Tecnica di ghiaccio allo Steingletscher
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È è arrivata l'ora dell'uscita di tecnica di ghiacciaio del corso, un'uscita propedeutica allo svolgimento della gita finale, prevista all'Adula, fra due settimane.
Fino all'ultimo siamo incerti se andare al Furka o allo Steingletscher...poi le previsioni meteo ci fanno decidere per quest'ultimo.
In effetti partiti da Varese con una leggera pioviggine che ci accompagna per buona parte del viaggio, usciti dal tunnel del Gottardo vediamo ampi sprazzi di azzurro ed il tempo al parcheggio nei pressi del ghiacciaio è più che accettabile: qualche nuvola in cielo ma prevale il sole.
Visto il sempre maggiore arretramento del fronte glaciale parcheggiamo al secondo dei parcheggi che si trovano lungo la stradina a pagamento, da qui risaliamo la morena e, superatala attraversando un paio di nevai, ci abbassiamo sul ghiacciaio.
La giornata si svolgerà sulla falsariga di quelle degli anni passati: dapprima qualche passo sulla neve, in salita, in discesa, di traverso, poi, indossati i ramponi, ci spostiamo in una zona di ghiaccio vivo e facciamo prendere confidenza con questi attrezzi agli allievi.
Dopo i passi elementari mostriamo loro come superare un crepaccio, come, possibilmente, individuarli; come risalire un risalto quasi verticale con l'aiuto della piccozza. Mostriamo loro come intagliare gradini ed acquasantiere nel ghiaccio (vecchia tecnica che può comunque tornar utile nel caso non si avessero i ramponi o capitasse di perderne uno).
Poi passiamo alla parte più complessa: il recupero di un compagno da un crepaccio, il metodo che insegniamo utilizza la corda, tre cordini per fare due Prusik ed un Marchand e un paio di moschettoni: il minimo del materiale e della tecnica, non sarà il più efficace ma è senz'altro il più semplice, metodi più efficienti hanno il difetto di richiedere più materiale e di essere molto più complessi dal punto di vista dei nodi utilizzati e di richiedere attrezzi, ad esempio delle carrucole, non sempre disponibili.
Tutti gli allievi sperimeantano il metodo e si impegnano nel recupero di noi accompagnatori calati perfettamente nel ruolo di "caduti nel crepaccio".
Torniamo verso la zona dove avevamo depositato gli zaini per mangiare qualcosa quindi, sono già le 14,30 ci leghiamo e facciamo un'escursione sullo Steingletscher per mostrare agli allievi come ci si muove su un ghiacciaio, Alle 16 veniamo a tratti avvolti dalla nebbia, vista l'ora decidiamo che si possa concludere qui la giornata.
Attraversando la morena che ci separa dal parcheggio ho modo di osservare diversi fiori, alcuni piuttosto comuni, altri, come il Geum reptans, che ho avuto modo di osservare solo qui.
Fino all'ultimo siamo incerti se andare al Furka o allo Steingletscher...poi le previsioni meteo ci fanno decidere per quest'ultimo.
In effetti partiti da Varese con una leggera pioviggine che ci accompagna per buona parte del viaggio, usciti dal tunnel del Gottardo vediamo ampi sprazzi di azzurro ed il tempo al parcheggio nei pressi del ghiacciaio è più che accettabile: qualche nuvola in cielo ma prevale il sole.
Visto il sempre maggiore arretramento del fronte glaciale parcheggiamo al secondo dei parcheggi che si trovano lungo la stradina a pagamento, da qui risaliamo la morena e, superatala attraversando un paio di nevai, ci abbassiamo sul ghiacciaio.
La giornata si svolgerà sulla falsariga di quelle degli anni passati: dapprima qualche passo sulla neve, in salita, in discesa, di traverso, poi, indossati i ramponi, ci spostiamo in una zona di ghiaccio vivo e facciamo prendere confidenza con questi attrezzi agli allievi.
Dopo i passi elementari mostriamo loro come superare un crepaccio, come, possibilmente, individuarli; come risalire un risalto quasi verticale con l'aiuto della piccozza. Mostriamo loro come intagliare gradini ed acquasantiere nel ghiaccio (vecchia tecnica che può comunque tornar utile nel caso non si avessero i ramponi o capitasse di perderne uno).
Poi passiamo alla parte più complessa: il recupero di un compagno da un crepaccio, il metodo che insegniamo utilizza la corda, tre cordini per fare due Prusik ed un Marchand e un paio di moschettoni: il minimo del materiale e della tecnica, non sarà il più efficace ma è senz'altro il più semplice, metodi più efficienti hanno il difetto di richiedere più materiale e di essere molto più complessi dal punto di vista dei nodi utilizzati e di richiedere attrezzi, ad esempio delle carrucole, non sempre disponibili.
Tutti gli allievi sperimeantano il metodo e si impegnano nel recupero di noi accompagnatori calati perfettamente nel ruolo di "caduti nel crepaccio".
Torniamo verso la zona dove avevamo depositato gli zaini per mangiare qualcosa quindi, sono già le 14,30 ci leghiamo e facciamo un'escursione sullo Steingletscher per mostrare agli allievi come ci si muove su un ghiacciaio, Alle 16 veniamo a tratti avvolti dalla nebbia, vista l'ora decidiamo che si possa concludere qui la giornata.
Attraversando la morena che ci separa dal parcheggio ho modo di osservare diversi fiori, alcuni piuttosto comuni, altri, come il Geum reptans, che ho avuto modo di osservare solo qui.
Tourengänger:
paoloski

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