Torrone di Garzora (3017 m)
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tapio: Ultimo giorno d’estate, con ciolly pregustiamo la stagione che verrà assaggiando un po’ di torrone…
Come magistralmente evidenziato dal Brenna, questa bella piramide prende il nome dall’alpe ticinese sottostante, che a sua volta ancora sulla CNS del 1961 figurava nella sua dictio “etimologicamente più intuibile” di “Gar Zora” (in opposizione a Gar Zott): infatti una sta sopra e l’altra sta sotto…
Il Torrone mi si era negato l’anno scorso per motivi meteorologici: avevo dovuto ripiegare sul Torno in attesa di un acquazzone mai arrivato…
Inoltre su di esso gravava per me una sorta di maledizione: le due precedenti volte che avevo deciso di andarci erano state precedute, rispettivamente, da un colpo della strega - l’anno scorso - e da una ferita accidentale al polso un mesetto fa, accadimenti, entrambi, che avevano bloccato le mie immediate velleità. In un colpo solo annullo ora la cabala (“non c’è il due senza il tre”…) e festeggio degnamente il compleanno in buona compagnia, archiviando questa montagna che sembrava stregata per me (nel senso del passaggio dalle intenzioni alla ipotetica realizzazione pratica…)
Orbene, veniamo ai fatti: dal Lago del Luzzone (Larecc) raggiungiamo Gar-zott (Garzott o Alpe Garzotto) e da lì, abbandonato il sentiero che si dirige alla Capanna Michela, saliamo su buona traccia (ma non segnata) verso Garzora, all’imbocco della Valle di Garzora. Arriviamo poi sull’altipiano di Dolee con mossa aggirante e, golosi come due faine, saliamo diretti nel canale in direzione della cresta NW, placcatissima, del Torrone di Garzora.
Il Brenna dice di raggiungere il laghetto di quota 2607 in località Casgiòi, ma ormai, anche dopo aver traversato verso Est, siamo già più in alto. Ci tocca attraversare alcuni nevai: nessuna difficoltà (sono portanti), se non che allo sbocco dell’ultimo, alcune lingue di ghiaccio vivo, nonché una pendenza non irrisoria, ci (mi) fanno procedere con la massima circospezione (i ramponi sono nello zaino…).
Anche il successivo step propugnato dal Brenna (la sella 2868) lo manchiamo, ma solo perché avrebbe comportato un allungamento del tragitto probabilmente evitabile, come poi i fatti hanno confermato. Saliamo invece su una pietraia fredda, ombrosa e ghiacciata entrando poi in un canale che, percorso in altra stagione avrebbe scatenato il mio plauso, ma ora… Tutto va ponderato con attenzione, perché il ghiaccio non manca, e la neve stessa è talvolta ghiacciata. Fortunatamente gli appigli ci sono, e quindi… su per il canale, fino all’arrivo in cresta, dove veniamo raggiunti dal primo raggio di sole della giornata, che ci colpisce dal versante grigionese.
La cresta NNE è pur sempre innevata e a tratti ghiacciata (sono rari i passaggi oltre i confini cantonali, dove il sole splende), ma permette, nonostante “la roccia a tratti scistosa e friabile” (Brenna), una buona progressione, che culmina davanti alla croce di vetta del Torrone di Garzora. Vorremmo dire “è fatta”, ma, oltre a gustarci il panorama, studiamo il da farsi per il ritorno: la cresta appena percorsa non è molto invitante (almeno nelle odierne condizioni); quella opposta, la SSW, è valutata PD dal Brenna (contro il PD- della cresta NNE), ma almeno è baciata dal sole. Di comune accordo propendiamo per la SSW, anche se non l’abbiamo percorsa in salita: “la placca ed il ripido pendio erboso con roccette instabili” (Brenna) si rivelano poi meno impegnativi del previsto (seppur esposti, soprattutto il pendio) e ben presto siamo alla base della piramide sommitale, fuori dalle difficoltà più evidenti.
Non resta che percorrere il canalone W del Torrone di Garzora e, dove i salti di roccia lo permettono, piegare verso ESE in direzione del P.2450, l’idilliaco altopiano a Est del Torno.
Qui facciamo pranzo, dopo una lunga discesa su pietrame malfermo, e decidiamo poi di salire (risalire nel mio caso) anche il Torno, perché sul Torrone le circostanze ci hanno indotto a posticipare il brindisi di vetta.
Raggiungiamo il Torno dalla sua cresta SW, percorriamo tutta la cresta sommitale con le sue tre cime (brindando come ventilato) (e maledicendo la perdita fortuita delle batterie della mia fotocamera, meno male che la parte “corposa” della gita ho fatto in tempo a documentarla…) e poi scendiamo dalla parte opposta, sempre in cresta (la SE, una novità anche per me).
Ci infiliamo poi nella valle (moderatamente ripida ed erbosa) a S del Laghetto di quota 2186 e più in basso intercettiamo il sentiero (non segnato sulle carte) che valicando il Ri del Torno porta all’Alpe Scaradra di Sotto. Qui seguiamo il sentiero ufficiale che scende dal Passo Soreda ed in breve raggiungiamo l’auto, lasciata tatticamente a Larecc, proprio allo sbocco del sentiero di cui sopra.
Il Torrone di Garzora non è stato certo un cioccolatino (dovessi rifarlo dagli stessi versanti opterei per una stagione meno inoltrata, in modo da evitare ghiaccio e neve), ma sempre nel campo dei dolciumi rimaniamo… Per restare in tema, consigliatissima è la visuale dalla vetta verso il Lago del Luzzone, la classica ciliegina sulla torta di una stupenda giornata…
Come potevo resistere alla proposta di tapio… Il Torrone di Garzora!
Già sentito nominare in precedenza ma non abbastanza da riuscire a localizzarlo mentalmente… mi tocca spulciare le vecchie relazioni di Hikr per rendermi conto della bella slanciata ed elegante cima che andremo a raggiungere (almeno provarci).
Il Luzzone, la Greina, il Terri e l’Adula e… La zona per me è totalmente nuova, magnifica ma ahimè un po’ troppo lontana per le mie uscite escursionistiche del fine settimana.
Comunque alcune belle possibilità (specialmente Skialp) le ho subito inquadrate e magari in futuro un'altra capatina al Luzzone ci può anche stare…
Per quanto riguarda il percorso del “Torrone” ho poco da aggiungere a quello già segnalato da tapio;
La cresta S, se pur più breve, è più ripida ed esposta che quella N e un PD ci può anche stare (qualche passaggio “FACILE” su placca ben appigliata), mentre per la cresta N le difficoltà sono minime: passaggi evidenti con gradini, prese e roccette affioranti e pendenza ed esposizione mai eccessive (c’è la neve ma non servono i ramponi).
Si passa bene anche con la neve (poca) e se le condizioni restano tali, si può ancora tranquillamente recarsi nella zona del Luzzone per provare questo o altri splendidi itinerari.
Auguri Fabio… Buon Compleanno!
“…magari le pile ricaricabili come regalo?”
Tempi:
Larecc – Torrone di Garzora: 5 ore
Torrone di Garzora – Torno - Larecc: 3 ore
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