Lyskamm Orientale
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Ancora sci. Progettiamo il solo Lyskamm Orientale per farci ancora una sciata sui ghiacciai del Monte Rosa. Chi l'avrebbe mai detto ad agosto! Alla Capanna Gnifetti siamo i soli con gli sci. Il rifugio è affollato di alpinisti di ogni nazionalità; come mai gli italiani sono così pochi?
Si dorme così, così ma si sta bene solo in quattro nella nostra stanzetta: noi tre ed un educatissimo svizzero che sta attraversando le cime delle Alpi con la guida. Noi invece siamo alpinisti fai-da-te emozionati e consci dei rischi della salita al Lyskamm. Giulia propone la salita senza corda sulla cresta. Infatti come sarebbe possibile assicurare il compagno di cordata su una cresta orizzontale esposta procedendo di conserva? Dopo una breve discussione approviamo la proposta.
Il giorno dopo, prima dell'alba, il Rifugio vomita il carico di alpinisti concitati, maleducati, frettolosi che ha tenuto in pancia la notte. Noi aspettiamo le prime luci sul ghiacciaio e partiamo, slegati. Il sopralluogo del giorno prima ci consente la miglior via senza seguire le tracce delle innumerevoli cordate che ci precedono e seguono. Alla prima salita, prima dei serracchi giganti, c'è ancora la valanga che ha travolto tre persone e ucciso una qualche giorno fa. Il ghiaccio più battuto e sicuro del Monte Rosa si è rivelato insidioso dopo le forti nevicate di luglio.
Prima del Colle del Lys ci abbassiamo a sinistra e improvvisamente siamo soli. Un freddo pungente ci costringe ad indossare tutto quello che abbiamo nello zaino. Arriviamo all'attacco della cresta e salutiamo due ragazzi tedeschi che si avviano alla salita. Noi calziamo i ramponi e via.
La scelta della salita senza corda è corretta visto che oggi tutta la cresta è di sola neve, senza difficoltà e richiede solo un pò di equilibrio e di sangue freddo. Il panorama è stupefacente. Dopo un primo ripido pendio, scivoli di neve a sud e a nord si abbassano in un solo salto per centinaia di metri. La via è tracciata e si alterna a destra, a sinistra della dorsale quando non la percorre sul filo. Camminiamo su cornici giganti. Infine l'ultimo tratto ripido, dinuovo faticoso fino alla cima ancora completamente coperta di neve.
Molte cordate ora stanno scendendo sulla nostra via, proveniendo dal Rifugio Sella. Foto di rito e torniamo.
Cambio di assetto alla base della cresta, breve risalita al Colle del Lys e poi la sperimentata discesa fino al Ghiacciaio dell'Indren su una neve perfetta su tutto il percorso.
Soddisfatti io, Brunello, Giulia.
Si dorme così, così ma si sta bene solo in quattro nella nostra stanzetta: noi tre ed un educatissimo svizzero che sta attraversando le cime delle Alpi con la guida. Noi invece siamo alpinisti fai-da-te emozionati e consci dei rischi della salita al Lyskamm. Giulia propone la salita senza corda sulla cresta. Infatti come sarebbe possibile assicurare il compagno di cordata su una cresta orizzontale esposta procedendo di conserva? Dopo una breve discussione approviamo la proposta.
Il giorno dopo, prima dell'alba, il Rifugio vomita il carico di alpinisti concitati, maleducati, frettolosi che ha tenuto in pancia la notte. Noi aspettiamo le prime luci sul ghiacciaio e partiamo, slegati. Il sopralluogo del giorno prima ci consente la miglior via senza seguire le tracce delle innumerevoli cordate che ci precedono e seguono. Alla prima salita, prima dei serracchi giganti, c'è ancora la valanga che ha travolto tre persone e ucciso una qualche giorno fa. Il ghiaccio più battuto e sicuro del Monte Rosa si è rivelato insidioso dopo le forti nevicate di luglio.
Prima del Colle del Lys ci abbassiamo a sinistra e improvvisamente siamo soli. Un freddo pungente ci costringe ad indossare tutto quello che abbiamo nello zaino. Arriviamo all'attacco della cresta e salutiamo due ragazzi tedeschi che si avviano alla salita. Noi calziamo i ramponi e via.
La scelta della salita senza corda è corretta visto che oggi tutta la cresta è di sola neve, senza difficoltà e richiede solo un pò di equilibrio e di sangue freddo. Il panorama è stupefacente. Dopo un primo ripido pendio, scivoli di neve a sud e a nord si abbassano in un solo salto per centinaia di metri. La via è tracciata e si alterna a destra, a sinistra della dorsale quando non la percorre sul filo. Camminiamo su cornici giganti. Infine l'ultimo tratto ripido, dinuovo faticoso fino alla cima ancora completamente coperta di neve.
Molte cordate ora stanno scendendo sulla nostra via, proveniendo dal Rifugio Sella. Foto di rito e torniamo.
Cambio di assetto alla base della cresta, breve risalita al Colle del Lys e poi la sperimentata discesa fino al Ghiacciaio dell'Indren su una neve perfetta su tutto il percorso.
Soddisfatti io, Brunello, Giulia.
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