Trekking in Val Maira...il vento fa il suo giro
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Ci piace camminare e sfruttiamo ogni occasione per farlo. Questa passione ci fa amare in particolar modo i trekking itineranti e quindi appena possibile…
Siamo ancora qui, sembra proprio che il proverbio occitano “E l'aura fai son vir” col significato di “tutto ritorna” (da cui è stato tratto il lungometraggio del 2005 di Giorgio Diritti “Il vento fa il suo giro) ci abbia preso un po’ la mano!
Anni fa in occasione di svariati trekking estivi girammo l’Alta Val Maira con i suoi 3000, il Sentiero Icardi e il più impegnativo Sentiero Cavallero. Lo scorso anno, a sorpresa, Marco mi regalò 4 giorni sui Percorsi Occitani, un lungo trekking che percorre sostanzialmente la bassa e media Val Maira, un trekking insolito per noi, a bassa quota, lunghe traversate su sentieri non così semplici come si sarebbe portati a credere, in luoghi un po’ sperduti e anche selvaggi, dove non avevamo incontrato nessuno e dove la cosa si ripete anche quest’anno. Non è ancora stagione ci dicono, ma sappiamo anche che gli italiani già poco inclini a questo tipo di vacanze, amano ancora meno passare più giorni dove mancano le comodità di casa. Anche in stagione questo trekking è più per stranieri ed è un peccato perché è come fare un viaggio nel nostro passato, l’accoglienza nei posti tappa è straordinaria, le persone con cui abbiamo parlato ci hanno fatto capire quanto amino la loro valle e quanto siano dispiaciuti da questo lento e sembra inesorabile abbandono.
Dopo averlo rimandato più volte per colpa della neve innanzitutto e di previsioni non troppo idilliache, finalmente partiamo.
Posteggiamo l’auto a Bassura di Stroppo e mentre ci prepariamo, siamo riconosciuti da Angelica, l’ex gestore della Locanda La Napoleonica, dove eravamo stati lo scorso anno. Ora ha chiuso, per non si sa quale motivo, e la bella struttura è in attesa di un nuovo gestore.
Dopo i saluti partiamo subito in salita unendo con un filo ideale le tre belle chiesette, una sopra l’altra e riconoscibili da più lati della valle, Paschero, Saint Peyre e Santa Maria.
Proseguiamo per Morinesio e in omaggio a Daniele scendiamo a Ruata Valle, con l’intenzione di fare qualche foto. La borgata però è così piccola che la passiamo senza accorgercene, quindi niente foto. Proseguiamo per Cucchiales e quindi con un bel traverso raggiungiamo San Martino Inferiore e Superiore. Con un ultimo strappo saliamo al Colle Bettone e comodamente raggiungiamo Colle San Giovanni dove facciamo sosta pranzo in mezzo ai prati. Ci manca solo la discesa ora ma prima di affrontarla andiamo a vedere la locanda La Sousta dal Col dove avremmo voluto dormire ma purtroppo è in ristrutturazione. Avendo Marco tampinato più volte il gestore per avere info sui sentieri ci incuriosisce vedere che faccia abbia. Da buon valmairese il gestore ci accoglie caldamente offrendoci un caffè e addio alla breve pausa! Scendiamo ora a Elva Serre e quindi raggiungiamo l’agriturismo l’Artesin a Elva Clari. Ammazziamo il tempo fino alla cena chiacchierando con la gestrice della locanda e coccolando il suo cagnetto. Cena ottima e dormita spettacolare.
La mattina non è quella che ci aspettavamo, velocemente il cielo si copre e tempo 10 minuti dalla partenza comincia a piovigginare. Per tutta la giornata la costante sarà il vento che fino a sera non ci darà tregua mentre pioggerella e sole, spesso insieme, ci faranno compagnia fino al primo pomeriggio.
Passate le borgate di Chiosso inferiore e superiore seguiamo il Percorso Occitano (P.O.) per il Colle di San Michele. Dopo una ripida salita, un bellissimo mezzacosta a sali scendi raggiunge il colle. La chicca, una trentina e più di camosci calati davanti ai nostri occhi!
Dal colle, poiché di tempo ne abbiamo, andiamo all’agriturismo Chersogno a salutare i gestori che ci avevano ospitato ai primi di aprile. Manco a dirlo, la sosta sarà lunga, allietata da caffè, torte, chiacchiere con tutta la famiglia. Quando i profumi dalla cucina si fanno più intensi capiamo che è arrivata l’ora di proseguire. Saluti, baci, abbracci e scendiamo ripidamente a San Michele dove dietro la chiesa imbocchiamo il Sentiero dei Canapai in direzione Prazzo Superiore. A Ribiera, a poca distanza l’uno dall’altro ci sono due cartelli Cai che indicano le stesse destinazioni uno opposto all’altro, impossibile però cadere nell’errore, penso!!!!
Passata Chiotto cominciamo a scendere nel bosco, il sentiero anche se poco frequentato è ben segnato, fare attenzione solo nei pressi di un prato dove i segni sono stati messi un po’ a muzzo, bisogna andare sempre in discesa e diritti fino a rientrare le bosco. L’ultimo tratto è un po’ invaso dalla vegetazione ma si passa bene. Raggiunta Prazzo Superiore rinunciamo alla visita al Museo della Canapa per approfittare del fatto che non piove e risalire i 300 m che ci separano da Ussolo. Mentre saliamo il sole comincia a diventare sempre più forte e giunti alla borgata vediamo chiaramente che la giornata finalmente volge al bello. Dopo un veloce pranzetto decidiamo di approfittare del miglioramento per fare un giro ad anello sopra Ussolo che ci porta a visitare varie Grange (malghe) in parte abbandonate. Arriva così velocemente l’ora di cena.
