Rifugio Griera - panorami e buon cibo
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E' da troppo tempo che ho in mente di andare al rifugio Griera, probabilmente da quando avevo letto del fatto che avesse cambiato gestione. Sul sito del rifugio poi, la pagina della storia di Serena è ancora in bianco, bisogna proprio andare a farsela raccontare.
Per un motivo o un altro, ho rimandato diverse volte, anche negli ultimi week-end, così quando lunedi vedo le previsioni meteo per la settimana, comincia a frullarmi in testa l'idea di andarci mercoledi, di solito aperto.
Dopo essermi sincerato telefonando, mi prendo un giorno di permesso, visto che ne devo fare parecchi entro fine anno dato che non ce li pagano più e il rischio è di perderli ( regalarli proprio non se ne parla.............), e organizzo l'escursione. Mi ero già documentato su internet e su alcuni siti, così tiro fuori il materiale e mi rinfresco la memoria.
Parto da casa alle 7.45, so che il viaggio è lungo, ma oggi, anche se sono solo, non mi da fastidio, è una di quelle volte che, come dice il grande "Liga" in "Certe Notti"
"la strada non conta e quello che conta è sentire che vai".
Devo farmi tutta la Valsassina, fino in fondo, passando Ballabio, Pasturo, Introbio, Primaluna, Cortenova e Taceno, poi risalire la vallata, Crandola, Margno e Casargo, per stradine sempre più strette e tortuose, fino al piccolo paesino di Pagnona, dove parcheggio comodamente in fondo al paese verso le nove.
Trovo subito i cartelli che indicano la via e che si infilano negli stretti vicoli di questo caratteristico paesino di montagna, c'è un bel sole e si sta bene nonostante il freddo pungente, gente in giro poca, forse diversi abitanti sono scesi per lavoro. Sono così preso dagli scorci pittoreschi che ad un certo punto mi trovo in fondo al paese e nessuna traccia di sentiero, così ritorno e punto verso l'alto, ritrovando la provinciale e l'imbocco del sentiero. Questo sale ripidamente tra le ultime case del paese, regalando scorci molto panoramici sullo stesso e su questa parte dell'alta valle. In pochi minuti di intenso cammino si raggiunge il piccolo nucleo di Subiale, si passa tra le case per stretti vicoli, poi si prosegue su sentiero sempre ripido, arrivando dopo altri venti minuti all'alpe di Bedoledo, anche qui piccole baite ben tenute, ma che sembrano deserte, richiamano alla mente scene di vita rurale e contadina che non siamo più abituati a vedere, mi ricordano un po la mia infanzia e i luoghi d'origine di mia mamma, vicino al pian del Tivano.
Telefono a Serena, la gestrice del rifugio, x prenotare a pranzo, Lei è appena arrivata in rifugio, e sta già lavorando sodo per prepararsi ad accogliere i "temerari" che oggi hanno deciso di sfidare la neve e il freddo pungente. Sono così preso a fotografare, che prendo il sentiero a sx, che percorre per un po praticamente in piano tutto il costone della montagna, regalandomi diversi scorci panoramici, poi entra nel fitto bosco e comincia a salire. Comincia ad aumentare anche la neve, sarà x via dell'ombra, in alcuni punti cominciano ad esserci accumuli rilevanti. Ad un certo punto incrocio la strada militare e capisco di non aver preso la "diretta".........proprio il contrario di quello che volevo fare.
