Rifugio Rivetti - Punta Tre Vescovi (2503 m) - Rifugio Lago della Vecchia
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Ore 4.30, suona la sveglia. In silenzio mi alzo, mi preparo, prendo lo zaino e esco di casa.
Via per una due giorni in montagna, due giorni di solo cammino … da solo.
Mete scelte alla fine solo la sera prima, all’improvviso, o anche con la possibilità di cambiare mentre si va … si va ma dove?. Era un po’ di tempo che ci stavo pensando, due giorni a camminare con mete generiche e poi improvvisare, cercare e scoprire e conoscere.
È il modo di camminare che forse preferisco.
“Dove vai il prossimo week-end? Dove vai domani?”. “Non lo so. In montagna”.
“Ma dove?”. “Non lo so. In montagna”.
Parto, decido che la meta di oggi è la Valle Cervo e la meta di domani è …, si vedrà al termine della giornata. Ore 6.30 circa sono a Piedicavallo, parcheggio la macchina e … niente caffè, il bar è chiuso. Lo prenderemo al rifugio. La meta è la Punta Tre Vescovi e quanto c’è intorno.
La mattina è bella fresca e l’aria fresca non fa sentire la fatica della salita, mi piace salire al rifugio Rivetti e seguire per la Punta Tre Vescovi, è uno dei pochi posti dove da solo 1000 metri di altezza (le strade di campagna non sono ancora andate oltre il paese) si possono raggiungere con un medio dislivello un bel rifugio e relativa cima. L’ho già fatta una volta nel passato e oggi tutto mi sembra come una volta … bello.
Bello il paese ancora addormentato, bella la salita, nel bosco prima per prati dopo, finchè tralasciando tutti i bivi per colli e colletti arrivo in vista del rifugio. Rifugio affacciato che mi guarda ancora da lontano.
Il silenzio della valle è interrotto soltanto dai miei passi, salgo tranquillo, costante, mi fermo solo un attimo all’alpe Lavazey, la cartina segna un sentiero che passando per la mologna piccola dovrebbe arrivare al lago della vecchia. L’avevo notato la sera prima a casa come probabile chiusura dell’escursione. Ok al ritorno si passa di qui.
Riprendo a salire e in poco sono al rifugio. Alessandro è già in cucina a preparare qualcosa per pranzo, un caffè due chiacchere e poi riprendo la salita. E in un attimo sono al colle della mologna grande e poi alla punta tre vescovi. Solo. Difficile descrivere cosa si vede in questi momenti. Non sono solo i panorami.
Decido di scendere per il versante opposto per raggiungere i laghi, non c’è un vero sentiero, i laghi sono lì, basta raggiungerli. Una volta raggiunti i laghi tengo la sinistra e in qualche modo cerco di raggiungere il sentiero che da Rassa porta al colle del Loo.
La giornata è bella, è facile orientarsi.
Raggiunto il colle Loo, breve discesa e poi a sinistra per raggiungere il vicinissimo colle Loozoney che si può raggiungere anche da Riva Valdobbia, breve discesa verso la valle che porta a Niel/Gaby e in un attimo si riprende a salire verso la Mologna Grande.
Discesa veloce verso il rifugio Rivetti e sempre in un attimo sono all’alpe Lavazey, lo scorrere del tempo dice che di tempo ce n’è ancora, quello meteorologico invece dice invece che le nuvole stanno scendendo, piccolo dibattito tra i tempi, ma … oggi le gambe vanno, vogliono andare ancora di più, sono loro che dettano legge, e d’accordo con lo scorrere del tempo si decide che il sentiero per il rifugio Della Vecchia si può provare.
Sentiero? In alcuni tratti bisogna cercarlo, sale? scende? Non sono molti quelli che percorrono questo sentiero penso, ad un certo punto, in una delle poco indicazioni, compare anche il termine “alta via”. Ah beh, allora siamo sulla giusta strada. Quando all’improvviso … ecco la nebbia (te lo avevo detto mi fa il tempo in seconda). Ottimo, la nebbia con la ricerca del sentiero è veramente esplorazione .
