Rifugio Buzzoni, Alpe Mota
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Al Buzzoni c'ero già stato lo scorso inverno e l'uscita mi era piaciuta molto; immerso in una grandissimo bosco di betulle e faggi, questo piccolo rifugio a sbalzo sulla montagna è un vero e proprio gioiello tant'è che oggi ho voluto riproporlo all'amico Matteo come meta dell'uscita.
Sabato mattina dopo un'abbondante colazione, aspetto Matteo fuori casa: l'aria è frizzante e nella bassa splende il sole, cosa piuttosto rara visto che la nebbia regna sovrana nelle limpie giornate invernali. Saltiamo in macchina e in un paio d'ore (sigh!) arriviamo ad Introbio dove lasciamo l'auto nel piazzale dei Carabinieri.
Mi guardo in giro, individuo il segnavia 19 ma scelgo di entrare in paese e cercare il 25; l'altro lo farò in discesa. Imbocchiamo una stretta via che ci porta in "periferia", via al Ceppo, indicazioni per Biandino e Rifugio Buzzoni. La mulattiera sale decisa e in poco tempo guadagnamo quota mentre sotto di noi il paese si anima.
Oggi c'è vento, ma il sole si fa sentire ed ha la meglio sulle nostre giacche in goretex che prontamente ci leviamo dopo una mezz'ora di cammino. Percorriamo il sentiero totalmente ricoperto di foglie, con qualche accidenti rivolto ai sassi nascosti sotto questo tappeto naturale. Arrivati alle Baite di Serra iniziamo a trovare la neve e passiamo il torrente sopra un ponte di legno un po' disastrato ma ancora ritto (e meno male!). Proseguiamo salendo nella pineta, passiamo sotto un sacco di alberi abbattuti ed arriviamo alla bocchetta dove sorge il monumentale e centenario faggio del Te.
Quattro foto e ripartiamo. Il sentiero perde un po' di quota e rimane sul fianco sinistro di un grosso zuccotto... qui mi assalgono dei brutti pensieri e penso di aver cannato strada nonostante i segnavia mi dicano l'opposto. Dopo una mezz'ora a rimurginare sul sentiero fatto e sull'ora ormai tarda, scopro che in realtà il rifugio è alla nostra sinistra e ne possiamo già vedere il tetto e la bandieria. Uff!! meno male! il mio senso dell'orientamento stavolta ha fatto cilecca perchè ero convintissimo che gli saremmo arrivati su retro, proprio come si fa quando si arriva da Bobbio.
Poco male. Giungiamo al rifugio, depositiamo gli zaini sulla terrazza ed entriamo per pranzo. Alla fine abbiam impiegato due ore e mezza giuste, proprio come ci indicavano le paline giù a Introbio. E sono le 12:40, perfettamente in orario!
Ci gustiamo dei pizzoccheri eccellenti, un'arrosto con polenta da leccarsi i baffi e l'immancabile torta delle grigne. A pancia piena, verso le 14 riprendiamo il cammino. All' Alpe Te, pieghiamo a sinistra sul sentiero 19 che in poco più di due ore ci riporterà a Introbio. Cambio di vestiti e via a casa!
Alla prossima!
Questa è la classica gita organizzata in fretta e furia. Venerdi alle 22 mi arriva un SMS: "UT! Facciamo qualcosa domani?" - Io sono fermo da tre settimane e non sono in formissima: "Si dai, andiamo su al Buzzoni, partiamo da Introbio. Alle 8:30 da me ok?" "OK!".
Sabato mattina dopo un'abbondante colazione, aspetto Matteo fuori casa: l'aria è frizzante e nella bassa splende il sole, cosa piuttosto rara visto che la nebbia regna sovrana nelle limpie giornate invernali. Saltiamo in macchina e in un paio d'ore (sigh!) arriviamo ad Introbio dove lasciamo l'auto nel piazzale dei Carabinieri.
Mi guardo in giro, individuo il segnavia 19 ma scelgo di entrare in paese e cercare il 25; l'altro lo farò in discesa. Imbocchiamo una stretta via che ci porta in "periferia", via al Ceppo, indicazioni per Biandino e Rifugio Buzzoni. La mulattiera sale decisa e in poco tempo guadagnamo quota mentre sotto di noi il paese si anima.
Oggi c'è vento, ma il sole si fa sentire ed ha la meglio sulle nostre giacche in goretex che prontamente ci leviamo dopo una mezz'ora di cammino. Percorriamo il sentiero totalmente ricoperto di foglie, con qualche accidenti rivolto ai sassi nascosti sotto questo tappeto naturale. Arrivati alle Baite di Serra iniziamo a trovare la neve e passiamo il torrente sopra un ponte di legno un po' disastrato ma ancora ritto (e meno male!). Proseguiamo salendo nella pineta, passiamo sotto un sacco di alberi abbattuti ed arriviamo alla bocchetta dove sorge il monumentale e centenario faggio del Te.
Quattro foto e ripartiamo. Il sentiero perde un po' di quota e rimane sul fianco sinistro di un grosso zuccotto... qui mi assalgono dei brutti pensieri e penso di aver cannato strada nonostante i segnavia mi dicano l'opposto. Dopo una mezz'ora a rimurginare sul sentiero fatto e sull'ora ormai tarda, scopro che in realtà il rifugio è alla nostra sinistra e ne possiamo già vedere il tetto e la bandieria. Uff!! meno male! il mio senso dell'orientamento stavolta ha fatto cilecca perchè ero convintissimo che gli saremmo arrivati su retro, proprio come si fa quando si arriva da Bobbio.
Poco male. Giungiamo al rifugio, depositiamo gli zaini sulla terrazza ed entriamo per pranzo. Alla fine abbiam impiegato due ore e mezza giuste, proprio come ci indicavano le paline giù a Introbio. E sono le 12:40, perfettamente in orario!
Ci gustiamo dei pizzoccheri eccellenti, un'arrosto con polenta da leccarsi i baffi e l'immancabile torta delle grigne. A pancia piena, verso le 14 riprendiamo il cammino. All' Alpe Te, pieghiamo a sinistra sul sentiero 19 che in poco più di due ore ci riporterà a Introbio. Cambio di vestiti e via a casa!
Alla prossima!
Tourengänger:
Barbacan
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