Pizzo Cengalo
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pm1996: Partiti di buon ora dai Bagni di Masino (1171 m.) dopo circa 2:30 di cammino lungo una comoda mulattiera arriviamo al Rifugio Giannetti a 2534 m.
La pausa ci aspetta d’obbligo ammirando la meta da salire. Continuiamo aggirando la Punta Sertori . Superiamo il nevaio del Cengalo prima erroneamente tenendo la dx poi spostandoci sulla sx e per un facile canale attrezzato di una corda ci portiamo al Colle del Cengalo (3057 m.) che rimane una tra il pizzo Badile e il Cengalo. Saliamo ancora raggiungendo ancora una sella (passaggio attrezzato) arrivando poi tra detriti e neve alla cresta cercando di aggirare la parte nevosa raggiungendo la vetta.
Qui godiamo della bella giornata gustandoci un ampio panorama su tutte le montagne della val Masino e oltre.
Discesa : per la stessa via di salita trascinandoci a valle dopo ben oltre 2000 metri di disl. e 13 ore .
Bellissima ascesa con Diego , Ivan , Massimo .
Ps: utili avere nello zaino in caso di necessità un paio di ramponi .
ivanbutti Questa settimana proviamo il Cengalo, del quale si parlava ormai da parecchio tempo. Sappiamo che sarà bella lunga, è così poco dopo le 05.30 abbiamo già gli scarponi ai piedi. Ovviamente il primo tratto è con le frontali; Paolo ha una bottiglia di birra per il ritorno, e per non lasciarla in auto a scaldarsi la nasconde nel bosco poco dopo la partenza. Verso le 08.10 siamo alla Gianetti, breve sosta e poi via, la giornata sembra ottima come meteo. Abbiamo studiato bene il percorso, e sappiamo che dobbiamo prendere il canalino più a sx, appena sotto le pareti della Punta Sertori. Sbagliamo però l'attacco al canalino, aggirando il nevaio che lo precede a dx. anziché a sx., e così ci complichiamo un po’ la vita dovendo poi attraversare delle placconate piuttosto ripide.
All'attacco del canalino c'è la "famosa" corda piuttosto consunta, che però è fondamentale, specie in discesa, per superare i primi 10 metri di placca ripida; certo, quando ti affidi a lei speri che tenga.
Non so bene di chi sia la responsabilità ed è sempre facile dire agli altri cosa devono fare, certamente attrezzare meglio questo breve tratto su una via che ritengo abbastanza frequentata mi parrebbe, oltre che auspicabile, tutt'altro che impossibile.
Superato il tratto con la corda, il canalino diventa semplice, bisogna solo stare attenti agli scarichi di sassi, specie se sopra c'è qualcuno, per cui il caschetto è consigliato. Si sbuca così al colle del Cengalo, dove la vista sulla famosa parete NE del Badile è davvero qualcosa di incredibile, già arrivare qua varrebbe abbondantemente la fatica. Ma ovviamente si prosegue; sul lato della val Bondasca troviamo qualche cm. di neve, ma si cammina bene, a parte Paolo che ha le scarpe da avvicinamento ormai lise e così le cambia mettendosi gli scarponi pesanti; arriviamo al tratto ben attrezzato con le catene (guarda caso siamo sul lato svizzero ...) che si supera senza troppe difficoltà. Da qui in poi si devono seguire i numerosi ometti; il percorso non è mai veramente difficile, ma certo nemmeno banale; vi è un bel passaggio aereo a cavallo della cresta (sarebbe una goduria per il nostro amico Max, he he), qualche cengia dove fare particolare attenzione, ma si superano senza grossi problemi le 2 anticime e si arriva così all'attacco dell'erta finale. Qui c'è un piccolo nevaio, che abbiamo però attraversato senza ramponi (a differenza di un gruppetto che abbiamo incontrato mentre stava scendendo) perchè il sole aveva scaldato a sufficienza la crosta, e quindi si è potuto camminare sicuri anche con gli scarponi. Così poco prima di mezzogiorno, dopo circa 6 ore e 20 minuti, guadagniamo con soddisfazione la vetta. Verso l'Italia sono entrate numerose nubi, mentre verso la Svizzera e l'Engadina è ancora perfettamente sereno. Foto, firma del libro, uno spuntino veloce, un attimo di relax e poi via per la discesa. Tutto va liscio, anche la nebbia che sembrava salire in realtà non ci dà alcun fastidio. Il punto più critico resta l'uscita dal canalino con la corda; comunque scendendo uno per volta, per evitare scarichi, passiamo senza alcun problema. Passiamo questa volta dal lato giusto del nevaietto, cioè a W, e così puntiamo la Gianetti. Qui mezz'oretta di relax e poi il rientro, che con oltre 2000 metri di dislivello nelle gambe sembra interminabile (ed, infatti, abbiamo impiegato più a scendere dal rifugio che non a salirvi!). Il Paolino riesce a ritrovare, un pò a fatica, la bottiglia di birra nascosta la mattina, e così, dopo un bel pediluvio nel torrente, festeggiamo con birra e patatine. Al parcheggio, tramite un messaggio sul lunotto, scopriamo poi che anche i nostri amici sono venuti in val Porcellizzo, andando chi sull'omonimo Pizzo, chi fermandosi alla Gianetti. Sono certo che avranno fatto il tifo per noi, per cui li ringrazio come ovviamente ringrazio gli splendidi compagni d'escursione Diego, Massimo (aveva donato il sangue in settimana e non era al top, ma non molla mai ed è sempre un punto di riferimento) e Paolo.
