Rocca dell'Erxo (898 m), Tardie (928 m e 878 m) e Monte Reixa (1183 m) da Curlo (Arenzano)
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Saltato l'incontro con altri Hikers a causa del tempo molto incerto, viste le previsione ottime per la Liguria ripiego sulla sempre bella zona del Parco del Beigua.
Le Tardie mi avevano attirato già alcuni anni fa, osservandole dalla cresta Reixa-Argentea, per la loro posizione quasi a picco sul mare.
Si tratta di un piccolo massiccio che fa parte del gruppo del Beigua, ma si trova staccato dalla catena principale, frapponendosi tra essa ed il mare, dietro all'abitato di Arenzano.
Riesco a coinvolgere anche mio fratello
Ricc e, all'ultimissimo istante, mia madre
laura1961.
Ci troviamo con Laura dopo il casello di Arenzano e insieme saliamo all'area picnic in località Curlo, punto di partenza e di arrivo della nostra escursione odierna.
Imbocchiamo il largo sentiero che si stacca a sinistra della strada, ben indicato da due pallini rossi.
Poco dopo sbuchiamo sulla sterrata (la prosecuzione della strada asfaltata fatta in auto), che seguiamo per qualche minuto fino ad un successivo bivio, dove si stacca sulla destra il sentiero.
Dopo pochi passi giungiamo ad un altro bivio, dove abbandoniamo i due pallini rossi (da cui sbucheremo al ritorno) e svoltiamo invece a destra seguendo il sentiero marcato da una grossa A rossa e bianca.
Con un tratto di salita nella rada pineta ed un breve traverso, raggiungiamo il bel riparo Scarpeggin (0 h 40), purtroppo chiuso, dove si trova anche una delle due fonti incontrate sul percorso.
Scattate diverse foto al superbo panorama, proseguiamo, sempre in leggera salita, e raggiungiamo un ennesimo bivio, in cui abbandoniamo il sentiero con la A, che si tiene basso a destra e seguiamo invece quello con la V bianca, che sale sulla sinistra e si ricongiunge in breve con i due pallini rossi abbandonati in precedenza.
Salendo tra prati e roccette, con stupendo panorama sul mare, raggiungiamo quindi il Passo della Gavetta (1 h 10), dove abbandoniamo il sentiero principale e seguiamo la ben marcata traccia (tre pallini rossi), che ci porta alla prima vetta di giornata, la Rocca dell'Erxo (1 h 35), sulla cui cima sorge un altro piccolo riparo, chiamato Ai Belli Venti.
Firmiamo il libro che si trova all'interno della minuscola costruzione e ci fermiamo per una breve sosta ristoratrice, quindi seguendo il facile crinale in pochi minuti raggiungiamo la seconda cima di giornata, la più alta e significativa del piccolo massiccio, ovvero il Monte Tardia di Ponente (1 h 45).
Da qui perdiamo qualche decina di metri di quota e raggiungiamo il Passo Tardia, quindi, abbandonato il sentiero, percorriamo il largo crinale pianeggiante e in un attimo siamo sulla piatta cima del Monte Tardia di Levante (2 h 00).
Più che una vera cima, come anche la precedente Rocca dell'Erxo, non è altro che una spalla del Tardia di Ponente.
Il panorama comunque è sempre eccellente, quindi decidiamo di fermarci qui per il picnic, approfittando dei tanti massi su cui si può sedere comodamente.
Un pò infreddoliti del gelido venticello che arriva dal mare, riprendiamo quindi il cammino e torniamo al Passo Tardia. Da qui seguiamo la bella mulattiera che scende a destra, ed in breve raggiungiamo il Passo della Gava (2 h 20), importante crocevia di sentieri della zona.
Visto che è presto e il tempo sembra tenere bene, io e
laura1961 decidiamo di salire anche il Reixa, mentre
Ricc non ne vuole sapere e decide di tornare alla macchina.
La salita, abbastanza ripida e tutta al sole, non lascia molti punti di respiro, se non un brevissimo tratto pianeggiante dopo il Passo del Saiardo. Per fortuna a metà salita circa si incontra una fresca fonte che permette di dissetarsi e fare scorta d'acqua.
