boschi e il fondovalle selvaggio. Ci fermiamo in un paesino per un caffè, poi proseguiamo fino a Castello. Dopo aver sistemato gli zaini ci incamminiamo lungo il sentiero che inizia nei pressi di una centrale idroelettrica e risale il torrente Vallanta per circa un'ora. A un certo punto un grosso masso indica l'inizio del sentiero "Ezio Nicoli" che si inoltra dapprima nel bosco per poi risalire il vallone delle Forciolline fino alla base di un impervio canalone. Dei tratti attrezzati con catene permettono di risalire le prime rocce a destra. Poi si guada il torrente e un'altra catena permette di superare una placca insidiosa (già... !). Con un altro guado ci si riporta a destra e si risale a lungo la pietraia fino a scollinare. Dopo circa 3 ore scorgiamo la sagoma gialla del bivacco.
Bivacco Boarelli
Nostro punto di appoggio, il bivacco Boarelli è equipaggiato con materassi e coperte di lana (abbiamo trovato anche i cuscini) per un totale di 12 posti. Nella piccola zona giorno ci sono 2 tavoli con sgabelli + 2 ulteriori brande con materassi. Moderno e pulito, il bivacco è situato in riva al laghetto delle Forciolline.
Vi giungiamo verso le 19.30 e lo troviamo abbastanza affollato (10 persone noi compresi). Ci sistemiamo nei nostri letti, cuciniamo qualcosa per cena e scambiamo delle simpatiche chiacchiere con una coppia di Milano. Alle 21 ci ritiriamo e cerchiamo di riposare un po'.
Giorno 2: salita al Monviso - via normale
Sveglia alle 4. Colazione. Usciamo dal bivacco e ci troviamo di fronte a uno spettacolo eccezionale: la luna piena illumina la vallata, il cielo è sgombero da nuvole. Quasi non ce ne accorgiamo, poi improvvisamente notiamo un grosso stambecco a pochi passi da noi. Si allontana con passo lento, senza fretta. Anche noi con passo lento e senza fretta ci mettiamo in cammino. Il nostro avvicinamento al "Re di pietra" inizia alla luce della luna e delle frontali. Dal bivacco aggiriamo il lago sull'esposta "cengia dello stambecco", poi risaliamo le pietraie che ci portano sotto il versante sud della montagna. Il chiarore dell'alba svela un mare di nuvole sotto di noi. Il pendio che porta al bivacco Andreotti è ancora abbondantemente ricoperto di neve che la notte serena e il vento teso hanno reso dura e ghiacciata. Con i ramponi risaliamo il nevaio per poi piegare a destra. Superiamo la scatola verde e gialla del bivacco e proseguiamo sui nevai soprastanti. Con uno zig zag la traccia ci porta ad un intaglio grazie al quale si accede alla parete. La salita, il cui percorso tortuoso è indicato da numerosi segni gialli, alterna tratti di camminata su terreno ripido ad altri di facile arrampicata. Si susseguono tratti e singoli passaggi dai nomi suggestivi: cengia orizzontale, cascatella, ferro da stiro, triangolino, fornelli... Giunti all'altezza di un caratteristico pinnacolo roccioso chiamato testa d'aquila sappiamo di essere quasi in cima. Con un breve traverso ci congiungiamo alla cresta est, dalla quale stanno salendo alcune cordate. La croce di vetta è in vista. Pochi metri e siamo in vetta al Monviso!
Difficoltà ed equipaggiamento
Pur non presentando particolari difficoltà di arrampicata (passaggi di II, singoli passi di III) si tratta di un itinerario lungo e complesso su una grande montagna, richiede perciò un'adeguata preparazione e non deve essere sottovalutato.
La scelta dell'equipaggiamento e dell'assetto con cui affrontare la salita non può certo essere delegata alla lettura di una relazione. Si tratta di valutazioni personali che cambiano a dipendenza delle capacità e delle condizioni della montagna. Noi siamo saliti e scesi slegati, pur avendo una corda nello zaino. Abbiamo invece ricorso a ramponi e picozza sui nevai di inizio e metà parete. D'obbligo il casco!
Discesa
La parte più impegnativa è stata sicuramente la discesa, per cui abbiamo impiegato quasi lo stesso tempo della salita. Siamo scesi dalla via di salita molto lentamente, disarrampicando con cautela e prestando attenzione a non smuovere sassi visto il gran numero di persone che si trovava in salita e in discesa sulla via.
Sosta al bivacco Boarelli per recuperare le nostre cose. Ci cuciniamo una minestra calda e riposiamo una mezzora. Il resto è discesa: una lunga, lunghissima, estenuante discesa.
Tempi di percorrenza
Questa settimana io e Valerio avevamo in programma di fare qualcosa insieme. Diverse le proposte sul tavolo ma le previsioni atmosferiche ci mettono i bastoni tra le ruote. La sera prima ci consultiamo e cambiamo programmi all'ultimo momento. Andiamo al Monviso! (un piano B di gran lusso!)
Nei miei progetti c'è da tempo la cresta est, ma considerata la sua lunghezza e qualche incertezza su meteo e condizioni, optiamo per la via normale.
Itinerario
Per la nostra salita al Monviso abbiamo scelto la via normale con partenza da Castello di Pontechianale (Val Varaita) e bivacco al lago delle Forciolline. Questo è l'itinerario storico dei primi salitori; nei pressi del lago si può infatti vedere un grosso masso considerato il bivacco "storico". Ci sarebbero anche delle incisioni che rimandano alla prima salita di Mathews del 1861 (non siamo andati a verificare).