Il sale o scende è ancora più difficile, tanto che non mi accorgo di un bivio e … sono al colle della Mologna Piccola, mi sembrava salisse un po’ troppo, volevo stare più basso. Va beh oramai siamo qui.
Si riparte con l’esplorazione, dovrebbe essere solo discesa. Lago Riazzale, colle Bosa e altri colli tutti nella nebbia, visibilità nulla e erba bagnata e scivolosa.
Solo nel cammino, ma non con i pensieri, dialogo con tutti, e all’improvviso incontro l’unica persona di questa mia escursione, con il suo cane. Quattro chiacchere : “da dove arriva? non incontro mai nessuno su questo sentiero”, “Piedicavallo, Rivetti, Tre Vescovi e adesso per il rientro volavo provare il rifugio Lago della Vecchia”, “complimenti è anche il mio giro, sono anni che lo faccio, in un senso o nell’altro e raramente incontro qualcuno”.
Ci sono momenti che fa piacere parlare con qualcuno, scambiare opinioni e ricordi. Questo è uno di quei momenti. Guardo l’orologio, è un po’ tardi. Stretta di mano, saluti e si continua.
Manca poco al rifugio della Vecchia. Breve sosta al rifugio per una fetta di torta preparata da Valeria e giù di passo molto veloce verso Piedicavallo, mi accorgo di essere un po’ in ritardo. La discesa è lunga, interminabile.
Quando arrivo alla macchina è già abbastanza tardi. La meta per il giorno dopo era il … classico giro dei rifugi in alta val Formazza, l’intenzione era di riuscire ad arrivare e dormire al Città di Busto, faccio due conti, potrei essere al rifugio per mezzanotte. Troppo tardi. E come in gioventù … dormirò lungo la strada.
La giornata è stata comunque positiva, non sento la stanchezza, camminando si raccolgono sensazioni e pensieri da custodire e condividere con altri, salendo le montagne si guarda lontano, ci si conosce meglio.
(km? dislivello? Con me solo orologio, bussola e cartina, niente altro. I 2000 metri di dislivello penso comunque di averli superati)
Via per una due giorni in montagna, due giorni di solo cammino … da solo.
Mete scelte alla fine solo la sera prima, all’improvviso, o anche con la possibilità di cambiare mentre si va … si va ma dove?. Era un po’ di tempo che ci stavo pensando, due giorni a camminare con mete generiche e poi improvvisare, cercare e scoprire e conoscere.
È il modo di camminare che forse preferisco.
“Dove vai il prossimo week-end? Dove vai domani?”. “Non lo so. In montagna”.
“Ma dove?”. “Non lo so. In montagna”.
Parto, decido che la meta di oggi è la Valle Cervo e la meta di domani è …, si vedrà al termine della giornata. Ore 6.30 circa sono a Piedicavallo, parcheggio la macchina e … niente caffè, il bar è chiuso. Lo prenderemo al rifugio. La meta è la Punta Tre Vescovi e quanto c’è intorno.
La mattina è bella fresca e l’aria fresca non fa sentire la fatica della salita, mi piace salire al rifugio Rivetti e seguire per la Punta Tre Vescovi, è uno dei pochi posti dove da solo 1000 metri di altezza (le strade di campagna non sono ancora andate oltre il paese) si possono raggiungere con un medio dislivello un bel rifugio e relativa cima. L’ho già fatta una volta nel passato e oggi tutto mi sembra come una volta … bello.
Bello il paese ancora addormentato, bella la salita, nel bosco prima per prati dopo, finchè tralasciando tutti i bivi per colli e colletti arrivo in vista del rifugio. Rifugio affacciato che mi guarda ancora da lontano.
Il silenzio della valle è interrotto soltanto dai miei passi, salgo tranquillo, costante, mi fermo solo un attimo all’alpe Lavazey, la cartina segna un sentiero che passando per la mologna piccola dovrebbe arrivare al lago della vecchia. L’avevo notato la sera prima a casa come probabile chiusura dell’escursione. Ok al ritorno si passa di qui.