Il sentiero è sempre ben evidente ed ottimamente indicato dalle X rosse.
Dopo aver faticato molto nelle prime ore della giornata, ora salgo invece di buon ritmo e in tre quarti d'ora circa raggiungo la vetta del Monte Reixa (3 h 05), dove lo sguardo si apre anche sulla Val Padana, mentre le Alpi purtroppo sono nascoste da foschia e nuvole.
Arrivata anche Laura in vetta ci concediamo una brevissima sosta, quindi ripartiamo per non far aspettare troppo Ricc.
Il tempo nel frattempo sta repentinamente cambiando, l'azzurro ormai è ridotto ad alcuni sprazzi, coperto da grosse velature che vanno via via intensificandosi. Faremo giusto in tempo a scendere per vedere tutto il crinale dal Reixa all'Argentea coperto da minacciosi nuvoloni neri.
La discesa al Passo della Gava (3 h 50) avviene per lo stesso percorso dell'andata e si rivela una bella tortura per piedi e ginocchia.
Arrivati al passo seguiamo la sterrata fino al primo tornante, dove anzichè svoltare a destra lungo la stradina, continuiamo dritti seguendo il sentiero coi due bolli rossi.
In pochi minuti di percorso pianeggiante raggiungiamo il Passo della Gavetta (4 h 10), e ci ricongiungiamo per un breve tratto al sentiero dell'andata.
Quindi, prestando attenzione ai segnavia, prendiamo a destra la traccia coi due bolli rossi, più diretta rispetto al percorso di andata.
In breve incrociamo di nuovo la sterrata che scende dal Passo della Gava, tagliamo diversi tornanti grazie al sentiero e ci ricongiungiamo definitivamente con il percorso dell'andata nei pressi del bivio dove stamane avevamo svoltato a destra seguendo la A rossa.
In pochi minuti di sterrata rientriamo quindi alla macchina (5 h 00), dove Ricc ci aspetta dopo oltre un'ora di attesa!
Segnalo l'ottimo stato dei sentieri e dei segnavia, molto frequenti e ben visibili. Come spesso capita in Italia, le paline segnavia scarseggiano, ma avendo presente quali segnavia bisogna seguire (sono tutti riportati sulle carte del Parco) è impossibile sbagliare.
Le Tardie mi avevano attirato già alcuni anni fa, osservandole dalla cresta Reixa-Argentea, per la loro posizione quasi a picco sul mare.
Si tratta di un piccolo massiccio che fa parte del gruppo del Beigua, ma si trova staccato dalla catena principale, frapponendosi tra essa ed il mare, dietro all'abitato di Arenzano.
Riesco a coinvolgere anche mio fratello


Ci troviamo con Laura dopo il casello di Arenzano e insieme saliamo all'area picnic in località Curlo, punto di partenza e di arrivo della nostra escursione odierna.
Imbocchiamo il largo sentiero che si stacca a sinistra della strada, ben indicato da due pallini rossi.
Poco dopo sbuchiamo sulla sterrata (la prosecuzione della strada asfaltata fatta in auto), che seguiamo per qualche minuto fino ad un successivo bivio, dove si stacca sulla destra il sentiero.
Dopo pochi passi giungiamo ad un altro bivio, dove abbandoniamo i due pallini rossi (da cui sbucheremo al ritorno) e svoltiamo invece a destra seguendo il sentiero marcato da una grossa A rossa e bianca.
Con un tratto di salita nella rada pineta ed un breve traverso, raggiungiamo il bel riparo Scarpeggin (0 h 40), purtroppo chiuso, dove si trova anche una delle due fonti incontrate sul percorso.
Scattate diverse foto al superbo panorama, proseguiamo, sempre in leggera salita, e raggiungiamo un ennesimo bivio, in cui abbandoniamo il sentiero con la A, che si tiene basso a destra e seguiamo invece quello con la V bianca, che sale sulla sinistra e si ricongiunge in breve con i due pallini rossi abbandonati in precedenza.
