Basòdino (3.272m) da Riale
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Dopo quasi un mese di assenza da escursioni impegnative, tra tendinite rotulea, stanchezza e forse troppi km in bici, propongo ad Andrea una bella alpinistica per concludere la stagione estiva: il Basòdino.
Nel frattempo sappiamo che Igor verrà a Riale a tentare il Kastelhorn, quindi la strada iniziale sarà la stessa.
Raggiunto Riale Q1731, posto al termine della lunghissima Val Formazza, ci prepariamo in fretta vista la tarda ora (8.30..!!). Al parcheggio incrocio un altro hikriano: Poncione (ci siamo già incontrati mentre corricchiavamo qualche settimana prima sulla Lema-Tamaro). Lui sta aspettando Igor per salire al Kastelhorn, ma a quanto pare ci sono dei ritardi. La nostra meta è lontana quindi partiamo da soli in direzione Alpe Toggia e Rif. MariaLuisa. E’ possibile accorciare notevolmente la distanza lungo il sentiero che taglia la strada sterrata, incrociandola più volte e fondendosi ad essa a Q2100 circa.
A tale quota, un evidente bivio ci fa salire verso SudEst per raggiungere il Lago Castel Q2216 (in realtà ci passeremo 100m più a nord) fino a raggiungere l’Alpe Castel a Q2242 e senza nome sulla CN. Imbocchiamo ora un sentiero in via d’estinzione (non segnato) che ci porta alla base del canalone per la Kastellucke. La salita per l’ampio canale è impegnativa in quanto il terreno è molto friabile e la pendenza notevole. La traccia è ben visibile e delimitata da ometti; tenersi comunque sulla sinistra del canale (destra orografica). Raggiunto un nevaio/ghiacciaio a Q2600 proviamo ad aggirarlo sulla destra ma la sua forma ci obbliga a calzare i ramponi per attraversarne l’ultimo ripido tratto. Con qualche facile passaggio di I grado su roccia infine sbuchiamo sulla Kastellucke Q2714. Il paesaggio si estende sulle più alte cime della Val Maggia/Bavona/Lavizzara e della Verzasca.
Senza scendere troppo, tenersi sulla destra il più possibile (vari ometti presenti) e seguire la traccia che aggirerà il costone W della P.2944 e permetterà di scendere sul ghiacciaio perdendo circa 40-50m di dislivello. Qui ci leghiamo e rimettiamo i ramponi, sfoderiamo la picca e iniziamo il lungo pellegrinaggio.
Personalmente è la prima volta che affronto un vero ghiacciaio vivo e non un semplice nevaio. Ammetto che alla vista dei vari crepacci (mai affrontati) qualcosa mi diceva di tornare indietro. Ma alla fine abbiamo visto che effettivamente difficoltà particolari non ce ne sono state (e non c’è ancora stata una nevicata cosi copiosa da nasconderli).
Salendo ulteriormente ci rendiamo conto che nei giorni scorsi ha nevicato sopra i 2800/2900m in quanto era presente una buona quantità di neve fresca sopra il ghiaccio (10/20cm) e le pareti (non Sud) delle montagne sopra i 3000m sono effettivamente bianche. Altra preoccupazione dunque è stato vedere la north face del Cavergno cosi bianca (inizialmente l’abbiamo confuso per il Basòdino..eeeeeesssee ne mancava ancora....).
Aggirato il costone NE del Cavergno (bella rampa ghiacciata e poi misto) finalmente riusciamo ad ammirare la cima del Basòdino. Siamo sul ghiacciaio del Basòdino, decisamente con pendenze più docili e dall’aspetto più a “panettone” sulla val Bavona. Incontriamo delle tracce, probabilmente giunte dalla Bavona. Raggiunta la base del Basòdino osserviamo tre persone che stanno salendo (dalla base) verso WNW per ingaggiare la cresta N. Al momento non sapevo se fosse stato meglio seguirli oppure, come avevamo programmato, salire per la cresta Est. Sta di fatto che entrambe le vie erano abbastanza spruzzate di neve fresca.
Le foto della cresta Est mi ispiravano tranquillità e cosi manteniamo l’idea iniziale. Affrontiamo la cresta da slegati e con i ramponi ai piedi perché in alcuni tratti la neve si comporta da bell'avversario. La camminata di misto non è il nostro forte, all'apparenza sembriamo due antilopi appena nate che imitano Celentano. Poi decidiamo di legarci. In alcuni punti c’è esposizione, mai troppa (anche perché la cresta è abbastanza larga) e decidiamo di proseguire in conserva facendo qualche sicura con fettucce ove necessario.La difficoltà dovrebbe essere PD, ma in queste condizioni non saprei proprio…
Con non poche difficoltà raggiungiamo la cima del Basòdino Q3272! Grande soddisfazione e stanchezza (quasi 6h da Riale, sono le 14.30!). Probabilmente la più bella escursione pseudo alpinistica mai fatta (scavalca anche l’ormai ex-preferito Piz Gallina!!). Inutile descrivere l’infinità del panorama e dei massicci presenti, primo su tutti lo svettante Finsteraarhorn. Purtroppo gli altri 3 alpinisti sono già scesi.