A cena riceviamo la telefonata dalla locanda dove avremmo dovuto pernottare la notte seguente, è tutto il giorno che ci cercano. Hanno sbagliato a prendere la prenotazione, lunedì hanno degli impegni e devono tenere chiuso, spiacenti si offrono di cercarci un’altra sistemazione. Ringraziamo ma diciamo loro che ci penseremo noi. Controlliamo il meteo e lunedì non danno precipitazioni per cui decidiamo di provare a unire due tappe. Problemi di prenotazioni non ce ne sono per cui l’unica incognita saranno i sentieri che speriamo tutti percorribili.
Lasciamo Ussolo, La Locanda Carlina e Carla dopo un’ottima colazione e una bella chiacchierata. Torniamo a Prazzo Superiore, attraversiamo il Maira e con una comoda sterrata raggiungiamo il Colletto di Canosio e poco dopo la Chiesa di San Giovanni. Il sentiero che taglia i primi tornanti per raggiungere il fondovalle è invaso dalla vegetazione, riusciamo a percorrere solo l’ultimo tratto. Attraversiamo il torrente e risaliamo i prati di fronte andando a prendere una sterrata dove incontriamo i primi bolli. La seguiamo a sx. La sterrata diventa sentiero e facendo attenzione a non perdere i bolli specialmente nell’ultimo tratto, raggiungiamo il Vallone di Marmora. Proseguiamo ora passando le belle borgate di San Sebastiano, Arata, Reinero, Parrocchia e Borgata Superiore dove inizia la Strada Napoleonica. Immaginavo un’ampia mulattiera, se c’è passato un esercito mi dico…invece è un bellissimo sentiero a mezza costa che con qualche sali scendi raggiunge il Colle dell’Encucetta. Un appunto, a Borgata Superiore i cartelli davano il colle a 1,10 h e Palent a 2,00, ci saremmo quindi aspettati che, una volta raggiunto il colle, mancassero 50 min a Palent, invece al colle, Palent è dato a 1,20 h?????? Non so dire quale sia il tempo esatto, forse una via di mezzo!
Ad ogni modo dal cartello del colle saliamo ripidamente la dorsale andando a scollinare effettivamente un centinaio di metri sopra. Si prosegue con un paio di ripide discese e altrettanto ripide salite, passiamo dei resti di slavine e raggiungiamo il bivio per il Monte Buch, grazie al cielo non c’è venuta la balzana idea di salirlo oggi…
Da qui velocemente siamo a Palent. Accolti dal figlio del gestore siamo sistemati in camera perché il GTA è ancora chiuso con le condizioni del GTA però, spettacolo di camera…e altrettanto spettacolare cena. Ottima anche la compagnia del gestore, dei vecchi gestori, di una coppia di amici del gestore e anche di una coppia di escursionisti Svizzeri, gli unici incontrati in cinque giorni! Nonostante la bella combriccola il sonno però si fa sentire.
Alle 6.00 siamo entrambi svegli per cui teniamo fede al programma e leggeri saliamo al Monte Buch. Durante la salita mi sono chiesta più volte chi fosse la mente perversa che ha tracciato questa salita. Da quando comincia a salire, farà circa 400 m in verticale, tanto che sono state messe delle funi tra gli alberi per agevolare salita e discesa. Certo la fatica è ripagata dal panorama eccezionale, cosa che se non lo fosse non giustificherebbe tanto strazio! Raggiungiamo la cima e visto che è presto proseguiamo per Costa Chiggia andando a disturbare un bel gruppo di camosci ancora assonnati!
Il nostro trekking in teoria sarebbe finito con un giorno di anticipo ma avendo ancora un giorno di ferie e avendo ancora ottime previsioni decidiamo di rimanere a Palent andando però a recuperare la macchina in modo da partire domani mattina per fare un’escursione nei pressi di Villar.
Scesi dal Buch facciamo colazione scendiamo quindi a Bassura passando per il Ponte Napoleonico. Il sentiero pur essendo bollato benissimo è un po’ in stato di abbandono. Raggiunta la statale nei pressi di Pessa, andiamo a prendere il sentiero a mezza costa che conduce a Paschero e da li scendiamo a Bassura dove ritroviamo la nostra macchina e ritorniamo quindi a Palent dove ammazzeremo il pomeriggio in giro per borgate e andando a visitare il Museo dei Bottai che necessità però di un deciso miglioramento, lasciato così serve a pochissimo.
Altra spettacolare cena allietata dai racconti del vecchio gestore della locanda e memoria della valle.
Così finiscono 4 giorni meravigliosi di trekking in Val Maira, una valle che merita di essere visitata. Si sta puntando molto sul turismo per farla rivivere ma, mi auguro che ciò non tolga quelle che sono le sue caratteristiche migliori, la disponibilità, l’ospitalità e la simpatia della gente.
Dati GPS: Dislivello 5450 m; km 81
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