Per chi volesse intraprendere la salita con questo itinerario consiglio di consultare le relazioni presenti su hikr e questo link: www.kaps.it/index.php?p=relazione&rel=67 .
Giorno 1: avvicinamento
Ritrovo nella tarda mattinata di lunedì, ci mettiamo in viaggio per il Piemonte. Questa volta l'avvicinamento è particolarmente lungo. Appena entrati in Val Varaita ci colpiscono i boschi e il fondovalle selvaggio. Ci fermiamo in un paesino per un caffè, poi proseguiamo fino a Castello. Dopo aver sistemato gli zaini ci incamminiamo lungo il sentiero che inizia nei pressi di una centrale idroelettrica e risale il torrente Vallanta per circa un'ora. A un certo punto un grosso masso indica l'inizio del sentiero "Ezio Nicoli" che si inoltra dapprima nel bosco per poi risalire il vallone delle Forciolline fino alla base di un impervio canalone. Dei tratti attrezzati con catene permettono di risalire le prime rocce a destra. Poi si guada il torrente e un'altra catena permette di superare una placca insidiosa (già... !). Con un altro guado ci si riporta a destra e si risale a lungo la pietraia fino a scollinare. Dopo circa 3 ore scorgiamo la sagoma gialla del bivacco.
Bivacco Boarelli
Nostro punto di appoggio, il bivacco Boarelli è equipaggiato con materassi e coperte di lana (abbiamo trovato anche i cuscini) per un totale di 12 posti. Nella piccola zona giorno ci sono 2 tavoli con sgabelli + 2 ulteriori brande con materassi. Moderno e pulito, il bivacco è situato in riva al laghetto delle Forciolline.
Vi giungiamo verso le 19.30 e lo troviamo abbastanza affollato (10 persone noi compresi). Ci sistemiamo nei nostri letti, cuciniamo qualcosa per cena e scambiamo delle simpatiche chiacchiere con una coppia di Milano. Alle 21 ci ritiriamo e cerchiamo di riposare un po'.
Giorno 2: salita al Monviso - via normale
Sveglia alle 4. Colazione. Usciamo dal bivacco e ci troviamo di fronte a uno spettacolo eccezionale: la luna piena illumina la vallata, il cielo è sgombero da nuvole. Quasi non ce ne accorgiamo, poi improvvisamente notiamo un grosso stambecco a pochi passi da noi. Si allontana con passo lento, senza fretta. Anche noi con passo lento e senza fretta ci mettiamo in cammino. Il nostro avvicinamento al "Re di pietra" inizia alla luce della luna e delle frontali. Dal bivacco aggiriamo il lago sull'esposta "cengia dello stambecco", poi risaliamo le pietraie che ci portano sotto il versante sud della montagna. Il chiarore dell'alba svela un mare di nuvole sotto di noi. Il pendio che porta al bivacco Andreotti è ancora abbondantemente ricoperto di neve che la notte serena e il vento teso hanno reso dura e ghiacciata. Con i ramponi risaliamo il nevaio per poi piegare a destra. Superiamo la scatola verde e gialla del bivacco e proseguiamo sui nevai soprastanti. Con uno zig zag la traccia ci porta ad un intaglio grazie al quale si accede alla parete. La salita, il cui percorso tortuoso è indicato da numerosi segni gialli, alterna tratti di camminata su terreno ripido ad altri di facile arrampicata. Si susseguono tratti e singoli passaggi dai nomi suggestivi: cengia orizzontale, cascatella, ferro da stiro, triangolino, fornelli... Giunti all'altezza di un caratteristico pinnacolo roccioso chiamato testa d'aquila sappiamo di essere quasi in cima. Con un breve traverso ci congiungiamo alla cresta est, dalla quale stanno salendo alcune cordate. La croce di vetta è in vista. Pochi metri e siamo in vetta al Monviso!
Difficoltà ed equipaggiamento
Pur non presentando particolari difficoltà di arrampicata (passaggi di II, singoli passi di III) si tratta di un itinerario lungo e complesso su una grande montagna, richiede perciò un'adeguata preparazione e non deve essere sottovalutato.
La scelta dell'equipaggiamento e dell'assetto con cui affrontare la salita non può certo essere delegata alla lettura di una relazione. Si tratta di valutazioni personali che cambiano a dipendenza delle capacità e delle condizioni della montagna. Noi siamo saliti e scesi slegati, pur avendo una corda nello zaino. Abbiamo invece ricorso a ramponi e picozza sui nevai di inizio e metà parete. D'obbligo il casco!
Discesa
La parte più impegnativa è stata sicuramente la discesa, per cui abbiamo impiegato quasi lo stesso tempo della salita. Siamo scesi dalla via di salita molto lentamente, disarrampicando con cautela e prestando attenzione a non smuovere sassi visto il gran numero di persone che si trovava in salita e in discesa sulla via.
Sosta al bivacco Boarelli per recuperare le nostre cose. Ci cuciniamo una minestra calda e riposiamo una mezzora. Il resto è discesa: una lunga, lunghissima, estenuante discesa.
Tempi di percorrenza
Castello - Biv. Boarelli | 7 km | +1200m | 3h 15' |
Biv. Boarelli - Monviso | 4,5 km | +1000m | 5h |
Monviso - Biv. Boarelli | 4,5 km | -1000m | 3h 30' |
Biv. Boarelli - Castello | 7 km | -1200m | 3h |
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