diego:
Pizzo Cengalo.... quando ho "scoperto" che la salita a questo colosso è escursionistica, è diventato il mio sogno quasi proibito, ma il timore per il lungo avvicinamento e i dubbi sulle difficoltà tecniche da affrontare sulla cresta mi tenevano a distanza da questa cima. Poi arriva l'invito, mi faccio coraggio e accetto: con questi compagni farei anche..............che ne so, il Disgrazia! Grande soddisfazione per una cima di prestigio, di sicuro tra le più belle cime salite del mio scarso curriculum alpino..
Grazie soci!
massimo
L' anno scorso salendo al piz Duan da Soglio abbiamo ammirato i due giganti di granito il Badile e il Cengalo alla fine della giornata Ivan lancia la proposta l' anno prossimo facciamo il Cengalo .
Dopo aver consultato la meteo sabato decidiamo di salire al Cengalo partiamo presto sotto un cielo stellato e alla prime luci ci appare la testata della valle del Porcellizzo con il Badile e il Cengalo che si stagliano nel cielo azzurro la fatica per arrivare alla Gianetti svanisce ma la strada è ancora lunga superiamo il canalino con la corda e al colletto delCengalo appare la mitica parete nord nord est del Badile con lo spigolo su cui notiamo delle cordate dopo un passaggio su catene la cresta è semplice il nevaio non è ghiacciato non calziamo i ramponi e spediti arriviamo in vetta io patisco un pò lo sforzo per la donazione di sangue ma il panorama di vetta anestetizza la fatica
Grazie ai miei soci adesso lancio io la proposta l' anno prossimo il Badile
Ciao Massimo61
La pausa ci aspetta d’obbligo ammirando la meta da salire. Continuiamo aggirando la Punta Sertori . Superiamo il nevaio del Cengalo prima erroneamente tenendo la dx poi spostandoci sulla sx e per un facile canale attrezzato di una corda ci portiamo al Colle del Cengalo (3057 m.) che rimane una tra il pizzo Badile e il Cengalo. Saliamo ancora raggiungendo ancora una sella (passaggio attrezzato) arrivando poi tra detriti e neve alla cresta cercando di aggirare la parte nevosa raggiungendo la vetta.
Qui godiamo della bella giornata gustandoci un ampio panorama su tutte le montagne della val Masino e oltre.
Discesa : per la stessa via di salita trascinandoci a valle dopo ben oltre 2000 metri di disl. e 13 ore .
Bellissima ascesa con Diego , Ivan , Massimo .
Ps: utili avere nello zaino in caso di necessità un paio di ramponi .
ivanbutti Questa settimana proviamo il Cengalo, del quale si parlava ormai da parecchio tempo. Sappiamo che sarà bella lunga, è così poco dopo le 05.30 abbiamo già gli scarponi ai piedi. Ovviamente il primo tratto è con le frontali; Paolo ha una bottiglia di birra per il ritorno, e per non lasciarla in auto a scaldarsi la nasconde nel bosco poco dopo la partenza. Verso le 08.10 siamo alla Gianetti, breve sosta e poi via, la giornata sembra ottima come meteo. Abbiamo studiato bene il percorso, e sappiamo che dobbiamo prendere il canalino più a sx, appena sotto le pareti della Punta Sertori. Sbagliamo però l'attacco al canalino, aggirando il nevaio che lo precede a dx. anziché a sx., e così ci complichiamo un po’ la vita dovendo poi attraversare delle placconate piuttosto ripide.
All'attacco del canalino c'è la "famosa" corda piuttosto consunta, che però è fondamentale, specie in discesa, per superare i primi 10 metri di placca ripida; certo, quando ti affidi a lei speri che tenga.
Non so bene di chi sia la responsabilità ed è sempre facile dire agli altri cosa devono fare, certamente attrezzare meglio questo breve tratto su una via che ritengo abbastanza frequentata mi parrebbe, oltre che auspicabile, tutt'altro che impossibile.