E' una strada lunga e monotona che con ampi tornanti e lunghi traversi risale la valle, in alcuni punti riesco a tagliare nel bosco e ad accorciarla, piu' in alto però comincia ad esserci troppa neve, si affonda fino al ginocchio e oltre, così mi tocca percorrere la sterrata, comunque ora a tratti invasa dagli accumuli. Ci sono 2 escursionisti avanti a me qualche centinaio di metri, li ritroverò poi al rifugio, per il resto non incontro nessuno. Questa parte di percorso è quasi tutta in ombra, non c'è vento ma il freddo si fa sentire, sembra di essere in mezzo al nulla, ci sono anche tratti ghiacciati, e qualche punto dove è necessario stare attenti perchè si passa sul bordo della strada e sotto il pendio ghiacciato scende ripidamente x diverse decine di metri........scivolare è un attimo! Addirittura su una curva, vicino al bivacco Alpe Campo, c'è un enorme accumulo di neve portata dal vento, minacciosamente ghiacciata e strapiombante sul vallone sottostante, la strada sembra essere stata letteralmente inghiottita dalla montagna. Decido di tagliare per il pendio nel bosco, la neve è parecchia, si fatica ma non si scivola. Dopo circa un quarto d'ora di sofferenza, risbuco boccheggiante sulla strada nei pressi dell'alpe Campo, da li pochi minuti facili e arrivo finalmente all'alpe e al rifugio Griera, sono le 11.40. E' situato su un pianoro sui pendii del monte Legnone a mt. 1700 circa, in una posizione panoramica che domina la vallata verso Dervio e il lago, fino a poco fa era in ombra, ora il sole sta cominciando a riscaldarlo. Serena, aiutata da alcuni amici, ha avuto il suo bel da fare a liberarlo dalla neve, ora sta preparando il pranzo, cercando di riscaldare l'interno. In realtà per tutto il pranzo, la stufa non riuscirà a scaldare la sala, troppo il freddo accumulato negli ultimi 3 giorni. Ma la buona compagnia di alcuni simpatici signori di Valmadrera, habituè da queste parti, e le ottime pietanze proposta da Serena, fantasiosa e simpatica ragazza, vera forza della natura a detta di chi la conosce bene, riusciranno a scaldare comunque l'atmosfera conviviale della tavola. Si mangia tutti insieme, come in una famiglia, un ottimo risotto, seguito da una polenta con patate e cipolle veramente ottima, che non avevo mai assaggiato, un mitico tagliere di formaggi con i "falsi mieli", veramente ottimi, che produce proprio Serena. Poi Torta, caffè della Moka, grappe a profusione, insomma...........anche oggi ho mangiato troppo!!!!!!!
Serena oggi è sola in rifugio, per cui ha il suo bel da fare a dar retta a tutti, la sua storia me la farò raccontare un'altra volta. Una buona occasione per tornare.
A tavola faccio anche la piacevole conoscenza di Angelo, simpatico escursionista di Desio accompagnato dal suo vivace ed esuberante cane Nus, ghiotto di polenta. Già pratico della zona, si offre di farmi vedere un punto panoramico, poco sotto il rifugio, che da su una vallata sottostante verso la zona del Delaguaccio, dove a detta di un paesano si vedono spesso branchi di animali, stambecchi e camosci.
Ci andiamo, ed in effetti li vediamo scappare quando ci sentono, ora sono già piuttosto lontani, con il suo binocolo riusciamo a capire che sembrano femmine con i cuccioli. Da queste parti è ancora piuttosto facile, con un po di attenzione, fare di questi incontri; peccato non averli visti più da vicino, non provo nemmeno a fare foto, lo zoom è troppo scarso, poi la batteria con il freddo di oggi è già in crisi.
Insieme iniziamo allora la discesa, percorrendo il sentiero della direttissima, che prima in campo aperto al sole, poi nel piacevole bosco, ci porta in loc. Casniella prima, agli alpeggi di Bedoledo e Subiale poi, ed infine a Pagnona poco dopo le quattro. E' una piacevole discesa, quasi sempre al sole, chiacchieriamo piacevolmente di avventure montane, di vacanze, di storie familiari e di tutto un po, scoprendo che abbiamo parecchie cose in comune, si crea subito una buona intesa.
Giunti al parcheggio, mi propone di andare alla ricerca di un posto a Primaluna dove vendono una deliziosa "trota marinata". Dopo qualche difficoltà, lo troviamo vicino ad un laghetto x la pesca sportivahttp://www.trotavalsassina.it/ , e nonostante oggi sia chiuso (il mercoledì in Valsassina è giorno di riposo) riusciamo a procurarci un paio di vasetti da assaggiare. Veramente ottima !
Tra l'altro scopriamo che vendono anche pesce fresco, trota ovviamente, xchè c'è proprio un vero allevamento. Ottimo motivo x tornarci.
Speriamo anche di riuscire ad organizzare qualche uscita insieme, anche se lui va + in settimana, io più spesso al sabato, non sarà facile, ma non si sa mai.
Ci salutiamo che ormai è buio, e via verso casa.
La giornata è stata molto piacevole, buona la compagnia, ottimo il pranzo, stupendo il meteo, mi piacciono molto anche alcune foto.