Dopo una breve rifocillata ci apprestiamo a scendere. Andrea preferirebbe passare dalla cresta Nord (dove sono passati i 3 tizi) sperando che la via presenti meno difficoltà della cresta Est. Non è stato proprio cosi.. anche seguendo le tracce pestate sulla neve abbiamo dovuto deviare più volte per evitare passaggi particolarmente esposti sul versante W. Cosi per la prima volta ho preferito montare l’aguzza cresta anche nei tratti più affilati, pur di evitare quelle inquietanti cengette nevose calpestate dagli intrepidi escursionisti (slegati..brrr!!!). La cresta N se non erro è di grado PD anch'essa (bibliografia: Valle Formazza di Luciano Rainoldi - 1980).
Raggiunto il punto in cui è possibile scendere verso Est ci buttiamo a capofitto sulle tracce ben pestate ormai risollevati dall’aver passato il peggio. Sempre legati, di buon passo riscendiamo tutto il ghiacciaio e risaliamo alla Kastellucke dove, alle h 17 ci fermiamo un po’ per una birra tanto ormai è solo discesa facile. Erroneamente (sperando di tagliare) passiamo dalla Diga del Lago Toggia e subito dopo dal Rif. Maria Luisa. Con i piedi a pezzi per gli scarponi pesantissimi arriviamo alla macchina alle 19.15, ormai è quasi buio.
Un’uscita bellissima, completa, varia e mai noisa. C’è tutto, dal sentiero al canalone, dal ghiacciaio alla cresta rocciosa. Le difficoltà non vanno sottovalutate, probabilmente la cresta asciutta sarebbe stata più tranquilla ma in questo caso ci ha dato del filo da torcere. Molto lunga l’escursione, valutare tra le 10/11h complessive.
il file GPS è incompleto in quanto si è scaricata la batteria proprio sulla cresta E. Sulla vetta ho deciso di salvare la traccia e spegnerla. Non è dunque presente la traccia per la discesa dalla cresta N.
TEMPISTICHE:
Riale – Kastellucke: 2h30’
Kastellucke- attacco cresta E del basòdino: 2h15’
Attacco cresta E – Vetta Basòdino: 50’(con le condizioni di oggi)
Vetta Basodino – Base del Basòdino per cresta N: 50’ (con le condizioni di oggi)
Base del Basòdino – Kastellucke: 1h
Kastellucke – Riale: 2h (giro largo Diga Toggia)
Nel frattempo sappiamo che Igor verrà a Riale a tentare il Kastelhorn, quindi la strada iniziale sarà la stessa.
Raggiunto Riale Q1731, posto al termine della lunghissima Val Formazza, ci prepariamo in fretta vista la tarda ora (8.30..!!). Al parcheggio incrocio un altro hikriano: Poncione (ci siamo già incontrati mentre corricchiavamo qualche settimana prima sulla Lema-Tamaro). Lui sta aspettando Igor per salire al Kastelhorn, ma a quanto pare ci sono dei ritardi. La nostra meta è lontana quindi partiamo da soli in direzione Alpe Toggia e Rif. MariaLuisa. E’ possibile accorciare notevolmente la distanza lungo il sentiero che taglia la strada sterrata, incrociandola più volte e fondendosi ad essa a Q2100 circa.
A tale quota, un evidente bivio ci fa salire verso SudEst per raggiungere il Lago Castel Q2216 (in realtà ci passeremo 100m più a nord) fino a raggiungere l’Alpe Castel a Q2242 e senza nome sulla CN. Imbocchiamo ora un sentiero in via d’estinzione (non segnato) che ci porta alla base del canalone per la Kastellucke. La salita per l’ampio canale è impegnativa in quanto il terreno è molto friabile e la pendenza notevole. La traccia è ben visibile e delimitata da ometti; tenersi comunque sulla sinistra del canale (destra orografica). Raggiunto un nevaio/ghiacciaio a Q2600 proviamo ad aggirarlo sulla destra ma la sua forma ci obbliga a calzare i ramponi per attraversarne l’ultimo ripido tratto. Con qualche facile passaggio di I grado su roccia infine sbuchiamo sulla Kastellucke Q2714. Il paesaggio si estende sulle più alte cime della Val Maggia/Bavona/Lavizzara e della Verzasca.
Senza scendere troppo, tenersi sulla destra il più possibile (vari ometti presenti) e seguire la traccia che aggirerà il costone W della P.2944 e permetterà di scendere sul ghiacciaio perdendo circa 40-50m di dislivello. Qui ci leghiamo e rimettiamo i ramponi, sfoderiamo la picca e iniziamo il lungo pellegrinaggio.