Salendo tra prati e roccette, con stupendo panorama sul mare, raggiungiamo quindi il Passo della Gavetta (1 h 10), dove abbandoniamo il sentiero principale e seguiamo la ben marcata traccia (tre pallini rossi), che ci porta alla prima vetta di giornata, la Rocca dell'Erxo (1 h 35), sulla cui cima sorge un altro piccolo riparo, chiamato Ai Belli Venti.
Firmiamo il libro che si trova all'interno della minuscola costruzione e ci fermiamo per una breve sosta ristoratrice, quindi seguendo il facile crinale in pochi minuti raggiungiamo la seconda cima di giornata, la più alta e significativa del piccolo massiccio, ovvero il Monte Tardia di Ponente (1 h 45).
Da qui perdiamo qualche decina di metri di quota e raggiungiamo il Passo Tardia, quindi, abbandonato il sentiero, percorriamo il largo crinale pianeggiante e in un attimo siamo sulla piatta cima del Monte Tardia di Levante (2 h 00).
Più che una vera cima, come anche la precedente Rocca dell'Erxo, non è altro che una spalla del Tardia di Ponente.
Il panorama comunque è sempre eccellente, quindi decidiamo di fermarci qui per il picnic, approfittando dei tanti massi su cui si può sedere comodamente.
Un pò infreddoliti del gelido venticello che arriva dal mare, riprendiamo quindi il cammino e torniamo al Passo Tardia. Da qui seguiamo la bella mulattiera che scende a destra, ed in breve raggiungiamo il Passo della Gava (2 h 20), importante crocevia di sentieri della zona.
Visto che è presto e il tempo sembra tenere bene, io e


La salita, abbastanza ripida e tutta al sole, non lascia molti punti di respiro, se non un brevissimo tratto pianeggiante dopo il Passo del Saiardo. Per fortuna a metà salita circa si incontra una fresca fonte che permette di dissetarsi e fare scorta d'acqua.
Il sentiero è sempre ben evidente ed ottimamente indicato dalle X rosse.
Dopo aver faticato molto nelle prime ore della giornata, ora salgo invece di buon ritmo e in tre quarti d'ora circa raggiungo la vetta del Monte Reixa (3 h 05), dove lo sguardo si apre anche sulla Val Padana, mentre le Alpi purtroppo sono nascoste da foschia e nuvole.
Arrivata anche Laura in vetta ci concediamo una brevissima sosta, quindi ripartiamo per non far aspettare troppo Ricc.
Il tempo nel frattempo sta repentinamente cambiando, l'azzurro ormai è ridotto ad alcuni sprazzi, coperto da grosse velature che vanno via via intensificandosi. Faremo giusto in tempo a scendere per vedere tutto il crinale dal Reixa all'Argentea coperto da minacciosi nuvoloni neri.
La discesa al Passo della Gava (3 h 50) avviene per lo stesso percorso dell'andata e si rivela una bella tortura per piedi e ginocchia.
Arrivati al passo seguiamo la sterrata fino al primo tornante, dove anzichè svoltare a destra lungo la stradina, continuiamo dritti seguendo il sentiero coi due bolli rossi.
In pochi minuti di percorso pianeggiante raggiungiamo il Passo della Gavetta (4 h 10), e ci ricongiungiamo per un breve tratto al sentiero dell'andata.
Quindi, prestando attenzione ai segnavia, prendiamo a destra la traccia coi due bolli rossi, più diretta rispetto al percorso di andata.
In breve incrociamo di nuovo la sterrata che scende dal Passo della Gava, tagliamo diversi tornanti grazie al sentiero e ci ricongiungiamo definitivamente con il percorso dell'andata nei pressi del bivio dove stamane avevamo svoltato a destra seguendo la A rossa.
In pochi minuti di sterrata rientriamo quindi alla macchina (5 h 00), dove Ricc ci aspetta dopo oltre un'ora di attesa!
Segnalo l'ottimo stato dei sentieri e dei segnavia, molto frequenti e ben visibili. Come spesso capita in Italia, le paline segnavia scarseggiano, ma avendo presente quali segnavia bisogna seguire (sono tutti riportati sulle carte del Parco) è impossibile sbagliare.
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