Un altra riga spuntata nella lista dei "da fare".
Sono davvero molto soddisfatto.
Alla prossima.
Per un motivo o un altro, ho rimandato diverse volte, anche negli ultimi week-end, così quando lunedi vedo le previsioni meteo per la settimana, comincia a frullarmi in testa l'idea di andarci mercoledi, di solito aperto.
Dopo essermi sincerato telefonando, mi prendo un giorno di permesso, visto che ne devo fare parecchi entro fine anno dato che non ce li pagano più e il rischio è di perderli ( regalarli proprio non se ne parla.............), e organizzo l'escursione. Mi ero già documentato su internet e su alcuni siti, così tiro fuori il materiale e mi rinfresco la memoria.
Parto da casa alle 7.45, so che il viaggio è lungo, ma oggi, anche se sono solo, non mi da fastidio, è una di quelle volte che, come dice il grande "Liga" in "Certe Notti"
"la strada non conta e quello che conta è sentire che vai".
Devo farmi tutta la Valsassina, fino in fondo, passando Ballabio, Pasturo, Introbio, Primaluna, Cortenova e Taceno, poi risalire la vallata, Crandola, Margno e Casargo, per stradine sempre più strette e tortuose, fino al piccolo paesino di Pagnona, dove parcheggio comodamente in fondo al paese verso le nove.
Trovo subito i cartelli che indicano la via e che si infilano negli stretti vicoli di questo caratteristico paesino di montagna, c'è un bel sole e si sta bene nonostante il freddo pungente, gente in giro poca, forse diversi abitanti sono scesi per lavoro. Sono così preso dagli scorci pittoreschi che ad un certo punto mi trovo in fondo al paese e nessuna traccia di sentiero, così ritorno e punto verso l'alto, ritrovando la provinciale e l'imbocco del sentiero. Questo sale ripidamente tra le ultime case del paese, regalando scorci molto panoramici sullo stesso e su questa parte dell'alta valle. In pochi minuti di intenso cammino si raggiunge il piccolo nucleo di Subiale, si passa tra le case per stretti vicoli, poi si prosegue su sentiero sempre ripido, arrivando dopo altri venti minuti all'alpe di Bedoledo, anche qui piccole baite ben tenute, ma che sembrano deserte, richiamano alla mente scene di vita rurale e contadina che non siamo più abituati a vedere, mi ricordano un po la mia infanzia e i luoghi d'origine di mia mamma, vicino al pian del Tivano.
Telefono a Serena, la gestrice del rifugio, x prenotare a pranzo, Lei è appena arrivata in rifugio, e sta già lavorando sodo per prepararsi ad accogliere i "temerari" che oggi hanno deciso di sfidare la neve e il freddo pungente. Sono così preso a fotografare, che prendo il sentiero a sx, che percorre per un po praticamente in piano tutto il costone della montagna, regalandomi diversi scorci panoramici, poi entra nel fitto bosco e comincia a salire. Comincia ad aumentare anche la neve, sarà x via dell'ombra, in alcuni punti cominciano ad esserci accumuli rilevanti. Ad un certo punto incrocio la strada militare e capisco di non aver preso la "diretta".........proprio il contrario di quello che volevo fare.
