ivanbutti Approfittando della annuale festa dei monti di Agarina e della conseguente apertura della lunga strada (10 Km), altrimenti vietata al transito, che sale da Altoggio, dopo 2 anni esatti torniamo in val Agarina. Allora restammo nella valle più ad ovest, quella del Rio Nocca, puntando al Pizzo Forno, questa volta risaliamo la valle Agrasino, più ad est.
Lasciata l’auto in uno slargo poco dopo Agarina, risaliamo la strada che, come ci hanno spiegato dei locali, è stata costruita per asservire una piccola diga. Terminata la strada inizia il sentiero che costeggia il lato idrografico dx del torrente Isorno, passando per alcuni alpeggi. In qualche punto, proprio in particolare in prossimità degli alpeggi, occorre prestare attenzione per trovare il giusto cammino. Questa vallata è, rispetto a quella che porta al Pizzo Forno, certamente molto più selvaggia ed anche meno frequentata; arriviamo così al Rifugio Bonasson (chiuso) dove facciamo una breve sosta e poi ripartiamo; dopo l’alpe Cavegna occorre attenzione per trovare il sentiero marcato, e l’ultimo tratto prima di arrivare alla Bocchetta del Lago Gelato (2434 m.) è davvero bello duro. Dalla Bocchetta scendiamo al lago che, in sintonia col nome, è in gran parte ancora gelato.Vogliamo salire il Pizzo del Lago Gelato, distinguibile dal basso per la presenza della croce, avendo come ispirazione l’unica escursione presente su Hikr di
adrimiglio. Rispetto a lui decidiamo però di non risalire il canalino sfasciumoso (ed innevato nella parte bassa) che porta ad una bocchetta a dx della vetta, ma ci spostiamo tutti a sx circumnavigando il lago, risaliamo sopra a dei roccioni, passiamo sotto la cima ed intercettiamo il canalino solo nella sua parte finale, dove appare meno sfasciumoso. In realtà io prima del canalino salgo direttamente in cima su roccette con passaggi di I e qualcuno di II, dove occorre un minimo di attenzione, mentre Beppe e Gabri con Suni seguono il piano originario. Arriviamo così in vetta dopo poco più di 4 ore. Il panorama è molto buono, ci sono nubi ma sono alte ed il sole, che avremo poi durante il pranzo e verso la fine dell’escursione, inizia a farsi largo. Siamo soddisfatti perché l’ambiente molto selvaggio ci piace; come dice il Brenna "
la conca polare che racchiude il Lago Gelato è un ambiente raccolto, grandioso e solenne". Dopo le foto di rito scendiamo, questa volta integralmente per il canalino, sfruttando nella parte finale anche il nevaio dove si viaggia bene perché la neve è della giusta consistenza. Pausa pranzo al lago baciati dal sole e poi scendiamo dalla valle del Rio Nocca, transitando dal Lago Matogno e dall’alpe Lago, dove il simpatico ed ospitale signore che già 2 anni orsono ci aveva offerto caffè con grappa ci riserva ancora lo stesso trattamento, mentre Suni litiga con un bellissimo Labrador. Dopo la corroborante sosta riprendiamo spediti la discesa; verso Ratagina il cielo sereno ci regala begli scorci sulla valle e sulla cima che abbiamo salito. Transitiamo poi da Nocca e da qui il sentiero ci riporta sulla strada della diga a 10 minuti circa dall’auto, dove arriviamo tutti davvero soddisfatti per la bella camminata e per la piacevole giornata trascorsa in serenità.
beppe Dopo 2 anni un gradito ritorno in Val Agarina , molto bella e selvaggia tutta la zona del lago Gelato , Divertente la salita al Pizzo Gelato da fare con la giusta attenzione .
Anche una piacevolissima giornata trascorsa in ottima compagnia.
gabri Con Beppe e Ivan e l'immancabile Suni torniamo in Val Agarina sfruttando la giornata di festa in valle che lascia libero accesso alla strada. Già la volta precedente al Pizzo Forno avevamo messo nel mirino il Pizzo del Lago Gelato e questa volta puntiamo decisamente verso di lui. La giornata, in questo pazzo luglio, al mattino si presenta incerta ma noi confidiamo nell'atteso miglioramento e con passo abbastanza spedito risaliamo la selvaggia e solitaria Val Agrasino puntando verso la Bocchetta del Lago Gelato. Un buon sentiero segnato che solo in qualche punto sembra perdersi ci porta a passare gli alpeggi Cortone,Pisardo,Campo e ci fa giungere al Rifugio Bonasson (chiuso). Da li saliamo all'Alpe Cavegna e poi con ultimo strappo assai faticoso alla bella Bocchetta del Lago Gelato. La vista verso i laghi parzoialmenti ancora gelati è stupenda e l'ambiente selvaggio. Individuiamo il canalino di salita verso il Pizzo del Lago Gelato assai ripido e parzialmente innevato. Su ottimo suggerimento di Ivan saliamo a sx sotto la cresta tra roccie e con ampio traverso io e beppe ci infiliamo alti nel canalino mentre Ivan procede diretto verso la croce che già si vede. Giunti alla selletta terminale del canalino saliamo sulla breve cresta da percorrere con attenzione e siamo in vetta al Pizzo del Lago Gelato. Panorama superbo verso il Pizzo della Cavegna e la Svizzera, ottima la vista del Lago Gelato! Sostiamo un po,facciamo la foto di vetta e poi decidiamo di scendere per il pranzo. Ivan aiuta Suni a scendere dalla cresta e poi giù dal canale abbastanza franoso fino ai laghi dove sostiamo per una prolungata sosta pranzo al sole che ora splende deciso. Poi proseguiamo per l'anello andando verso l'Alpe Fiesco , l'Alpe Lago e il Lago di Matogno. La Val Agarina qui è bella verdeggiante con ameni prati, tanta pace e silenzio! Fatta una visitina al Lago di Matogno scendiamo all'Alpe Lago dove i "soliti amici di 2 anni fa" ci offrono un gradito caffè + grappa! Suni che è arrivata fin qui sempre in grande forma si scontra un po con il mastrodontico labrador che docile vorrebbe giocare ma vista la mole Suni non gli vuole dare per nulla confidenza! Poi giù su buon sentiero che passa per l'Alpe Ratagina e ci scarica veloci quasi all'auto. Giornata perfetta nella bella Val Agarina, vetta di grande soddisfazione e ottima compagnia! Un grazie come sempre a Suni perfetta compagna di escursione.
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