Ferrata Rino Pisetta, Cima Garzolet
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Das Klettersteig, così la definirebbero i tedeschi. La Pisetta è la madre di tutte le ferrate: quattrocento metri di verticalità ed esposizione, strapiombi, traversi, roccia unta ed appigli artificiali quasi nulli. Un buon biglietto da visita, non c'è che dire! La ferrata corre lungo una vecchia via d'arrampicata che si sviluppa sul versante nord-est della Cima Garzolet o Picol Dain come lo chiamano i locals, una cima che svetta sopra il paesino di Sarche e che vista per la prima volta incute un certo timore. Tre anni fa la ferrata è stata riammodernata, cavo (tirato come una corda di violino) e fittoni sono nuovi di zecca, mentre il percorso è sempre lo stesso senza nessuna variante.
Domenica mattina la sveglia suona alle 4:20, fuori è ancora buio. Recupero lo zaino, mi fiondo in auto e via verso Brescia ad aspettare il socio. Alle 6 ripartiamo in direzione di Trento, la giornata si preannuncia spettacolare dal punto di vista del meteo e la carica è massima. Alle 7:45 arriviamo a Sarche, facciamo colazione, parcheggiamo e via verso l'attacco. Soffia una leggera brezza, la temperatura è perfetta tant'è che andiamo spediti e arriviamo all'attacco dopo soli quaranta minuti. Davanti a noi un ragazzo ci precede, dietro non c'è nessuno. Oggi la saliremo solo in tre.
Parto. Poffarbacco! I primi venti metri sono unti, dritti, verticali. Cerco di trovare degli appigli per i piedi, devo usare le gambe sennò mi brucio subito. Con una leggera mungitura del cavo (senza guaina) arrivo su una cengetta e noto una "via di fuga in caso di ripensamento". Neanche per sogno! Non mi faccio duecento chilometri per mollare!! Poi inizia il divertimento... un bel traversino nel nulla adduce ad un arioso camino da salire con la classica tecnica d'arrampicata, poi è tutto un susseguirsi di placche lisce, strapiombi ed una magnifica fessura lunga otto metri che ti obbliga a cercare le tacchette nella roccia per progredire meglio.
A circa metà della via si può tirare il fiato "riposandosi" su un breve tratto di sentiero che collega la prima alla seconda parte. E poi via di nuovo! Qui si passa sul tratto più spettacolare, una placca liscia di una decina di metri, con una provvidenziale staffa ma talmente verticale che se vista dall'alto dà la sensazione di volare sopra Sarche! Passato questo emozionante tratto arriviamo ad un lungo traverso verso destra, ad una placca , un terrazzino ed infine presso piccola grotta dove firmiamo il libro di vetta. E' finita direte voi... e invece no! Manca ancora un po' per sbucare in cresta e la Pisetta non si smentisce. E vai ancora con venti metri belli verticali, un caminetto obliquo, una cresta a tratti attrezzata e finalmente la panca in legno che indica la fine della ferrata! WOW!!! Il panorama è mozzafiato.
Ci riposiamo scolandoci quello che è rimasto dei due litri di acqua che avevamo portato con noi, contempliamo il panorama, occhi chiusi, sole caldo, svacco totale.
Poi, vista l'ora, scattiamo due foto e giù lungo un ripido sentiero che dapprima punta a nord verso Ranzo, poi piegando a sinistra, aggira la Cima Garzolet per ricongiungersi verso valle con il sentiero percorso in salita. Alle tredici in punto siamo con i piedi sotto il tavolo di un bar dove ci gustiamo un ottimo branzo e una weissbier gelata. Queste si che sono soddisfazioni!!
Alla prossima!
Domenica mattina la sveglia suona alle 4:20, fuori è ancora buio. Recupero lo zaino, mi fiondo in auto e via verso Brescia ad aspettare il socio. Alle 6 ripartiamo in direzione di Trento, la giornata si preannuncia spettacolare dal punto di vista del meteo e la carica è massima. Alle 7:45 arriviamo a Sarche, facciamo colazione, parcheggiamo e via verso l'attacco. Soffia una leggera brezza, la temperatura è perfetta tant'è che andiamo spediti e arriviamo all'attacco dopo soli quaranta minuti. Davanti a noi un ragazzo ci precede, dietro non c'è nessuno. Oggi la saliremo solo in tre.
Parto. Poffarbacco! I primi venti metri sono unti, dritti, verticali. Cerco di trovare degli appigli per i piedi, devo usare le gambe sennò mi brucio subito. Con una leggera mungitura del cavo (senza guaina) arrivo su una cengetta e noto una "via di fuga in caso di ripensamento". Neanche per sogno! Non mi faccio duecento chilometri per mollare!! Poi inizia il divertimento... un bel traversino nel nulla adduce ad un arioso camino da salire con la classica tecnica d'arrampicata, poi è tutto un susseguirsi di placche lisce, strapiombi ed una magnifica fessura lunga otto metri che ti obbliga a cercare le tacchette nella roccia per progredire meglio.
A circa metà della via si può tirare il fiato "riposandosi" su un breve tratto di sentiero che collega la prima alla seconda parte. E poi via di nuovo! Qui si passa sul tratto più spettacolare, una placca liscia di una decina di metri, con una provvidenziale staffa ma talmente verticale che se vista dall'alto dà la sensazione di volare sopra Sarche! Passato questo emozionante tratto arriviamo ad un lungo traverso verso destra, ad una placca , un terrazzino ed infine presso piccola grotta dove firmiamo il libro di vetta. E' finita direte voi... e invece no! Manca ancora un po' per sbucare in cresta e la Pisetta non si smentisce. E vai ancora con venti metri belli verticali, un caminetto obliquo, una cresta a tratti attrezzata e finalmente la panca in legno che indica la fine della ferrata! WOW!!! Il panorama è mozzafiato.
Ci riposiamo scolandoci quello che è rimasto dei due litri di acqua che avevamo portato con noi, contempliamo il panorama, occhi chiusi, sole caldo, svacco totale.
Poi, vista l'ora, scattiamo due foto e giù lungo un ripido sentiero che dapprima punta a nord verso Ranzo, poi piegando a sinistra, aggira la Cima Garzolet per ricongiungersi verso valle con il sentiero percorso in salita. Alle tredici in punto siamo con i piedi sotto il tavolo di un bar dove ci gustiamo un ottimo branzo e una weissbier gelata. Queste si che sono soddisfazioni!!
Alla prossima!
Tourengänger:
Barbacan

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