E' una strada lunga e monotona che con ampi tornanti e lunghi traversi risale la valle, in alcuni punti riesco a tagliare nel bosco e ad accorciarla, piu' in alto però comincia ad esserci troppa neve, si affonda fino al ginocchio e oltre, così mi tocca percorrere la sterrata, comunque ora a tratti invasa dagli accumuli. Ci sono 2 escursionisti avanti a me qualche centinaio di metri, li ritroverò poi al rifugio, per il resto non incontro nessuno. Questa parte di percorso è quasi tutta in ombra, non c'è vento ma il freddo si fa sentire, sembra di essere in mezzo al nulla, ci sono anche tratti ghiacciati, e qualche punto dove è necessario stare attenti perchè si passa sul bordo della strada e sotto il pendio ghiacciato scende ripidamente x diverse decine di metri........scivolare è un attimo! Addirittura su una curva, vicino al bivacco Alpe Campo, c'è un enorme accumulo di neve portata dal vento, minacciosamente ghiacciata e strapiombante sul vallone sottostante, la strada sembra essere stata letteralmente inghiottita dalla montagna. Decido di tagliare per il pendio nel bosco, la neve è parecchia, si fatica ma non si scivola. Dopo circa un quarto d'ora di sofferenza, risbuco boccheggiante sulla strada nei pressi dell'alpe Campo, da li pochi minuti facili e arrivo finalmente all'alpe e al rifugio Griera, sono le 11.40. E' situato su un pianoro sui pendii del monte Legnone a mt. 1700 circa, in una posizione panoramica che domina la vallata verso Dervio e il lago, fino a poco fa era in ombra, ora il sole sta cominciando a riscaldarlo. Serena, aiutata da alcuni amici, ha avuto il suo bel da fare a liberarlo dalla neve, ora sta preparando il pranzo, cercando di riscaldare l'interno. In realtà per tutto il pranzo, la stufa non riuscirà a scaldare la sala, troppo il freddo accumulato negli ultimi 3 giorni. Ma la buona compagnia di alcuni simpatici signori di Valmadrera, habituè da queste parti, e le ottime pietanze proposta da Serena, fantasiosa e simpatica ragazza, vera forza della natura a detta di chi la conosce bene, riusciranno a scaldare comunque l'atmosfera conviviale della tavola. Si mangia tutti insieme, come in una famiglia, un ottimo risotto, seguito da una polenta con patate e cipolle veramente ottima, che non avevo mai assaggiato, un mitico tagliere di formaggi con i "falsi mieli", veramente ottimi, che produce proprio Serena. Poi Torta, caffè della Moka, grappe a profusione, insomma...........anche oggi ho mangiato troppo!!!!!!!
Serena oggi è sola in rifugio, per cui ha il suo bel da fare a dar retta a tutti, la sua storia me la farò raccontare un'altra volta. Una buona occasione per tornare.
A tavola faccio anche la piacevole conoscenza di Angelo, simpatico escursionista di Desio accompagnato dal suo vivace ed esuberante cane Nus, ghiotto di polenta. Già pratico della zona, si offre di farmi vedere un punto panoramico, poco sotto il rifugio, che da su una vallata sottostante verso la zona del Delaguaccio, dove a detta di un paesano si vedono spesso branchi di animali, stambecchi e camosci.
Ci andiamo, ed in effetti li vediamo scappare quando ci sentono, ora sono già piuttosto lontani, con il suo binocolo riusciamo a capire che sembrano femmine con i cuccioli. Da queste parti è ancora piuttosto facile, con un po di attenzione, fare di questi incontri; peccato non averli visti più da vicino, non provo nemmeno a fare foto, lo zoom è troppo scarso, poi la batteria con il freddo di oggi è già in crisi.
Insieme iniziamo allora la discesa, percorrendo il sentiero della direttissima, che prima in campo aperto al sole, poi nel piacevole bosco, ci porta in loc. Casniella prima, agli alpeggi di Bedoledo e Subiale poi, ed infine a Pagnona poco dopo le quattro. E' una piacevole discesa, quasi sempre al sole, chiacchieriamo piacevolmente di avventure montane, di vacanze, di storie familiari e di tutto un po, scoprendo che abbiamo parecchie cose in comune, si crea subito una buona intesa.
Giunti al parcheggio, mi propone di andare alla ricerca di un posto a Primaluna dove vendono una deliziosa "trota marinata". Dopo qualche difficoltà, lo troviamo vicino ad un laghetto x la pesca sportivahttp://www.trotavalsassina.it/ , e nonostante oggi sia chiuso (il mercoledì in Valsassina è giorno di riposo) riusciamo a procurarci un paio di vasetti da assaggiare. Veramente ottima !
Tra l'altro scopriamo che vendono anche pesce fresco, trota ovviamente, xchè c'è proprio un vero allevamento. Ottimo motivo x tornarci.
Speriamo anche di riuscire ad organizzare qualche uscita insieme, anche se lui va + in settimana, io più spesso al sabato, non sarà facile, ma non si sa mai.
Ci salutiamo che ormai è buio, e via verso casa.
La giornata è stata molto piacevole, buona la compagnia, ottimo il pranzo, stupendo il meteo, mi piacciono molto anche alcune foto.
Un altra riga spuntata nella lista dei "da fare".
Sono davvero molto soddisfatto.
Alla prossima.
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