Riprendo a salire e in poco sono al rifugio. Alessandro è già in cucina a preparare qualcosa per pranzo, un caffè due chiacchere e poi riprendo la salita. E in un attimo sono al colle della mologna grande e poi alla punta tre vescovi. Solo. Difficile descrivere cosa si vede in questi momenti. Non sono solo i panorami.
Decido di scendere per il versante opposto per raggiungere i laghi, non c’è un vero sentiero, i laghi sono lì, basta raggiungerli. Una volta raggiunti i laghi tengo la sinistra e in qualche modo cerco di raggiungere il sentiero che da Rassa porta al colle del Loo.
La giornata è bella, è facile orientarsi.
Raggiunto il colle Loo, breve discesa e poi a sinistra per raggiungere il vicinissimo colle Loozoney che si può raggiungere anche da Riva Valdobbia, breve discesa verso la valle che porta a Niel/Gaby e in un attimo si riprende a salire verso la Mologna Grande.
Discesa veloce verso il rifugio Rivetti e sempre in un attimo sono all’alpe Lavazey, lo scorrere del tempo dice che di tempo ce n’è ancora, quello meteorologico invece dice invece che le nuvole stanno scendendo, piccolo dibattito tra i tempi, ma … oggi le gambe vanno, vogliono andare ancora di più, sono loro che dettano legge, e d’accordo con lo scorrere del tempo si decide che il sentiero per il rifugio Della Vecchia si può provare.
Sentiero? In alcuni tratti bisogna cercarlo, sale? scende? Non sono molti quelli che percorrono questo sentiero penso, ad un certo punto, in una delle poco indicazioni, compare anche il termine “alta via”. Ah beh, allora siamo sulla giusta strada. Quando all’improvviso … ecco la nebbia (te lo avevo detto mi fa il tempo in seconda). Ottimo, la nebbia con la ricerca del sentiero è veramente esplorazione .
Il sale o scende è ancora più difficile, tanto che non mi accorgo di un bivio e … sono al colle della Mologna Piccola, mi sembrava salisse un po’ troppo, volevo stare più basso. Va beh oramai siamo qui.
Si riparte con l’esplorazione, dovrebbe essere solo discesa. Lago Riazzale, colle Bosa e altri colli tutti nella nebbia, visibilità nulla e erba bagnata e scivolosa.
Solo nel cammino, ma non con i pensieri, dialogo con tutti, e all’improvviso incontro l’unica persona di questa mia escursione, con il suo cane. Quattro chiacchere : “da dove arriva? non incontro mai nessuno su questo sentiero”, “Piedicavallo, Rivetti, Tre Vescovi e adesso per il rientro volavo provare il rifugio Lago della Vecchia”, “complimenti è anche il mio giro, sono anni che lo faccio, in un senso o nell’altro e raramente incontro qualcuno”.
Ci sono momenti che fa piacere parlare con qualcuno, scambiare opinioni e ricordi. Questo è uno di quei momenti. Guardo l’orologio, è un po’ tardi. Stretta di mano, saluti e si continua.
Manca poco al rifugio della Vecchia. Breve sosta al rifugio per una fetta di torta preparata da Valeria e giù di passo molto veloce verso Piedicavallo, mi accorgo di essere un po’ in ritardo. La discesa è lunga, interminabile.
Quando arrivo alla macchina è già abbastanza tardi. La meta per il giorno dopo era il … classico giro dei rifugi in alta val Formazza, l’intenzione era di riuscire ad arrivare e dormire al Città di Busto, faccio due conti, potrei essere al rifugio per mezzanotte. Troppo tardi. E come in gioventù … dormirò lungo la strada.
La giornata è stata comunque positiva, non sento la stanchezza, camminando si raccolgono sensazioni e pensieri da custodire e condividere con altri, salendo le montagne si guarda lontano, ci si conosce meglio.
(km? dislivello? Con me solo orologio, bussola e cartina, niente altro. I 2000 metri di dislivello penso comunque di averli superati)
Tourengänger:
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