Traversata Val d'Ultimo-Val di Rabbi via Cima Sternai 3443 m
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Ancora due giorni o almeno uno e mezzo di bel tempo per cui facciamo un ultimo sforzo e decidiamo di portare a termine un progetto a cui pensiamo da qualche anno, la traversata dalla Val d’Ultimo alla Val di Rabbi passando dalla cima Sternai. Conosciamo la salita alla Sternai dalla Val di Rabbi per averla già fatta un paio di volte, salita non banale, segnata con ometti e con dei chiodi per far sicura nei punti più esposti, specialmente un passaggio stimato di III° che specialmente in discesa e con zaino pesante non è facile per chi come noi non arrampica. La salita dalla Val d’Ultimo ci avevano detto che per la via classica ormai con la regressione del ghiaccio era diventata quasi impossibile, così sembra che qualche anno fa attrezzando un poco la cresta con qualche catena e con qualche chiodo messo ultimamente dal gestore del rifugio Dorigoni, sia tornata nuovamente fattibile in sicurezza.
Arrivati a Fontana Bianca il tempo non è quello che ci aspettavamo, le cime o meglio la nostra cima è pressoché immersa nelle nebbie e data la nostra stanchezza la voglia di portare a termine il giro comincia a passare. Decidiamo comunque di raggiunger il rifugio Canziani e poi vedere il da farsi. Poco prima del rifugio Marco incontra un suo amico in giro con un gruppo per lavori di campionatura di piante e insetti. Ci intratteniamo un poco con loro dopo di che ognuno per la sua strada. Giunti al rifugio il tempo sembra sempre un po' ballerino, che fare?!?! Decidiamo di fare ancora un pezzo, le nebbie vanno e vengono e dalle previsioni oggi non dovrebbe piovere. Pezzo pezzo raggiungiamo il ghiacciaio, sembra che sul versante opposto il tempo sia migliore per cui decidiamo di proseguire alla mal parata torneremo da qui! Ci leghiamo anche se il tratto di ghiacciaio è breve, una mezz’oretta circa e in condizioni discrete. Raggiungiamo la cresta e per nostra sfortuna anche la nebbia la raggiunge. Non so valutare la difficoltà, i tratti più esposti sono attrezzati con grosse catene e il kit da ferrata non serve a nulla. A causa della nebbia abbiamo avuto qualche incertezza in alcuni punti e sicuramente ha aggiunto qualche timore che non un cielo terso come speravamo. In ogni caso arriviamo alla croce dove troviamo altre quattro persone partite dal rifugio, logicamente parlano tedesco per cui conversazione nulla! Facciamo una breve sosta e ci apprestiamo alla discesa sicuramente più impegnativa soprattutto nel trovare i punti esatti dove passare. E’ tutta segnata da ometti e ripeto, con il bel tempo i problemi diminuiscono, così invece… Scendiamo dapprima slegati ma al primo punto esposto decidiamo di farlo per farci un minimo di sicura visto che la via, come dicevo, è anche assicurata con chiodi. Arriviamo al famoso saltino, con lo zainone proprio non me la sento di scendere, lo tolgo e scendo alla meno peggio, recupero lo zaino. Marco scende più agevolmente, nel frattempo arriva uno skyrunner, approfitta della nostra corda e prosegue come una gazzella, beato lui! Noi scendiamo sempre con molta cautela e finalmente arriviamo alla vedretta. Togliamo tutto e calziamo i ramponi e velocemente scendiamo. Finalmente siamo fuori dal difficile ora non ci resta che seguire i grossi ometti che portano prima al lago inferiore della Sternai e poi per sentiero Cai al Rifugio Dorigoni.
E’ primo pomeriggio e c’è una marea di gente, l’accoglienza è sempre eccezionale, camera tutta per noi, stasera saremo in 8, la prima sera tranquilla, bella fortuna per noi!
Dopo un’ottima cena ci intratteniamo con lo staff del rifugio alle prese con una partita di Risiko, ci fanno vedere alcuni video girati dalla banda di matti che quest’anno lavora al rifugio, terminiamo la serata con una fetta di anguria e poi il letto diventa un richiamo più forte della bella compagnia.
Sveglia presto anche se la discesa non sarà lunga, ma so per certezza che i saluti saranno lunghi, e poi ci aspetta il viaggio di rientro.
Come previsto la colazione durerà un’oretta tra colazione vera e propria e saluti vari, del resto questo posto è diventato per noi ma penso anche per tante altre persone come una casa, un posto dove siamo sicuri di trovare un ambiente speciale. I gestori e quest’anno anche lo staff sono delle persone uniche, non è facile scrivere quello che si prova qui, in quest’angolo di paradiso!
Lasciamo come sempre a malincuore il Dorigoni e saliamo al Giogo Nero, al momento la giornata sembra bellissima ma mentre saliamo vediamo che il tempo sta cambiando velocemente. Riusciamo a fare una puntatina al Collecchio e infine giù fino a Fontana Bianca.
Sosta panini a Santa Valburga e poi il mesto rientro. Autostrada del Brennero intasatissima da Mezzacorona fino ad Affi dopo di che fila tutto liscio fino a casa.
E così anche queste vacanze sono terminate. In bellezza devo dire, due trekking meravigliosi e una due giorni di grande soddisfazione. E ora chi ha voglia di tornare sulle Ferrovie Nord, a Milano, in ufficio, chiusa tra quattro mura? Sarà difficile, molto difficile!
Le difficoltà della traversata attraverso la cima sono molto soggettive, noi non arrampichiamo e facciamo questo tipo di itinerari saltuariamente. I passaggi in arrampicata a parte il saltino in discesa sono valutabili sul I° massimo qualcuno di II°. Ci sono però alcuni tratti piuttosto esposti sia in salita che in discesa. L'attraversamento del ghiacciaio e la discesa dalla vedretta sono invece semplici.
1° Giorno
Dislivello +154-;1098 m - Km 13,30
2° Giorno
Dislivello +574-?1119 m - Km 11,50
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