Personalmente è la prima volta che affronto un vero ghiacciaio vivo e non un semplice nevaio. Ammetto che alla vista dei vari crepacci (mai affrontati) qualcosa mi diceva di tornare indietro. Ma alla fine abbiamo visto che effettivamente difficoltà particolari non ce ne sono state (e non c’è ancora stata una nevicata cosi copiosa da nasconderli).
Salendo ulteriormente ci rendiamo conto che nei giorni scorsi ha nevicato sopra i 2800/2900m in quanto era presente una buona quantità di neve fresca sopra il ghiaccio (10/20cm) e le pareti (non Sud) delle montagne sopra i 3000m sono effettivamente bianche. Altra preoccupazione dunque è stato vedere la north face del Cavergno cosi bianca (inizialmente l’abbiamo confuso per il Basòdino..eeeeeesssee ne mancava ancora....).
Aggirato il costone NE del Cavergno (bella rampa ghiacciata e poi misto) finalmente riusciamo ad ammirare la cima del Basòdino. Siamo sul ghiacciaio del Basòdino, decisamente con pendenze più docili e dall’aspetto più a “panettone” sulla val Bavona. Incontriamo delle tracce, probabilmente giunte dalla Bavona. Raggiunta la base del Basòdino osserviamo tre persone che stanno salendo (dalla base) verso WNW per ingaggiare la cresta N. Al momento non sapevo se fosse stato meglio seguirli oppure, come avevamo programmato, salire per la cresta Est. Sta di fatto che entrambe le vie erano abbastanza spruzzate di neve fresca.
Le foto della cresta Est mi ispiravano tranquillità e cosi manteniamo l’idea iniziale. Affrontiamo la cresta da slegati e con i ramponi ai piedi perché in alcuni tratti la neve si comporta da bell'avversario. La camminata di misto non è il nostro forte, all'apparenza sembriamo due antilopi appena nate che imitano Celentano. Poi decidiamo di legarci. In alcuni punti c’è esposizione, mai troppa (anche perché la cresta è abbastanza larga) e decidiamo di proseguire in conserva facendo qualche sicura con fettucce ove necessario.La difficoltà dovrebbe essere PD, ma in queste condizioni non saprei proprio…
Con non poche difficoltà raggiungiamo la cima del Basòdino Q3272! Grande soddisfazione e stanchezza (quasi 6h da Riale, sono le 14.30!). Probabilmente la più bella escursione pseudo alpinistica mai fatta (scavalca anche l’ormai ex-preferito Piz Gallina!!). Inutile descrivere l’infinità del panorama e dei massicci presenti, primo su tutti lo svettante Finsteraarhorn. Purtroppo gli altri 3 alpinisti sono già scesi.
Dopo una breve rifocillata ci apprestiamo a scendere. Andrea preferirebbe passare dalla cresta Nord (dove sono passati i 3 tizi) sperando che la via presenti meno difficoltà della cresta Est. Non è stato proprio cosi.. anche seguendo le tracce pestate sulla neve abbiamo dovuto deviare più volte per evitare passaggi particolarmente esposti sul versante W. Cosi per la prima volta ho preferito montare l’aguzza cresta anche nei tratti più affilati, pur di evitare quelle inquietanti cengette nevose calpestate dagli intrepidi escursionisti (slegati..brrr!!!). La cresta N se non erro è di grado PD anch'essa (bibliografia: Valle Formazza di Luciano Rainoldi - 1980).
Raggiunto il punto in cui è possibile scendere verso Est ci buttiamo a capofitto sulle tracce ben pestate ormai risollevati dall’aver passato il peggio. Sempre legati, di buon passo riscendiamo tutto il ghiacciaio e risaliamo alla Kastellucke dove, alle h 17 ci fermiamo un po’ per una birra tanto ormai è solo discesa facile. Erroneamente (sperando di tagliare) passiamo dalla Diga del Lago Toggia e subito dopo dal Rif. Maria Luisa. Con i piedi a pezzi per gli scarponi pesantissimi arriviamo alla macchina alle 19.15, ormai è quasi buio.
Un’uscita bellissima, completa, varia e mai noisa. C’è tutto, dal sentiero al canalone, dal ghiacciaio alla cresta rocciosa. Le difficoltà non vanno sottovalutate, probabilmente la cresta asciutta sarebbe stata più tranquilla ma in questo caso ci ha dato del filo da torcere. Molto lunga l’escursione, valutare tra le 10/11h complessive.
il file GPS è incompleto in quanto si è scaricata la batteria proprio sulla cresta E. Sulla vetta ho deciso di salvare la traccia e spegnerla. Non è dunque presente la traccia per la discesa dalla cresta N.
Riale – Kastellucke: 2h30’
Kastellucke- attacco cresta E del basòdino: 2h15’
Attacco cresta E – Vetta Basòdino: 50’(con le condizioni di oggi)
Vetta Basodino – Base del Basòdino per cresta N: 50’ (con le condizioni di oggi)
Base del Basòdino – Kastellucke: 1h
Kastellucke – Riale: 2h (giro largo Diga Toggia)
Tourengänger:
Simone86
Communities: Hikr in italiano
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