Superato il tratto con la corda, il canalino diventa semplice, bisogna solo stare attenti agli scarichi di sassi, specie se sopra c'è qualcuno, per cui il caschetto è consigliato. Si sbuca così al colle del Cengalo, dove la vista sulla famosa parete NE del Badile è davvero qualcosa di incredibile, già arrivare qua varrebbe abbondantemente la fatica. Ma ovviamente si prosegue; sul lato della val Bondasca troviamo qualche cm. di neve, ma si cammina bene, a parte Paolo che ha le scarpe da avvicinamento ormai lise e così le cambia mettendosi gli scarponi pesanti; arriviamo al tratto ben attrezzato con le catene (guarda caso siamo sul lato svizzero ...) che si supera senza troppe difficoltà. Da qui in poi si devono seguire i numerosi ometti; il percorso non è mai veramente difficile, ma certo nemmeno banale; vi è un bel passaggio aereo a cavallo della cresta (sarebbe una goduria per il nostro amico Max, he he), qualche cengia dove fare particolare attenzione, ma si superano senza grossi problemi le 2 anticime e si arriva così all'attacco dell'erta finale. Qui c'è un piccolo nevaio, che abbiamo però attraversato senza ramponi (a differenza di un gruppetto che abbiamo incontrato mentre stava scendendo) perchè il sole aveva scaldato a sufficienza la crosta, e quindi si è potuto camminare sicuri anche con gli scarponi. Così poco prima di mezzogiorno, dopo circa 6 ore e 20 minuti, guadagniamo con soddisfazione la vetta. Verso l'Italia sono entrate numerose nubi, mentre verso la Svizzera e l'Engadina è ancora perfettamente sereno. Foto, firma del libro, uno spuntino veloce, un attimo di relax e poi via per la discesa. Tutto va liscio, anche la nebbia che sembrava salire in realtà non ci dà alcun fastidio. Il punto più critico resta l'uscita dal canalino con la corda; comunque scendendo uno per volta, per evitare scarichi, passiamo senza alcun problema. Passiamo questa volta dal lato giusto del nevaietto, cioè a W, e così puntiamo la Gianetti. Qui mezz'oretta di relax e poi il rientro, che con oltre 2000 metri di dislivello nelle gambe sembra interminabile (ed, infatti, abbiamo impiegato più a scendere dal rifugio che non a salirvi!). Il Paolino riesce a ritrovare, un pò a fatica, la bottiglia di birra nascosta la mattina, e così, dopo un bel pediluvio nel torrente, festeggiamo con birra e patatine. Al parcheggio, tramite un messaggio sul lunotto, scopriamo poi che anche i nostri amici sono venuti in val Porcellizzo, andando chi sull'omonimo Pizzo, chi fermandosi alla Gianetti. Sono certo che avranno fatto il tifo per noi, per cui li ringrazio come ovviamente ringrazio gli splendidi compagni d'escursione Diego, Massimo (aveva donato il sangue in settimana e non era al top, ma non molla mai ed è sempre un punto di riferimento) e Paolo.
diego:
Pizzo Cengalo.... quando ho "scoperto" che la salita a questo colosso è escursionistica, è diventato il mio sogno quasi proibito, ma il timore per il lungo avvicinamento e i dubbi sulle difficoltà tecniche da affrontare sulla cresta mi tenevano a distanza da questa cima. Poi arriva l'invito, mi faccio coraggio e accetto: con questi compagni farei anche..............che ne so, il Disgrazia! Grande soddisfazione per una cima di prestigio, di sicuro tra le più belle cime salite del mio scarso curriculum alpino..
Grazie soci!
massimo
L' anno scorso salendo al piz Duan da Soglio abbiamo ammirato i due giganti di granito il Badile e il Cengalo alla fine della giornata Ivan lancia la proposta l' anno prossimo facciamo il Cengalo .
Dopo aver consultato la meteo sabato decidiamo di salire al Cengalo partiamo presto sotto un cielo stellato e alla prime luci ci appare la testata della valle del Porcellizzo con il Badile e il Cengalo che si stagliano nel cielo azzurro la fatica per arrivare alla Gianetti svanisce ma la strada è ancora lunga superiamo il canalino con la corda e al colletto delCengalo appare la mitica parete nord nord est del Badile con lo spigolo su cui notiamo delle cordate dopo un passaggio su catene la cresta è semplice il nevaio non è ghiacciato non calziamo i ramponi e spediti arriviamo in vetta io patisco un pò lo sforzo per la donazione di sangue ma il panorama di vetta anestetizza la fatica
Grazie ai miei soci adesso lancio io la proposta l' anno prossimo il Badile
Ciao Massimo61
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